martedì 29 maggio 2018

Gli spunti per il finale degli studenti del liceo artistico Medardo Rosso di Lecco

Dopo la trasferta di ieri di un nutrito gruppo di rappresentanti di StraStorie ExtraLarge al liceo artistico Medardo Rosso di Lecco, gli studenti coordinati dalla professoressa MariaLuigia Longo ci hanno inviato alcuni interessantissimi spunti per il finale del romanzo del Trio Besola/Ferrari/Gallone - R/A/F. Eccoli!



SPUNTO DI MICHELANGELO T., I C
Luca continuava a ripensare a un particolare del video di Don Giuliano, che sul momento sembrava un fatto poco rilevante: la sparizione delle edicole. Un’idea cominciò a rimbalzargli nella mente… Possibile che Carcarlo fosse impazzito a tal punto solo perché la sua copia dei Miserabili non gli era più stata ridata indietro? Del resto tutta l’avventura era nata proprio da quell’episodio, dal ricovero forzato all’ospedale psichiatrico di Cacarlo. Certo, don Giuliano non aveva fatto granché per calmarlo... sembrava quasi non vedesse l’ora di sbarazzarsi di lui. Luca penso che le sue ricerche, che dovevano portarlo a scoprire dov’era finito il Malandato, l’avevano portato a conoscere persone nuove e luoghi mai visti prima e ogni giorno che passava l’intreccio si infittiva: aveva bisogno di tornare nel suo luogo preferito dove poter riflettere con calma e senza distrazioni. Comodo sul suo vecchio divano, Luca cominciò a parlottare da solo e a bassa voce come se stesse sgranando un rosario: “Gulliver e i mondi paralleli, una vecchia edizione dei Miserabili andata perduta, un vecchio professore, amante dei libri, rinchiuso in manicomio, il Malandato sparito nel nulla, le edicole che chiudono perché nessuno compra più i giornali, tutto ormai si trova su internet... internet” , il suo corpo, pian piano , affondava nel divano. Prima il busto, poi le gambe e la testa, in ultimo le mani. Il divano per un attimo aveva conservato la sua impronta, ma nel giro di un minuto tutto era tornato come prima, con la sola differenza che Luca non c’era più. Eccolo il Malandato, arrampicato su una lunghissima scala di legno a sistemare alcuni tomi antichi in una libreria immensa... nulla sembrava tangibile, ma tutto appariva reale. Luca provò a darsi un pizzico, ma il Malandato gli disse: “Sembra di vivere in un mondo irreale, vero?” e con tono rassegnato “ultimamente mi succedono cose strane. A volte mi ritrovo in un luogo senza sapere esattamente come ci sono finito! Inizialmente pensavo fosse qualche bicchierino di troppo a rendermi inconsapevole delle mie azioni, ma ora so che qualcuno o qualcosa sta dominando la mia vita”. Luca si ritrovò perfettamente nelle parole del Malandato...lui era finito lì come? Tanta era la sorpresa nel rivedere il Malandato che da subito non ci aveva fatto neanche caso, ma il suo vecchio naviglio dov’era finito? Un ragazzo, nel buio della sua camera da letto, si toglie di scatto il caschetto 3D. Con uno sguardo preoccupato e il viso pallido decide di rimetterlo e con la mano destra accenna ad un clic. (L’avatar del ragazzo potrebbe essere don Giuliano? Oppure potrebbero essere due hikikomori a interagire virtualmente.)


