martedì 27 marzo 2018

Gli spunti degli studenti del liceo artistico Medardo Rosso per StraStorie ExtraLarge

Grazie alla preziosa collaborazione della docente Maria Luigia Longo, StraStorie ExtraLarge si arricchisce ulteriormente. Ecco gli spunti su come continuare la StraStoria di alcuni degli studenti delle classi prime e seconde del Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco. Avventuratevi con noi in questo incredibile caleidoscopio di idee e possibilità!



SPUNTO DI MICHELANGELO, I C
Decisi di estrarre la mappa dalla tasca di Luca e con i miei dentoni multiuso l’aprii delicatamente davanti agli occhi di Luca. Picchiettai con la zampa su una di quelle misteriose croci e a furia di occhiolini riuscii a convincere il mio amico ad andare proprio lì per fare un sopralluogo: “Chissà, forse avremmo potuto trovare un indizio!”. “Dobbiamo partire dalla mappa” pensò Jake “... è la nostra unica speranza di ritrovare il Malandato”. “Ok, ok” fece Luca con un tono di voce un po’ stanco “Dopo ci andiamo, ma prima fammi sgranocchiare qualcosa, ormai è ora di pranzo e ho un certo appetito.” Luca non era molto convinto di voler intraprendere questa indagine, ma del resto, cos’altro aveva da fare?
Al refettorio, tra i vari rumori mangerecci della mensa, il ragazzo udì ad un certo punto, una flebile parola che cominciò a rimbalzargli nella mente: “Jean Valjean”. Alzò subito lo sguardo e vide la donna che l’aveva pronunciata... era una giovane vestita in un modo un po’ scombinato, come se fosse uscita da un circo, ma dai lineamenti perfetti e stava parlando con Don Giuliano. Erano entrambi in piedi che parlottavano sottovoce nella tavolata a fianco alla sua e nessuno dei due si era accorto di essere ascoltato. Luca, continuando a mangiare come se niente fosse, cominciò ad aguzzare l’udito cercando di cogliere più informazioni possibili, ma le voci erano così sommesse e confuse che non capì nulla. Tempo un minuto e i due scomparirono dal Refettorio uscendo dalla porta posteriore... “Zona off limits, maledizione!”.
Involtolò tutto quello che aveva nel piatto e a passo svelto se ne tornò nella sua dimora e, mentre Jake lo osservava con gli occhi sgranati per quel suo fare stranamente energico, si riguardò uno dietro l’altro tutti i suoi dvd. “Jean Valajan...Jean Valejan... questo nome, Bob, mi ricorda qualcosa. Qualcosa che forse ho visto qua dentro.” Jake non capì come mai facesse quel nome, ma sapeva benissimo chi era Jean Valejan: era il protagonista de “I miserabili”! Era uno dei suoi film preferiti. Luca gli aveva letto la trama del dvd così tante volte quando si erano conosciuti! Possibile che non se lo ricordasse?


