Le premesse fan brutte promesse di Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone
Guendalina Ravazzoni, "Nuove vie" |
Interno giorno. Una ragazza e due ragazzi. Il clima è piovoso, e teso.
«Vestiti a festa, corriamo!»
«Jack, sei brutto quando fai il sentimentale, torna in te.»
«Giacomo, mi chiamo Giacomo. Non sopporto i diminutivi e gli anglicismi, lo sai.»
«D’accordo, Jack, in ogni caso non ti pare di esserti fatto prendere un po’ troppo la mano per il matrimonio di Luca? Mancano ancora otto ore e ti sei già impacchettato. Io mi rifiuto categoricamente di uscire con ’sto tempo del cazzo.»
«Raffaella, tu hai lasciato il cuore in riparazione dieci anni fa e non ti sei ancora ricordata di passare a recuperarlo.»
«Bella questa. In realtà l’ho rimandato indietro come con Zalando. Quello che mi avevano dato mi faceva soffrire troppo, così ho fatto il reso e ne ho ordinato uno più duro. Meno smancerie e più concretezza.»
«Soddisfatti o rimborsati, io comunque non voglio fare figure di merda con Luca. Dopotutto abbiamo vissuto in questo appartamento per cinque anni e mezzo. Tutta l’università. Vorrà ben dire qualcosa, no?»
«Sì, vuol dire che fra otto ore lui sposerà la sua Mirella e ci costringerà come sempre a stare ai suoi comodi. Se non ricordo male non c’era quando io e te, caro il mio precisetti, ci siamo imbiancati tutta casa. Non c’era quando abbiamo tirato su la lavatrice per tre piani. Idem per questo divano fuori misura che ha voluto comprare con i soldi di tutti per guardare insieme la TV.»
«Cosa c’entra? Quando un amico si sposa, non bisogna star lì a fargli i conti in tasca.»
«Posso dire la mia?» chiede il ragazzo più giovane, seduto sul divano per niente a suo agio.
«Certo, ci mancherebbe. Abiti qui con noi, adesso. Poi sarai emozionato anche tu, no? Si sposa tuo fratello, devi fargli da testimone. Sono spartiacque non indifferenti, dopo tutto.»
«Jack, tu sei proprio un fesso.»
«Oh, Raf, ti piace se ti chiamo così? Non prenderti troppa confidenza. Poi lui è anche simpatico.»
«Grazie, Giacomo. Fra i due la mamma ha preferito sempre me. Mi dava degli strizzoni sulle guance, dovevate vedere. Bello di mamma, diceva. Bello e simpatico. Non come tuo fratello.»
«C’era Luca quando la mamma ti faceva le smancerie?»
«No, non mi pare, perché?»
«Perché se chiedessimo a tuo fratello, mi ci gioco il lavaggio piatti per tutta la settimana prossima, scopriremmo che anche a lui vostra madre diceva che era bello e simpatico. Svegliati, signorino. Sei ancora un ragazzino, ma dovresti sapere come va il mondo.»
Il fratello di Luca rimane con la bocca aperta e la mano sinistra a mezz’aria, l’indice leggermente alzato.
Raffaella si alza dal divano color panna acida e si ferma davanti allo stereo. Dà una rapida occhiata ai cd, poi decisa come sempre tira fuori un vecchio album di Vic Chestnut e lo infila nella bocca meccanica dello stereo. Aspetta le prime note e tira dritta verso il lavandino della cucina che guarda il divano da più di cinque anni e mezzo. Da quando cioè i proprietari decisero di tirare giù il tramezzo e di farci un salotto con cucina a vista.
Raffaella prende la moka da sei dal pensile sopra il lavello, riempie la caldaia, ci immerge il filtro con cura e, cucchiaino dopo cucchiaino, si ferma solo quando la polvere scura ha fatto una bella montagnetta. Chiude il tutto, accende il gas e tira fuori una sigaretta dalla tasca dei suoi jeans bracaloni. La mette in bocca, si piega e avvicina la punta della bionda al fornello. Un tiro e si gira verso Giacomo e il fratello di Luca. I suoi coinquilini. La sua famiglia sghemba.
Loro pendono dalle sue labbra come la Muratti. Fumano forse un poco di più, perché Raffaella è bella anche se fa male.
«Caffè, che si ragiona meglio.»
Piove. Piove finalmente che Dio la manda ed è lunedì mattina. Le premesse fan brutte promesse.
«Che poi dove dobbiamo correre?» sbuffa Raffaella. «Abbiamo preso ferie tutti, oggi, no?»
«Sì, ma non vorrei fare tardi e sai che...»
«Che cosa, Giacomo? Mancano otto ore. Ci hai svegliati tutti alle sette e mezza per l'ultimo contratto della giornata dell'impiegato del Comune! Si sposano alle cinque e mezza del pomeriggio!»