SPUNTO DI MATILDE V., CHIARA V. E CLAUDIA A., I B
Passarono un po’ di giorni dopo il ritrovamento in piazza. La famiglia del malandato, le nutrie e tutti i componenti delle ricerche riguardanti il clochard non si rincontrarono per proseguire le indagini. Giacomo, la sorella e la madre pensarono di contattare la signora Foresta Selvaggia, nonna dei due ragazzi e madre del malandato; pensando che potesse avere informazioni su di lui . Purtroppo la nonna non rispose al telefono e neppure richiamò. I tre inizialmente si preoccuparono, ma la loro prima preoccupazione era quella del padre. Anna, insieme alla madre ebbe la brillante idea di attaccare delle foto del malandato, con il loro numero, per far si che chi lo avvistasse potesse contattarle. Iniziarono col stampare molte copie di una sua foto che la madre aveva nel portafoglio da quando era scomparso, poi ad attaccarle per la città di Milano. Incominciarono dalle sei di mattina fino a quando non calò il sole, mentre le attaccarono la gente che passava le guardava male, ma loro non capirono per quale motivo. La madre e Anna tornarono a casa e lasciarono passare un po’ di giorni, con la speranza che qualcuno le contattasse. Ma niente, non ricevettero nessuna chiamata, neanche dagli amici più stretti. Però loro non persero la speranza e continuarono le ricerche. Una sera, mentre Giacomo, Anna e la mamma si trovarono a tavola per cenare, c’era silenzio e a un certo punto il ragazzo disse che secondo lui non era più il caso di cercarlo, non perché non voleva rivedere suo padre, ma perché se fosse voluto tornare da noi lo avrebbe fatto. Dopo il commento del ragazzo ci fu ancora silenzio; passarono poco più di trenta secondi e la sorella intervenne dicendo che secondo lei, dopo aver attaccato le sue foto, avendo sparso la voce della sua scomparsa forse lui sarebbe tornato. La figlia aveva molta fiducia in lui. I giorni continuarono a passare e, la sera del 28.05. 2018, la famiglia si trovò sul divano, nel salotto della loro casa di Milano, il campanello suonò una volta, la madre si alzò, si affacciò al balcone e vide un uomo vestito con indumenti stracciati allontanarsi, lei di corsa si diresse verso il portone d’ ingresso per poter rincorrere e vedere da vicino chi fosse, ma non fece in tempo ad arrivarci che l’uomo era già scomparso nel buoi. La donna, però vide dentro la cassetta della posta una busta con all’ interno una lettera. Salì le scale molto velocemente e lesse ai suoi figli quello che c’era scritto. Loro ascoltarono in silenzio senza fare domande, aspettarono che la madre finisse. In quel momento dentro di loro c’era un’ esplosione di emozioni che non riuscirono a esprimere. Quella notte i tre non chiusero occhio, a causa dell’improvvisa notizia. Quando arrivò la mattina i due ragazzi andarono a cercare la lettera, ma non la trovarono, poi cercarono la madre e le chiesero dove fosse, ma lei li disse che non ci fu ma stata nessuna lettera e che loro avevano sognato tutto quanto. In realtà la lettera c’era, ma la madre non volle svelare a nessuno quello che ci fu scritto e nemmeno l’accaduto che era successo la sera prima. Fu un mistero per tutti, dato che la donna non lo disse a nessuno. Così le ricerche proseguirono per tutti quelli che lo stavano cercando, pure la madre, per non far sospettare quello che lei seppe. Alla fine il malandato, nonostante tutte le ricerche non fu trovato, tranne quelle della moglie che non si seppe niente.


SPUNTO DI BELINDA C., GIORGIA A. E MATILDE F., I B
Luca si svegliò in una stanza stretta e buia, in quello che sembrava essere un ripostiglio di una vecchia casa abbandonata. Ad un certo punto, sentì dei rumori e all'improvviso vide apparire la forma di un uomo a lui familiare.
"Ci ri-rivediamo caro Luca" disse l'uomo; a quel punto, il ragazzo capì subito chi fosse, Carcarlo.
Luca rabbrividì e si sentì scosso dalla paura;
"allora, caro Luca, vorrei tanto sapere: cosa hai scoperto con le tue amiche nutrie, riguardo al mio libro e al Malandato." Disse sogghignando.
"Se ti offro tutto l'aiuto possibile, mi lascerai andare?" rispose Luca amareggiato.
"Basta solo che mi dici una cosa."
"Sarebbe?"
"Voglio solo sapere dov'è il malandato."
"Perché?"
Così Carcarlo iniziò a raccontare quella storia a Luca: il Malandato era stato la causa di tutte le sue disgrazie, il guidatore della honda jazz era proprio lui.
Dopo alcuni minuti finito di raccontare la storia, Luca, rimase esterrefatto, non capendo cosa c'entrava col furto del libro.
"È stata tutta una scusa, cercavo di incastrarlo per ciò che mi ha fatto" disse Carcarlo.
"Va bene, cercherò di fare il possibile per provare a restituirti parte della tua vita."
Così, Carcarlo liberò il ragazzo e andarono via insieme alla ricerca delle orme di quel misterioso uomo.


