Scrivere è un lavoro duro, come dice Snoopy, e lo sa bene il Trio Besola/Ferrari/Gallone - R/A/F, impegnato nella maratona di StraStorie ExtraLarge...
Per fortuna ci sono i lettori/suggeritori che li aiutano nella loro
impresa, tra cui gli studenti del liceo artistico Medardo Rosso di Lecco
coordinati da MariaLuigia Longo... Ecco i primi spunti per la quinta puntata del romanzo che ci hanno mandato!
Michelangelo T., IC
Capitolo 13 (inizio)
Il fratello di Anna sentì bussare alla porta, la aprì e vide davanti a sé sua sorella e Luca con uno sguardo ansioso: “Ciao fratellone, guarda che cosa ho qui! Che ne diresti di farci vedere questa cassetta?” porgendogliela con insistenza contro il petto. Lui sorpreso rispose: “Mmh, interessante. Certo sorellina! Chi è il ragazzino che ti stai portando dietro?”, “Lui? È Luca! È uno dei nostri, mi sta aiutando a trovare il Malandato” disse. “Fantastico! E questa dove l’avete trovata, invece?” continuò suo fratello. “Siamo andati a trovare Carcarlo all’ospedale e ci ha detto che don Giuliano possedeva una preziosa cassetta del Malandato”. “Ok ok, bando le ciance, vogliamo vedere i contenuti di questa cassetta sì o no ?” finì il discorso Luca. “Certo! venite da questa parte, vi mostrerò il mio gioiellino” disse loro con aria ospitale. Lo seguirono fino a quando si ritrovarono in un’enorme sala che conteneva molti videoregistratori, piccole tv degli anni ‘70, centinaia di cassette sparse in giro, dischi in vinile contenuti in infinte file di cassetti aperti e chiusi, lì dentro c’era di tutto e di più, insomma. Prese il suo registratore più grande e lo mostrò con vanità ad Anna e Luca: inserì la cassetta e corse subito a sedersi sul divanetto al centro della stanza. Tutti avevano lo sguardo puntato sul videoregistratore, ansiosi di avere finalmente delle risposte, quando ad un tratto il video si spense rumorosamente e con lui tutte le luci della casa. Un frastuono di vetri rotti ha fatto sbiancare dalla paura i tre ragazzi. Un’occhiata fuori dalla finestra ha permesso a Luca di scorgere un uomo che fuggiva, un uomo dal viso conosciuto. Era un barbone, che si muoveva come un animale selvaggio in cerca della sua preda. Quella fu la serata più brutta della loro vita.
SPUNTO DI GIULIA L., I B
Luca iniziò a setacciare la mappa e passò in rassegna ogni X. Ogni volta che andava sul punto della mappa segnato trovava nei posti più svariati diverse pagine del libro perso. Continuò così per diverse settimane, cercando altre tracce sul barbone e sul libro andato perso. “Santa nutria, non li troveremo mai!” Ormai senza speranze e rattristito si rassegnò alla crudele verità: era quasi impossibile che li ritrovasse. Dopo giorni arrivò a Luca una lettera con all’interno delle informazioni su dove trovare il barbone. “Recatevi a questo indirizzo e portate tutte le pagine del libro che avete trovato nei punti segnati sulla mappa”, così recitava la lettera. Subito Luca si recò sul luogo indicato; arrivato si trovò di fronte ad un grosso palazzo grigio. Bussò e aprì timidamente il grosso portone rosso che spiccava tra tutto quel grigio. Una volta aperto si trovò davanti il barbone legato e imbavagliato a una grossa sedia scricchiolante. Notò un’altra persona, un uomo vestito di nero con il volto coperto. “ Vorrei fare un accordo con te, tu mi lasci il libro e io ti ridò il barbone!” disse l’uomo. Luca si stupì e meravigliò, dopo attimi di incertezza decise di fare la cosa più giusta lasciando il libro all’uomo e portandosi a casa il barbone. Fu così che i due uscirono dal palazzo grigio ancora scossi da quello che era appena successo.