SPUNTO DI RACHELE E ARIANNA, I B
Il Malandato era sdraiato su dell’erba marcia, le lacrime solcavano le sue guance mentre si stringeva il petto.
Aveva un enorme foro sotto al cuore e provava a bloccare l’emorragia con le mani, impietrite dai geloni.
Le sue dita, ormai viola quasi sfrigolavano sotto al calore del sangue che usciva a fiotti.
Sapeva cosa fare, avrebbe potuto gridare a pieni polmoni, ma l’aria era troppo fredda per esalare anche un solo, breve, respiro.
Non voleva lasciarsi andare, non voleva mollare.
Quel bastardo gli aveva rubato la copia dei Miserabili che aveva preso in prestito da Carcarlo…
E ora era lì, sdraiato per terra, con il petto inzuppato di sangue e il viso contratto da una smorfia di dolore, negli ultimi attimi della sua vita pensò alle persone che l’avevano reso l’uomo che era: pensò a sua madre, che lo crebbe da sola dal giorno della sua nascita, pensò alla moglie e alle sue figlie, che perse in seguito a un incidente autostradale causato dalla sua ebbrezza, da quel giorno l’alcool era il suo migliore amico e riusciva ad abbandonarsi solo al caldo rivolo di liquido che scendeva lungo la sua gola.
“Perfetto!” Pensò “Sto per morire e sono pure sobr-”
Si girò di lato e sputò un consistente e denso grumo di sangue.
Rimase inorridito dalla vista del suo stesso sangue e per un secondo sentì il vomito risalire per il suo esofago, prima di venire rimpiazzato da ciò che doveva essere nelle sue vene in quel momento.
Decise di non lottare, sentiva le voci delle sue bambine sussurrargli nelle orecchie, si sdraiò dolcemente sul terreno e lasciò che i suoi angeli lo liberassero di quel fardello che era la sua vita.
Sentiva i sensi mano a mano affievolirsi sempre di più, ma vide una figura nera avvicinarsi, e con una semplicità enorme sollevare il suo gracile corpo quasi morto.
Vide una donna, dai lunghi capelli neri e gli occhi blu scuro, gettarlo in un canale.
Sentì un tonfo prima di chiudere per sempre gli occhi, e un libro dal valore inestimabile, galleggiò attorno al suo cadavere, nella fredda, scura e paludosa acqua dei canali di Milano.
Quel giorno fu più plumbeo degli altri, Milano risuonava di suoni tetri, cupi, corvi e sirene.
Ci fu una denuncia quel giorno, alle 4 del pomeriggio, due ragazze stavano passeggiando, mano nella mano, quando videro il corpo di un uomo galleggiare nei navigli, una di loro svenne, mentre l’altra chiamò presa dal panico poliziotti e medici.
In meno di 20 minuti furono lì, il corpo esangue aveva un ghigno spaventato stampato sul viso.
Mentre i poliziotti agivano sul corpo, una delle ragazze, Ginevra, vide la copia dei Miserabili, la raccolse e provò ad asciugarla, nascondendola sotto al maglione.
Dopo 3 ore di interrogatorio riuscirono a liberarsi dei poliziotti tornarono a casa, ma Ginevra continuava a sentire dei passi dietro di sé,
Si girò, e vide una donna dai lunghi capelli neri allontanarsi, ridendo.