SPUNTO DI DAVIDE P., I C
Luca si sentì scuotere un braccio, poi una voce, che gli sembrava di conoscere, gli disse: “Oh sognatore, sveglia! Non ti sembra di dormire troppo?”.
Luca si sentiva senza forze e con la mente annebbiata … Quella voce … “Ma è il Malandato pensò”, ecco chi lo chiamava.
Luca disse tra sé in evidente stato confusionale: “C’è qualqualglia che non cosa … cioè c’è qualcosa che non quaglia” e poi: “Il Malandato? Ma ma come? “ aggiunse con lo sguardo allucinato di chi aveva appena visto un fantasma.
Intanto il Malandato lo fissava con occhiate tra il compatimento e il divertito. Non era solo, era in compagnia di una ragazza dagli occhi dolci, sua figlia Anna.
Luca ancora stordito dalla situazione chiese spiegazioni al Malandato.
“Hai dormito gli disse, hai dormito così tanto che ci hai fatto spaventare… Persino Jake la nutria e le altre nutrie si riunivano di tanto in tanto attorno al tuo divano per vedere se eri ancora vivo”.
“Ma come, tu che eri sparito, Don Picciotto, le mappe, Flambè… e anch’io che ero sparito …”
Luca farneticava, gli venivano in mente persone, fatti, cose e perciò si sentiva un po’ girare la testa.
“Beh Luca di fantasia ne hai sempre avuta ma adesso mi sembra che hai raggiunto livelli altissimi! Non ho ben capito di cosa tu stia parlando ma di sicuro riguarda un sogno che hai fatto durante tutta sta dormita” disse il Malandato tutto divertito.
Anna che era andata con il Malandato lì sotto il ponte dove Luca aveva il suo divano, dopo essersi presentata gli consigliò: “Con tutti quegli spunti dovresti scrivere un libro”.
Luca pian piano stava comprendendo che la sua megadormita gli aveva fatto sognare tutto quanto.
Aveva in mente ogni particolare come se l’avventura fosse accaduta veramente.
Intanto Jake la nutria, che da lontano aveva visto la scena del risveglio, si era avvicinato muovendo la coda ritmicamente per la gioia di vedere l’amico sveglio, pensò tra sé: “Sante nutrie meno male che è ancora vivo!”.


SPUNTO DI LUCIA M. E RICCARDO I., I B
Il finale è ambientato nella Galleria Vittorio Emanuele, dove ci sono tantissime persone che sembrano come tante formiche che cercano di uscire e entrare contemporaneamente nel formicaio.
Luca sta passeggiando nella folla con Jake e PM10 quando si accorgono di essere seguiti dal malandato, che da lontano sembra zoppicare molto.
Subito PM10 cerca un qualunque serbatoio dove predire il futuro e usufruisce della benzina di una vecchia vespa arrugginita parcheggiata davanti alla vetrina di un negozio.
Poco dopo vede il futuro ma non come se lo aspettava: prevede la morte di una nutria, causata dall’ingerimento di una benzina vecchia di 10 anni, piena di insetti e impurezze.
Decide allora di dire la verità a Jake, cioè che lui non prevede il futuro ma lo inventa basandosi sulle sue personali opinioni.
Questo cambiò tutto…