SPUNTO DI GIULIA P., I B
Giriamo in lungo e in largo, non sappiamo piú dove andare, adesso siamo ad un punto morto delle nostre ricerche. Non sapendo piu che fare decidiamo di andare in un bar li vicino. Uno di quei classici bar cinesi, dove ci si fermava solo per una sosta e poi si ripartiva. Arrivati al bar ci cominciamo a guardare in giro. Vediamo questa ragazza, dagli occhi grigi, molto chiari. Era molto minuta, quasi spariva nei larghi vestiti che indossava. Aveva lunghi capelli rossi che scivolano sulle spalle. La ragazza, che era seduta a un tavolino continuava a guardarci, noi avevamo la sensazione di averla già vista. Decidiamo così di andare a parlarci. Scopriamo che viene dalla periferia di Milano e che è solita girare da quelle parti, per quello gli sembrava di averla già vista. Dopo il pomeriggio si sono scambiati il numero, e si promisero che si terranno in contatto.
SPUNTO DI STEFANO D., I B
Il giorno dopo, Luca si spostò dall’altra parte della città, in via Mecenate, agli studi della Rai.
Grazie al VHS , forse riusciremo a scoprire e a scovare il Malandato ... pensò Luca.
Arrivati nella via inizialmente non vide gli studi, perché la piscina di Mecenate , grande ed imponente, copriva la vista degli studi di registrazione . Ma il luccichio delle coperture di metallo attirò la sua attenzione.
Arrivato in fondo alla via vide molte entrate, alcune chiuse , altre aperte ma sorvegliate dai buttafuori.
Girò intorno, con la speranza di trovare qualcuno, ma sentiva solo le voci provenienti dagli studi di registrazione … allora a Luca venne un’idea .
Si intrufolò dal retro di uno studio, e chiese informazioni ad un inserviente che stava pulendo . Dovete cercare Bob e chiedere a lui, disse l’inserviente , un peruviano dal volto buono, tutto preso nel suo lavoro.
Luca chiese a tutti quelli che incontrava: “ Ciao, sei Bob? Conosci un certo Bob? “ … ma nulla, nessuno conosceva Bob .
Preso dallo sconforto Luca chiamò Anna e le disse di raggiungerlo, in due la ricerca sarebbe stata più proficua. Ma dopo alcune ore nulla di fatto ancora . Nessuno conosceva Bob. Ma esisteva questo Bob? Il peruviano aveva detto la verità o per mandarlo via gli aveva raccontato una balla?
Stanchi ed accaldati, Luca e Anna si avviarono verso la piscina .
“Che voglia di fare un bagno” disse Anna … “vediamo com’è dentro ?”
Appena entrati nelle tribune videro un signore di 60 anni circa, con una maglietta blu, aderente sulla pancia prominente, con la scritta staff Rai, seduto a mangiare un gelato che guardava gli allenamenti di una squadra di nuoto… allora andarono a chiedere informazioni anche a lui .
“Salve signore “ esclamarono i due ragazzi.
Lui si girò e gli chiese “Ciao ragazzi, cosa desiderate?”
“Cerchiamo un certo Bob, lei lo conosce per caso ?”
“ Certo che lo conosco, sono io Bob” disse il sessantenne brizzolato. “ Di cosa avete bisogno?”
Luca: “ Lei conosce il Malandato? Abbiamo scoperto che ha recitato in una fiction della Rai girata negli studi dietro alla piscina.”
Bob: “ Sì, lo conoscevo, perché ? Cosa volete da lui?”
Luca: “Sua figlia ed io lo stiamo cercando , sa dove si trova?”
Bob: “ Sì, al Cimitero Monumentale.”
SPUNTO DI RICCARDO G., I B
Dovevano scendere da lì.
“Attenzione”, ammonì PM10 ai suoi compagni “qui il terreno è scivoloso. Attenti a dove mettete i piedi”.