SPUNTO DI BENEDETTA E GAIA, II B
Tutto così strano.  Luca rigirava in continuazione le stesse foto senza trovarci alcun collegamento con il Malandato attuale, era così diverso, ora non era nient’altro un senzatetto... ma cosa l’aveva portato ad essere ciò che era diventato? Mentre io ero sempre più incuriosito da quella fatidica mappa piena di crocette su luoghi differenti. C’erano così tanti dubbi che mi affliggevano, domande senza alcuna risposta, le uniche cose che sapevamo erano quelle scritte nel retro di ogni foto. Ciascuna foto presentava una “didascalia”, la data del suo matrimonio, i nomi dei figli Lauren e Samuel, la moglie Michelle, diverse foto della loro casa in via Tortona 13, anch’essa molto lontana da un prototipo di alloggio che un senzatetto potesse permettersi, presentava un enorme giardino, recintato da un cancello grigio molto arrugginito, con all’interno un altalena rossa e blu dove in varie foto i bambini erano stati ripresi, due grandi alberi con appesa un’ amaca, con un piccolo sentiero costituito da pietre di varie misure si poteva arrivare all’ingresso dell’abitazione, si accedeva al pianoterra dove vi era una taverna nel quale passavano quasi tutti i Natali in famiglia, c’erano ben 8 foto di 8 Natali consecutivi scattate in quella taverna, al prima piano vi erano la cucina e il soggiorno dove in ogni foto il malandato appariva seduto sulla poltrona con una pipa in bocca mentre leggeva il giornale, al piano di sopra ognuno la propria camera da letto, prendendo tra le mani un ultima foto Luca vide il malandato insieme ad un uomo, sembravano molto felici, la girò e lesse “Io e Adrian Desuie, compleanno Michelle”, pensammo subito fosse un suo caro amico e che potrebbe magari farci chiarezza su questa sua situazione il quale a noi era molto sfocata. Luca posò il quaderno sul tavolo, si alzò e per sbaglio lo scostò con il gomito facendolo cadere, tutti i fogli si sparsero sul pavimento e nel raccoglierli trovò un documento al quanto strano. Era una denuncia di scomparsa, esattamente la denuncia fatta dal malandato per la scomparsa di Michelle, Lauren e Samuel. Tutto si faceva sempre più strano, i dubbi aumentavano e la voglia di scoprire cosa ci fosse sotto anche, nonostante inizialmente Luca fosse disinteressato al tutto, ora talmente accecati dalla curiosità ci mettemmo a fare delle ricerche per rintracciare l’amico Adrian, e dopo vari tentativi nulli riuscimmo a trovarlo, risiedeva esattamente nella stessa via del malandato, la casa accanto, via Tortora 15. Ci recammo subito nella via indicata, arrivati trovammo lo stesso cancello arrugginito nella foto, e come risaputo, affianco sorgeva la casa del malandato. Un piccolo cancello delineava l’ingresso, e in piccolo sfoggiava un prezioso campanello dorato, con sopra scritto “Desuie”, suonammo e passato qualche secondo, con grande dispiacere, nessuno rispose. Decidemmo così di allontanarci per poi ritornare qualche altro giorno, ma con sorpresa il cancello si aprì, inizialmente eravamo scossi e titubanti nell’entrare o meno. Luca mi prese e corse dentro. Entrammo e ci trovammo davanti ad un’enorme casa, sembrava quasi un castello, c’erano molte scale che condividevano in vari luoghi, fuori uscì dal balcone una sagoma, maschile presupponevamo, in penombra sembrava molto gracile e minuto. Più si avvicinava a noi, più le somiglianze con Adrian si facevano sempre più simili, fino a quando non si presentò a noi dicendo “Buongiorno, sono Adrian, cercavate me?”, lì capimmo quindi che era lui.  Luca si precipitò, quindi, nel rispondergli “Buongiorno, si stavamo cercando proprio lei... io sono Luca e lui è Jake, abbiamo trovato questo quadernetto contenente queste foto e documenti, risalgono ad un certo Malandato, ed inoltre abbiamo trovato una vostra foto e volendone sapere di più siamo venuti da lei per farci chiarezza su questa situazione, lei può aiutarci?” “Oh, be’… sì, accomodiamoci pure dentro!” Entrammo in casa e come ci aspettavamo aveva un aspetto molto lussuoso ed elegante, muri tappezzati di quadri, specchi e sui soffitti c’erano molti lampadari di cristallo che riflettevano luce in tutta la casa, dando così brillantezza. In tono garbato Adrian ci chiese “Vi porto qualcosa da bere?”  “Sì, grazie, se lo avete dello scotch, con ghiaccio” rispose Luca. Ci fece poi accomodare su un divano color panna che si intonava perfettamente con le pareti color tortora. Adrian si sedette e iniziò...