SPUNTO DI RICCARDO G., I B
Arrivarono alla casa di Giacomo, a quell’ora sembrava molto più grande e luminosa.. Nessuna traccia dell’Ulisse nera, ormai Anna era diventata diffidente, e quella strana inquietudine che avvertiva quando c’era il poliziotto, non voleva sbarazzarsi di lei.
In una stanza vicina all’ingresso era stato ricavato l’angolo per le visite ufficiali, con un divano rivestito di velluto rosso e due poltrone dai copribraccioli bianchi.
Sulla parete, una scritta in calligrafia elegante “Essere cordiali con chi non ti piace non significa essere un’ipocrita, ma vuol dire che hai la sufficiente maturità per tollerare la sua personalità”.
L’aria che si respirava lì dentro era troppo calda e puzzava di chiuso, evidentemente non veniva usata spesso.
Anna, che si era seduta al lato opposto della stanza, su di una poltrona, si schiarì la voce e con fare nervoso si accese una sigaretta, soffiando il fumo in aria.
“Ci sono cose che non riesco a capire e che non mi piacciono affatto” iniziò Anna.
Giacomo, che si era seduto sul divano, aveva il sudore che gli scorreva dalle ascelle giù per il busto, queste situazioni lo agitavano molto. Lo stimolo a tossire si fece più forte. Quella maledetta tosse. Cercò di trattenerla, inghiottì, serrò le labbra, spinse la lingua sotto il palato, cosa che a volte serviva, ma stavolta rese lo stimolo ancora più forte.
Giacomo si girò, si mise le mani davanti alla faccia e tossì, gli sembrò che i polmoni gli si spaccassero. “Scusate” disse, diventando paonazzo, un po’ per la tosse, un po’ per l’imbarazzo.
Anna riprese a parlare “dobbiamo capire cosa ci vogliono dire gli animali e dove è finito Luca. Probabilmente aveva capito dove si trova papà”.
“Dobbiamo muoverci, se no qualcosa mi dice che non li rivedremo mai più....ti prego Giacomo dimmi che rivedremo papà”.
“Faremo di tutto per trovarlo, puoi esserne certa” disse Giacomo.
Giacomo si ricordò dell’immagine di Instagram, e raccontò tutto a sua sorella e a sua madre.
Forse il Planetario significava qualcosa, forse suo padre si era rifugiato lì e Luca lo aveva capito.
Non persero altro tempo, salirono nuovamente sulla BMW e sfrecciarono, traffico permettendo, in direzione del Planetario.
Quando arrivano al Planetario entrarono, e con grande sorpresa di tutti trovarono il Malandato con Luca.
Tutti si abbracciarono calorosamente “Da tempo avevo perso la speranza di vedervi” disse il Malandato alla sua famiglia.
Anna, non riuscì più a trattenersi ed esclamò “devo sapere cosa è accaduto, perchè sei sparito e ti sei rifugiato qui”.
“La storia che vi devo raccontare ha dell’incredibile che risulta quasi impossibile credervi, o anche solo concepirla”.
Il Malandato descrisse tutto ciò che era lui accaduto, da quando aveva scoperto che Don Giuliano aveva fatto di tutto per far chiudere le edicole, perchè aveva preso una mazzetta da una Ditta di costruzioni, che voleva realizzare in quella zona delle villette residenziali, altro che usare i pezzi per le missioni in Africa.
Disse poi che siccome Don Giuliano si era accorto di essere stato scoperto, aveva mandato dei malfattori alla sua baracca, ma lui per fortuna era riuscito a fuggire senza lasciare traccia di sè.
A quel punto entrò Giorgio e gli venne raccontato nuovamente tutto dal Malandato.
Quando arrivarono tutti, comprese le volanti della polizia al Refettorio, i senzatetto erano già andati via e Don Giuliano stava dando le ultime indicazioni alle inservienti e girato di spalle non si accorse del loro ingresso.
Ad un certo punto, probabilmente il suo sesto senso, lo fece girare di scatto e appena vide il Malandato, indirizzò su di lui il suo sguardo pieno di odio e risentimento.
Aveva capito di essere stato smascherato e che la suo fine era vicina.
Anna, Luca, Giacomo, il Malandato e tutti i loro amici, a due e quattro zampe, uscirono dal Refettorio e lasciarono Giorgio a compiere il suo dovere; loro avevano un sacco di cose da raccontarsi e tanto tempo perso da dover recuperare.