Aveva iniziato a piovere, PM10 alzò il muso per assaporare la pioggia. Durante la notte, infatti, si era scatenata una tempesta.
All’inizio c’era stato un forte acquazzone che, nel corso dell’ultima ora, era scemato in una pioggia fitta e sottile.
Tutto intorno c’era una massa d’acqua che cadeva dai tetti, come una cascata.
Scolo sembrava tranquillo, ma aveva un’espressione scontrosa dipinta sul muso, non sembrava entusiasta di quella passeggiata mattutina.
Tutti i membri del gruppo erano di pessimo umore.
L’unica nota positiva delle ultime quarantotto ore era stata il fatto che nessun altro componente della spedizione era stato ferito dai ratti.
Jack controllò il perimetro alla ricerca di ogni altro pericolo nei dintorni.
“Maledizione”, imprecò Jake, “i ratti sanno che siamo qui. Credo che questo sia il motivo per cui non vedo in giro neanche una mosca”.
PM10 aprì la bocca per dissentire, ma Jake alzò la zampa e fece un cenno in direzione di Scolo. “Lasciateci andare per primi… da soli, è diventato troppo pericoloso.”
“Scordatevelo!” sbottò PM10. “Non vi lascerò andare senza la nostra protezione. Non si discute”.
Si sentì un forte battito d’ali.
PM10 si voltò di scatto al sopraggiungere di Raf. “sembri un topo affondato” disse Raf.
Un’improvvisa esplosione di colori li spaventò tutti, quando un pappagallo si levò in volo.
“Ma sogno o son desto” balbettò Jake.
“E’ Warczak, tutti lo conoscono qui nel quartiere, è un pappagallo della specie Ara Macao, che vive libero dopo essere stata abbandonato dal suo padrone quando era ancora piccolo. Stava morendo e allora lo abbiamo adottato noi piccioni… si sa che abbiamo il cuore tenero, solo che adesso ha qualche problemino di identità, non sa più se è un pappagallo o un piccione, poverino” disse Don Picciotto Piccione. “Un fratello comunque, quindi non preoccupatevi di lui”.
“Questa cosa è meravigliosa”, mormorò Jake.
“Eccellente. Sono lieto che la cosa vi piaccia, ma ora passiamo a faccende più importanti. Sembra diventato molto complicato andar via da qui” disse PM10.
Poco più in là un grosso cane era uscito di corsa dal retro di una casa e aveva cominciato a correre abbaiando verso di loro.
Era arrivato di corsa quasi vicino a loro, ma improvvisamente aveva scartato a destra, verso Via dei Partigiani.
Si riusciva a sentire benissimo che si era fermato lì vicino; allora con fare guardingo, il gruppo si era affacciato sulla via e a quel punto videro il cane che si agitava come un forsennato digrignando i denti verso un cespuglio, alternando i latrati con dei ringhi.
“Delcocs, vieni qui!”
Il ragazzo era arrivato di corsa a raggiungere il cane che si agitava e abbaiava girando su se stesso come impazzito, mostrando i denti al cespuglio.
Il ragazzo lo aveva preso per il collare, senza però riuscire a calmare la sua furia.
“Delcocs, sei impazzito?”
Il ragazzo aveva fatto girare lo sguardo sul cespuglio, poi aveva guardato il cane, che finalmente si era calmato.
“Ehi, vecchione, non è che a forza di stare da solo tutto il giorno ti sei rimbambito?”
SPUNTO DI Lucia M. e Riccardo I., I B
Un nuovo personaggio:
Tommy.
Tommy è un bambino di 11 anni che frequenta la 5^ elementare ; è intelligente e solare fino a tal punto da diventare dispettoso come viene sottolineato dalle numerose note sul registro.
Ha capelli biondi e occhi azzurri che fanno cadere le bambine ai suoi piedi ma a lui di questo non importa niente. È uno di quei bambini a cui fanno schifo le ragazze.