«Il tempo fugge, meglio essere preparati... e poi che brutto chiamarlo contratto!»
«E cos'altro è, scusa? Un quarto d'ora in maschera davanti a un pubblico ufficio per compilare tre carte vestiti da scemi.»
«Cerimonia, dài...»
«Cerimonia cosa? I matrimoni in Comune fanno cagare. Sono semplice burocrazia. La gente li gonfia di parole per sentirsi più importante... o per soffocare i sensi di colpa.»
«Sensi di colpa per cosa, scusa?» chiede il fratello di Luca.
«Lascia perdere, sennò otto ore non bastano con lei… Facciamo così, Raffaella, tu ti vesti e vediamo come stiamo, poi ci facciamo un bel pranzetto e verso le ore 15, direi, usciamo. Eh?»
Tuona.
«Tu. Sei. Pazzo.»
«È una cosa importante...»
«Scopano da tre anni, hanno comprato l'auto insieme col finanziamento, hanno firmato un contratto per la casa nuova cointestato. Quelle sono le cose importanti. Sposarsi serve solo a pararsi il culo davanti all'avvocato.»
«Ehm... stai parlando di mio fratello...»
«Tuo fratello è sempre stato uno stronzo. E tu sei già sulla strada buona perché ti mandi a fare in...»
«Okay okay okay. Oggi Raffaella è così. Ecco il caffè, bevilo, calmati. Tieni i tuoi occhiali scuri e accenditi pure un'altra sigaretta, sebbene ti ricordo avessimo detto in casa niente fumo. Calmiamoci, rilassiamoci, vado a comprare della carta per impacchettare il regalo, passo in pasticceria e quando torno cominciamo i preparativi seri, intesi?»
Raffaella, con i suoi occhiali da sole, solleva il dito medio.
Il fratello di Luca annuisce.
Giacomo si pente di avere già indossato il vestito della festa, poiché ora è sudato, e oltretutto dovrà toglierlo per uscire.
Qualcuno gratta alla porta.
«Cos'è questo rumore?»
Giacomo apre. Sul pianerottolo, un cane guida.
«E tu da dove arrivi?»
«Chi è?» urla Raffaella.
«Un cane guida!» risponde Giacomo.
Il fratello di Luca gli si affianca per guardare: «Ti sbagli, Jack. Hai letto male. È un cane giuda. In verità, in verità ti dico, sarà lui che ti tradirà».
Ecco il primo spunto ricevuto da Anna:
RispondiElimina"Il cane è un Giuda perché è scappato da casa della sposa dopo aver fatto a brandelli l' abito per la cerimonia."
E lo spunto ricevuto ieri da Paola Fresa durante la diretta dal Covo della Ladra - Ladra di Libri:
RispondiElimina"Il caffè sul fornello si brucia."
Ecco lo spunto di Graziella:
RispondiEliminaIl caffè sul fuoco, puzza di bruciato. Sentore di tranello. Cane traditore, sulla pettorina porta disegnato un cuore rosso.
Sorpresa! Il cane non è solo. Dietro si materializza una figura umana. È Enzo Miccio protagonista di "Diario di un wedding planner".
Gli sposi approfittatori da sempre, senza preavviso, si sono organizzati per sondare la possibilità di dare l'avvio ad un nuovo format tv: Matrimonio a domicilio.
Ecco lo spunto di Oliviero: il cane giuda potrebbe essere una creatura mutante.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/strastorie/videos/3440392572951287
Ecco lo spunto di Rita:
RispondiEliminail cane guida/giuda ha in bocca la carta di identita' dello sposo.....
Il cane Giuda è tutto bagnato e puzza come un caprone.
RispondiEliminaVado per un asciugamano dice il fratello di Luca mentre Giacomo lo fa entrare in casa. Raffaella apre la finestra perchè l’odore è davvero penetrante. Guarda fuori, Ancora non piove, come avrá fatto a bagnarsi? Pensó.
Prendi Giacomo, asciugalo. Gli togliamo il collare? se cosí si puó chiamare quel pezzo di straccio rosso sbiadito che Giuda ha intorno al collo. Mentre le dita tribolano con il quasi collare cade a terra un pezzo di carta bagnata
Sembra un biglietto
Giacomo lo prende e lo legge …
Ecco "l'auto-spunto" di StraStorie, citazione di Orazio:
RispondiElimina“Sfuggo ciò che m'insegue. Ciò che mi sfugge inseguo.”
I guai piu che dal cane guida o giuda arrivarono dalla sua padrona. Dopo l'arrivo del 4zampe, bussò alla porta Vanda. I capelli viola, le braccia tattuate ...
RispondiElimina