SPUNTO DI ARIANNA DELLA M. E RACHELE D., I B
Giacomo, Anna, le Nutrie e la moglie del malandato tornano a casa. La donna, sconvolta, inizia a farfugliare qualcosa e quando i figli le chiedono delle spiegazioni lei sbotta in un discorso sulla salute fisica del marito: il Malandato era stato portato prima in una clinica per persone "complicate", vicino a Milano, ma era riuscito ad andarsene con la scusa di passeggiare in un parco, ed era tornato dalla moglie supplicandola di aiutarlo, e lei in un momento di pietà chiese al vescovo di Milano di trovare un lavoro per quell'uomo fuori di sé, e per evitare di far preoccupare i figli non li avvertì mai del ritorno. Il Malandato raramente tornava al refettorio e preferiva rimanere fra le guglie del Duomo, e scrutare tutto dall'Alto. La donna si scusò con i figli per aver mentito e loro commossi la perdonarono, mentre Raf e Don Picciotto cercarono di avvisare le nutrie: avevano avvistato il Malandato, era seduto con le gambe a penzoloni e guardava il cielo con il suo solo occhio mentre cantava una canzone irriconoscibile. Provarono a spiegarlo anche agli umani ma nulla da fare, allora I-guana prese l’Iphone che era da parte a lei e selezionò tre foto: una di Giacomo da piccolo con il malandato, una del duomo e la foto che aveva pubblicato con il “cielo” in casa. Giacomo, Anna e la madre capirono il collegamento e si avviarono verso il centro


SPUNTO DI STEFANO D., I B
Luca era scomparso.
Anna era preoccupata, Jake era preoccupato.
Cosa era successo a Luca? Aveva capito dove fosse il Malandato?
Sì! Luca era riuscito a capire dove si trovava il Malandato.
Non l’aveva detto agli altri per paura che succedesse qualcosa di brutto … anche perché quello che doveva fare era molto rischioso.
Aveva capito che dietro agli spezzoni del filmato, ai dischi con i fori… c’era molto di più. Pensandoci in quel momento gli vennero i brividi.
Infatti Luca capì che Don Giuliano, gestiva sì il refettorio per amore verso i senzatetto, ma anche e soprattutto per coprire dei giri loschi, della mala milanese.
La mala dava i soldi per i pasti e per tutto ciò che serviva a Don Giuliano, ma Don Giuliano chiudeva un occhio sullo spaccio di coca. E in quel refettorio ne girava di coca. Arrivava attraverso i camion della frutta e verdura, che potevano circolare sempre e ovunque in Milano … e se ne andava attraverso alcuni commensali.
Il Malandato un giorno vide, per caso, cose che non doveva vedere, durante le riprese del reportage sul refettorio e su Don Giuliano. Per questo motivo, per non mettere in pericolo i suoi figli, la sua famiglia, scappò.
Luca finalmente capì dove si era rifugiato … al binario 21 della stazione centrale di Milano, luogo simbolo delle persone non volute, non accettate da tutti. Il loro luogo .
“Ok, ci sono… sono alla stazione, al 21 , non so cosa aspettarmi. Ora devo solo capire dove sia”: disse Luca fra sé.
“Certo che oggi come allora, questo posto, ti fa salire la pelle d’oca” continuò Luca
Perso nei suoi pensieri, finalmente lo vide. Era lui.
“ Ehi, Malandato, Anna è molto preoccupata per te” esclamò Luca.
“ Lo so, e mi dispiace” disse il Malandato, “ ma ormai, so troppo. Per il loro bene me ne devo andare”.
Il Malandato, in quel posto tetro e angosciante, raccontò, quasi sotto voce, tutto quello che sapeva, della mala e di Don Giuliano a Luca, e Luca, in silenzio con gli occhi fissi, ascoltava.
Dopo circa mezz’ora il Malandato, si alzò e se ne andò, forse per sempre, e Luca rimase fermo a fissarlo mentre scompariva nella penombra.
Luca soffriva, per questo addio, sapeva, che Anna e la sua famiglia ne avrebbero sofferto, ma sapeva anche che era la cosa giusta da fare per un padre.
In quel momento, Luca non si sentì più solo: Jake era lì con lui. Come aveva fatto a trovarlo?
Jake, aveva visto e sentito tutto e, in quel momento, capì anche lui cosa doveva fare.
Il Malandato non poteva rimanere solo, lui doveva seguirlo per portare di tanto in tanto delle notizie a Luca. E così fece.
Luca sul binario 21 della stazione centrale di Milano vide allontanarsi gli unici due amici che aveva… ma sapeva che era la cosa giusta, e che un domani sarebbero tornati da lui.
Così appena l’orizzonte davanti a lui era di nuovo libero, si girò e con le mani in tasca si diresse verso la casa del fratello di Anna, verso Anna per dirle che il Malandato era davvero un padre eccezionale.
Un padre, un fratello, una madre … una famiglia, lontani ricordi di una vita vissuta .
Ma, dopo l’inverno, arriva sempre la primavera … forse anche per lui, Luca, con la sua nuova amica Anna.