Si veste come un trasandato e il materiale richiesto dalle maestre non lo porta mai a tal punto da far credere che i suoi genitori non si prendessero cura di lui.
Ai colloqui e alle pagelle non vengono mai ed ogni volta tommi si inventa delle strampalate scuse.
Dopo una ricerca approfondita scoprono che in realtà vive da solo in una casetta vicino ai navigli. Decidono allora di andare in comune dove diretti al reparto anagrafe scoprono che il Malandato è il padre di Tommy.
Le maestre decidono di andare dal Malandato a chiedere spiegazioni il quale decide di non rispondere e scappa via inducendo le maestre alla denuncia per abbandono di minori.
SPUNTO DI Matilde F., Belinda C. , Giorgia A., I B
Anna disse: “Dobbiamo recuperare il resto della cassetta.
Luca annuì e disse: “Alla fine del disco scopriremo dove si trova tuo padre”.
Ripresero la mappa e si misero in cammino verso la X successiva: verso il parco Sempione dove la X segnalava un tombino.
Per primi scesero i più esperti: Jake e Scolo, dietro di loro Anna e Luca avevano un’aria schifata dall'odore putrido di quel posto.
Dopo un paio di metri trovarono una scatola di latta arrugginita. Scolo, pensando fosse una lattina di birra, la aprì con il muso e, deluso ma stupito, ci trovò la videocassetta; quindi chiamò gli altri che si affrettarono a prenderla e portarla al videoregistratore di Giacomo...
SPUNTO DI Francesco C., I B
Giacomo controvoglia si alzò e rispose al messaggio di Anna chiedendole di andare lì velocemente perché dopo avrebbe dovuto andare ad aprire i suoi locali, quindi Anna e Luca si apprestarono a raggiungere la casa di Giacomo. Lì gli spiegarono velocemente la storia e gli fecero vedere la videocassetta. Il fratello di Anna gli disse che la videocassetta era un po’ malandata ma potevano tentare di vederla dal videoregistratore nella saletta del suo locale più conosciuto. Anna conosceva il locale ma Luca no, quindi rimase sbalordito dai tantissimi dischi di vinile appesi alle pareti e dagli oggetti vintage che arredavano il locale.
Inserita la videocassetta questo non partì subito, finché Giacomo non tirò un colpo sul vecchio registratore, allora questa iniziò gracchiando. Quindi il film cominciò: era un bel film d’animazione che parlava di una leggendaria città-castello volante che viaggia nel cielo da centinaia di anni nascosta dalle nuvole.
Finito il film Anna e Luca si guardarono confusi, Anna travolta da mille pensieri decise che dovevano andare da Carcarlo per chiedergli spiegazioni. Ma arrivati all’ospedale l’infermiere con cui avevano parlato prima gli chiese cosa volessero come se si fosse dimenticato di loro. Anna ancora più confusa gli chiese di incontrare Carcarlo, ma l’infermiere le disse che quest’ultimo era scomparso.
VI RICORDIAMO CHE GLI SPUNTI PER LA QUINTA PUNTATA DI STRASTORIE EXTRALARGE DEVONO ESSERE INVIATI ENTRO DOMANI ALLE ORE 12!
StraStorie ExtraLarge: un romanzo scritto attraverso l’interazione con i lettori
Un format di narrazione condivisa di Valeria Ravera
Con Riccardo Besola, Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone
In collaborazione con la libreria Covo della Ladra - Ladra di Libri
Illustrazioni di Guendalina Ravazzoni
Musiche di Alessandro Arbuzzi
Incursioni di Oliviero Ponte Di Pino
Supporto tecnico di Giorgio Paolo Albani
Dal vivo: 21 marzo, 4 e 18 aprile, 9 e 23 maggio, 6 giugno 2018 (ore 19), al Binario 9 e ¾ della Libreria Covo della Ladra, Milano
Sul web: www.strastorie.it e facebook.com/strastorie
#strastorie #giallo #scrivere #guendalinaravazzoni #JakelaNutria #covodellaladra #Milano #Martesana #santanutria #alessandroarbuzzi #olivieropdpgo #iguanavegana
Michelangelo T., IC
Capitolo 13 (inizio)
Il fratello di Anna sentì bussare alla porta, la aprì e vide davanti a sé sua sorella e Luca con uno sguardo ansioso: “Ciao fratellone, guarda che cosa ho qui! Che ne diresti di farci vedere questa cassetta?” porgendogliela con insistenza contro il petto. Lui sorpreso rispose: “Mmh, interessante. Certo sorellina! Chi è il ragazzino che ti stai portando dietro?”, “Lui? È Luca! È uno dei nostri, mi sta aiutando a trovare il Malandato” disse. “Fantastico! E questa dove l’avete trovata, invece?” continuò suo fratello. “Siamo andati a trovare Carcarlo all’ospedale e ci ha detto che don Giuliano possedeva una preziosa cassetta del Malandato”. “Ok ok, bando le ciance, vogliamo vedere i contenuti di questa cassetta sì o no ?” finì il discorso Luca. “Certo! venite da questa parte, vi mostrerò il mio gioiellino” disse loro con aria ospitale. Lo seguirono fino a quando si ritrovarono in un’enorme sala che conteneva molti videoregistratori, piccole tv degli anni ‘70, centinaia di cassette sparse in giro, dischi in vinile contenuti in infinte file di cassetti aperti e chiusi, lì dentro c’era di tutto e di più, insomma. Prese il suo registratore più grande e lo mostrò con vanità ad Anna e Luca: inserì la cassetta e corse subito a sedersi sul divanetto al centro della stanza. Tutti avevano lo sguardo puntato sul videoregistratore, ansiosi di avere finalmente delle risposte, quando ad un tratto il video si spense rumorosamente e con lui tutte le luci della casa. Un frastuono di vetri rotti ha fatto sbiancare dalla paura i tre ragazzi. Un’occhiata fuori dalla finestra ha permesso a Luca di scorgere un uomo che fuggiva, un uomo dal viso conosciuto. Era un barbone, che si muoveva come un animale selvaggio in cerca della sua preda. Quella fu la serata più brutta della loro vita.
SPUNTO DI GIULIA L., I B
Luca iniziò a setacciare la mappa e passò in rassegna ogni X. Ogni volta che andava sul punto della mappa segnato trovava nei posti più svariati diverse pagine del libro perso. Continuò così per diverse settimane, cercando altre tracce sul barbone e sul libro andato perso. “Santa nutria, non li troveremo mai!” Ormai senza speranze e rattristito si rassegnò alla crudele verità: era quasi impossibile che li ritrovasse. Dopo giorni arrivò a Luca una lettera con all’interno delle informazioni su dove trovare il barbone. “Recatevi a questo indirizzo e portate tutte le pagine del libro che avete trovato nei punti segnati sulla mappa”, così recitava la lettera. Subito Luca si recò sul luogo indicato; arrivato si trovò di fronte ad un grosso palazzo grigio. Bussò e aprì timidamente il grosso portone rosso che spiccava tra tutto quel grigio. Una volta aperto si trovò davanti il barbone legato e imbavagliato a una grossa sedia scricchiolante. Notò un’altra persona, un uomo vestito di nero con il volto coperto. “ Vorrei fare un accordo con te, tu mi lasci il libro e io ti ridò il barbone!” disse l’uomo. Luca si stupì e meravigliò, dopo attimi di incertezza decise di fare la cosa più giusta lasciando il libro all’uomo e portandosi a casa il barbone. Fu così che i due uscirono dal palazzo grigio ancora scossi da quello che era appena successo.