SPUNTO DI FRANCESCO, I B
Giacomo controvoglia si alzò e rispose al messaggio di Anna chiedendole di andare lì velocemente perché dopo avrebbe dovuto andare ad aprire i suoi locali, quindi Anna e Luca si apprestarono a raggiungere la casa di Giacomo. Lì gli spiegarono velocemente la storia e gli fecero vedere la videocassetta. Il fratello di Anna gli disse che la videocassetta era un po’ malandata ma potevano tentare di vederla dal videoregistratore nella saletta del suo locale più conosciuto. Anna conosceva il locale ma Luca no , quindi rimase sbalordito dai tantissimi dischi di vinile appesi alle pareti e dagli oggetti vintage che arredavano il locale. Inserita la videocassetta questo non partì subito, finché Giacomo non tirò un colpo sul vecchio registratore, allora questa iniziò gracchiando. Quindi il film cominciò: era un bel film d’animazione che parlava di una leggendaria città-castello volante che viaggia nel cielo da centinaia di anni nascosta dalle nuvole. Finito il film Anna e Luca si guardarono confusi, Anna travolta da mille pensieri decise che dovevano andare da Carcarlo per chiedergli spiegazioni. Ma arrivati all’ospedale l’infermiere con cui avevano parlato prima gli chiese cosa volessero come se si fosse dimenticato di loro. Anna ancora più confusa gli chiese di incontrare Carcarlo, ma l’infermiere le disse che quest’ultimo era scomparso. 



StraStorie ExtraLarge: un romanzo scritto attraverso l’interazione con i lettori
Un format di narrazione condivisa di Valeria Ravera
Con Riccardo Besola, Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone
In collaborazione con la libreria Covo della Ladra - Ladra di Libri
Illustrazioni di Guendalina Ravazzoni
Musiche di Alessandro Arbuzzi
Incursioni di Oliviero Ponte Di Pino
Supporto tecnico di Giorgio Paolo Albani
Dal vivo: 21 marzo, 4 e 18 aprile, 9 e 23 maggio, 6 giugno 2018 (ore 19), al Binario 9 e ¾ della Libreria Covo della Ladra, Milano
Sul web: www.strastorie.it e facebook.com/strastorie

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