SPUNTO DI GIULIA P., I B
Giriamo in lungo e in largo, non sappiamo piú dove andare, adesso siamo ad un punto morto delle nostre ricerche. Non sapendo piu che fare decidiamo di andare in un bar li vicino. Uno di quei classici bar cinesi, dove ci si fermava solo per una sosta e poi si ripartiva. Arrivati al bar ci cominciamo a guardare in giro. Vediamo questa ragazza, dagli occhi grigi, molto chiari. Era molto minuta, quasi spariva nei larghi vestiti che indossava. Aveva lunghi capelli rossi che scivolano sulle spalle. La ragazza, che era seduta a un tavolino continuava a guardarci, noi avevamo la sensazione di averla già vista. Decidiamo così di andare a parlarci. Scopriamo che viene dalla periferia di Milano e che è solita girare da quelle parti, per quello gli sembrava di averla già vista. Dopo il pomeriggio si sono scambiati il numero, e si promisero che si terranno in contatto.
SPUNTO DI STEFANO D., I B
Il giorno dopo, Luca si spostò dall’altra parte della città, in via Mecenate, agli studi della Rai.
Grazie al VHS , forse riusciremo a scoprire e a scovare il Malandato ... pensò Luca.
Arrivati nella via inizialmente non vide gli studi, perché la piscina di Mecenate , grande ed imponente, copriva la vista degli studi di registrazione . Ma il luccichio delle coperture di metallo attirò la sua attenzione.
Arrivato in fondo alla via vide molte entrate, alcune chiuse , altre aperte ma sorvegliate dai buttafuori.
Girò intorno, con la speranza di trovare qualcuno, ma sentiva solo le voci provenienti dagli studi di registrazione … allora a Luca venne un’idea .
Si intrufolò dal retro di uno studio, e chiese informazioni ad un inserviente che stava pulendo . Dovete cercare Bob e chiedere a lui, disse l’inserviente , un peruviano dal volto buono, tutto preso nel suo lavoro.
Luca chiese a tutti quelli che incontrava: “ Ciao, sei Bob? Conosci un certo Bob? “ … ma nulla, nessuno conosceva Bob .
Preso dallo sconforto Luca chiamò Anna e le disse di raggiungerlo, in due la ricerca sarebbe stata più proficua. Ma dopo alcune ore nulla di fatto ancora . Nessuno conosceva Bob. Ma esisteva questo Bob? Il peruviano aveva detto la verità o per mandarlo via gli aveva raccontato una balla?
Stanchi ed accaldati, Luca e Anna si avviarono verso la piscina .
“Che voglia di fare un bagno” disse Anna … “vediamo com’è dentro ?”
Appena entrati nelle tribune videro un signore di 60 anni circa, con una maglietta blu, aderente sulla pancia prominente, con la scritta staff Rai, seduto a mangiare un gelato che guardava gli allenamenti di una squadra di nuoto… allora andarono a chiedere informazioni anche a lui .
“Salve signore “ esclamarono i due ragazzi.
Lui si girò e gli chiese “Ciao ragazzi, cosa desiderate?”
“Cerchiamo un certo Bob, lei lo conosce per caso ?”
“ Certo che lo conosco, sono io Bob” disse il sessantenne brizzolato. “ Di cosa avete bisogno?”
Luca: “ Lei conosce il Malandato? Abbiamo scoperto che ha recitato in una fiction della Rai girata negli studi dietro alla piscina.”
Bob: “ Sì, lo conoscevo, perché ? Cosa volete da lui?”
Luca: “Sua figlia ed io lo stiamo cercando , sa dove si trova?”
Bob: “ Sì, al Cimitero Monumentale.”
SPUNTO DI RICCARDO G., I B
Dovevano scendere da lì.
“Attenzione”, ammonì PM10 ai suoi compagni “qui il terreno è scivoloso. Attenti a dove mettete i piedi”.
Aveva iniziato a piovere, PM10 alzò il muso per assaporare la pioggia. Durante la notte, infatti, si era scatenata una tempesta.
All’inizio c’era stato un forte acquazzone che, nel corso dell’ultima ora, era scemato in una pioggia fitta e sottile.
Tutto intorno c’era una massa d’acqua che cadeva dai tetti, come una cascata.
Scolo sembrava tranquillo, ma aveva un’espressione scontrosa dipinta sul muso, non sembrava entusiasta di quella passeggiata mattutina.
Tutti i membri del gruppo erano di pessimo umore.
L’unica nota positiva delle ultime quarantotto ore era stata il fatto che nessun altro componente della spedizione era stato ferito dai ratti.
Jack controllò il perimetro alla ricerca di ogni altro pericolo nei dintorni.
“Maledizione”, imprecò Jake, “i ratti sanno che siamo qui. Credo che questo sia il motivo per cui non vedo in giro neanche una mosca”.
PM10 aprì la bocca per dissentire, ma Jake alzò la zampa e fece un cenno in direzione di Scolo. “Lasciateci andare per primi… da soli, è diventato troppo pericoloso.”
“Scordatevelo!” sbottò PM10. “Non vi lascerò andare senza la nostra protezione. Non si discute”.
Si sentì un forte battito d’ali.
PM10 si voltò di scatto al sopraggiungere di Raf. “sembri un topo affondato” disse Raf.
Un’improvvisa esplosione di colori li spaventò tutti, quando un pappagallo si levò in volo.
“Ma sogno o son desto” balbettò Jake.
“E’ Warczak, tutti lo conoscono qui nel quartiere, è un pappagallo della specie Ara Macao, che vive libero dopo essere stata abbandonato dal suo padrone quando era ancora piccolo. Stava morendo e allora lo abbiamo adottato noi piccioni… si sa che abbiamo il cuore tenero, solo che adesso ha qualche problemino di identità, non sa più se è un pappagallo o un piccione, poverino” disse Don Picciotto Piccione. “Un fratello comunque, quindi non preoccupatevi di lui”.
“Questa cosa è meravigliosa”, mormorò Jake.
“Eccellente. Sono lieto che la cosa vi piaccia, ma ora passiamo a faccende più importanti. Sembra diventato molto complicato andar via da qui” disse PM10.
Poco più in là un grosso cane era uscito di corsa dal retro di una casa e aveva cominciato a correre abbaiando verso di loro.
Era arrivato di corsa quasi vicino a loro, ma improvvisamente aveva scartato a destra, verso Via dei Partigiani.
Si riusciva a sentire benissimo che si era fermato lì vicino; allora con fare guardingo, il gruppo si era affacciato sulla via e a quel punto videro il cane che si agitava come un forsennato digrignando i denti verso un cespuglio, alternando i latrati con dei ringhi.
“Delcocs, vieni qui!”
Il ragazzo era arrivato di corsa a raggiungere il cane che si agitava e abbaiava girando su se stesso come impazzito, mostrando i denti al cespuglio.
Il ragazzo lo aveva preso per il collare, senza però riuscire a calmare la sua furia.
“Delcocs, sei impazzito?”
Il ragazzo aveva fatto girare lo sguardo sul cespuglio, poi aveva guardato il cane, che finalmente si era calmato.
“Ehi, vecchione, non è che a forza di stare da solo tutto il giorno ti sei rimbambito?”
SPUNTO DI Lucia M. e Riccardo I., I B
Un nuovo personaggio:
Tommy.
Tommy è un bambino di 11 anni che frequenta la 5^ elementare ; è intelligente e solare fino a tal punto da diventare dispettoso come viene sottolineato dalle numerose note sul registro.
Ha capelli biondi e occhi azzurri che fanno cadere le bambine ai suoi piedi ma a lui di questo non importa niente. È uno di quei bambini a cui fanno schifo le ragazze.
Si veste come un trasandato e il materiale richiesto dalle maestre non lo porta mai a tal punto da far credere che i suoi genitori non si prendessero cura di lui.
Ai colloqui e alle pagelle non vengono mai ed ogni volta tommi si inventa delle strampalate scuse.
Dopo una ricerca approfondita scoprono che in realtà vive da solo in una casetta vicino ai navigli. Decidono allora di andare in comune dove diretti al reparto anagrafe scoprono che il Malandato è il padre di Tommy.
Le maestre decidono di andare dal Malandato a chiedere spiegazioni il quale decide di non rispondere e scappa via inducendo le maestre alla denuncia per abbandono di minori.
SPUNTO DI Matilde F., Belinda C. , Giorgia A., I B
Anna disse: “Dobbiamo recuperare il resto della cassetta.
Luca annuì e disse: “Alla fine del disco scopriremo dove si trova tuo padre”.
Ripresero la mappa e si misero in cammino verso la X successiva: verso il parco Sempione dove la X segnalava un tombino.
Per primi scesero i più esperti: Jake e Scolo, dietro di loro Anna e Luca avevano un’aria schifata dall'odore putrido di quel posto.
Dopo un paio di metri trovarono una scatola di latta arrugginita. Scolo, pensando fosse una lattina di birra, la aprì con il muso e, deluso ma stupito, ci trovò la videocassetta; quindi chiamò gli altri che si affrettarono a prenderla e portarla al videoregistratore di Giacomo...
SPUNTO DI Francesco C., I B
Giacomo controvoglia si alzò e rispose al messaggio di Anna chiedendole di andare lì velocemente perché dopo avrebbe dovuto andare ad aprire i suoi locali, quindi Anna e Luca si apprestarono a raggiungere la casa di Giacomo. Lì gli spiegarono velocemente la storia e gli fecero vedere la videocassetta. Il fratello di Anna gli disse che la videocassetta era un po’ malandata ma potevano tentare di vederla dal videoregistratore nella saletta del suo locale più conosciuto. Anna conosceva il locale ma Luca no, quindi rimase sbalordito dai tantissimi dischi di vinile appesi alle pareti e dagli oggetti vintage che arredavano il locale.
Inserita la videocassetta questo non partì subito, finché Giacomo non tirò un colpo sul vecchio registratore, allora questa iniziò gracchiando. Quindi il film cominciò: era un bel film d’animazione che parlava di una leggendaria città-castello volante che viaggia nel cielo da centinaia di anni nascosta dalle nuvole.
Finito il film Anna e Luca si guardarono confusi, Anna travolta da mille pensieri decise che dovevano andare da Carcarlo per chiedergli spiegazioni. Ma arrivati all’ospedale l’infermiere con cui avevano parlato prima gli chiese cosa volessero come se si fosse dimenticato di loro. Anna ancora più confusa gli chiese di incontrare Carcarlo, ma l’infermiere le disse che quest’ultimo era scomparso.
VI RICORDIAMO CHE GLI SPUNTI PER LA QUINTA PUNTATA DI STRASTORIE EXTRALARGE DEVONO ESSERE INVIATI ENTRO DOMANI ALLE ORE 12!
StraStorie ExtraLarge: un romanzo scritto attraverso l’interazione con i lettori
Un format di narrazione condivisa di Valeria Ravera
Con Riccardo Besola, Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone
In collaborazione con la libreria Covo della Ladra - Ladra di Libri
Illustrazioni di Guendalina Ravazzoni
Musiche di Alessandro Arbuzzi
Incursioni di Oliviero Ponte Di Pino
Supporto tecnico di Giorgio Paolo Albani
Dal vivo: 21 marzo, 4 e 18 aprile, 9 e 23 maggio, 6 giugno 2018 (ore 19), al Binario 9 e ¾ della Libreria Covo della Ladra, Milano
Sul web: www.strastorie.it e facebook.com/strastorie
#strastorie #giallo #scrivere #guendalinaravazzoni #JakelaNutria #covodellaladra #Milano #Martesana #santanutria #alessandroarbuzzi #olivieropdpgo #iguanavegana
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