SPUNTO DI RICCARDO E FRANCESCO, I B
Improvvisamente si spaventano del rumore del motore di una macchina che, a fatica, arranca, ma che sta per arrivare.
Rimangono immobili, l’impressione che qualcosa è successo è forte, ma non riescono a focalizzare di cosa si tratti. 
L’unico rumore che sentono è il loro forte respiro e il veloce battito del loro cuore.
Poi di colpo Scolo si muove e coraggiosamente fa capolino dalle lamiere, per vedere cosa succede fuori.
“Ragazzi, tranquilli era solo  un umano che svuota i contenitori lungo la ciclabile”.
Luca non connetteva più, era tornato in uno stato di trance, non si poteva  permettergli di fare così ancora una volta.
Quindi come due nutrie che si rispettino, Jack e Scolo decisero di imboccare il sentiero che si diparte sulla destra della stradina e che, passando tra boschi e prati, esce sul lato nord del Naviglio, una zona molto tranquilla, dove avrebbero potuto esaminare con la dovuta calma, il foglietto.
Qua e là, nei prati, s'intravvedono ancora sprazzi di neve che ancora resiste al primo caldo e alle piogge, a tratti torrenziali, di ieri.
Luca, alla maniera di un’aquila che stringe la preda tra gli artigli, custodiva gelosamente il foglietto.
Arrivati, s’interrogano sulla provenienza di quel foglietto, che era stato conservato con così tanta cura dal Malandato.
Luca parlava con un tono di voce sommesso, come se avesse avuto paura che qualcuno li stesse ascoltando.
“Ragazzi, non riesco proprio a capire …” non finì la frase che videro sopra di loro delle macchie nere, Luca si stropicciò gli occhi per aiutarli a dare un contorno reale alle immagini.
“Ciao Raf, che piacere vederti” Scolo era molto agitato e non si capiva come mai.
“Vi ho visto dall’alto e mi sono detta, che ci fanno quei tre da queste parti, visto che non è la vostra zona abituale”
“Siamo venuti a vedere se riusciamo a trovare una zona più tranquilla, dove magari trasferirci, sai, sta diventando un vero casino nella nostra zona, non si riesce più a stare tranquilli, tra le biciclette, gli umani che non ci lasciano mai in pace, notte e giorno”.
“Comunque, sono già passata da queste parti e vi devo dire che non è poi una zona così tranquilla, se fossi in voi rimarrei vicino alle sponde del Naviglio, zona sì più trafficata, ma sicuramente più sicura, qui ho visto più volte cacciatori con i loro cani”.
Jake sobbalzò, al solo sentir parlare di cacciatori, si era agitato.
“Ok, grazie Raf, terremo presente i tuoi consigli”.
Scolo cercava in tutti i modi di far andare via quella curiosa cornacchia, che invece continuava a stare lì ferma a fissarli.
“Fate come volete, ci si vede in giro allora!”.
Con un grande balzo finalmente Raf riprese il volo e se ne andò lasciandoli soli.
Jake e Scolo decisero di proseguire per non destare sospetti e Luca li seguì in silenzio, come era solito fare.


SPUNTO DI MEGAN E MICHELE, II B
“SCOPRIRE LA CITTÀ”
Era passata un’altra notte di gelo e solitudine sotto al ponte, con Luca. La precedente sera, Jake la Nutria aveva lasciato addormentare Luca, sul divano, per poi lasciarlo nel mondo dei sogni per raggiungere, a pochi metri da lì, il suo covo segreto. Nessuno lo aveva mai notato sebbene fosse solo una fossa poco profonda nel terreno, ricoperta in parte da erbacce. In questo luogo, Jake la Nutria, era rimasto ad osservare con molta attenzione la mappa piena di x, chiedendosi continuamente cosa fossero, cosa significassero e se il Malandato le avesse messe per far sì che si potesse davvero raggiungere quei luoghi. Insomma, un enigma che una nutria aveva il sogno di risolvere. Arrivò l’alba e Jake studiava ancora quel pezzo di carta. All’improvviso pensò che la cosa migliore da fare fosse esternare la sua impulsività e compiere la prossima mossa senza pensare molto. Così prese con le zampe quel pezzo di carta e puntò gli occhi sul simbolo più evidente, il cerchio con delle linee che segnalava il cuore di Milano, il Duomo. Un sorriso misto di stanchezza e felicità si stampò sul suo muso ed esclamò: “Ok! Andiamo in centro a Milano”.
Luca dormiva ancora quando gli arrivò accanto. Doveva far capire al suo amico che insieme, dovevano raggiungere una chiesa, ma non una chiesa qualsiasi alla quale potevamo arrivare facilmente: il monumento in questione si trova al centro del capoluogo lombardo e loro “vivevano” nella più periferica possibile e immaginabile delle zone del mondo. Insomma, una lunga avventura che, sicuramente, lui e Luca, sarebbero riusciti a superare. Con poca prudenza ha afferrato la manica della veste che porta 365 giorno l’anno, che sia freddo o caldo. Tirando con i denti e tutte le forze che una nutria deve usare per svegliare un essere umano se pur piccolo e magro che sia, si è svegliato e lo ha subito guardato con uno sguardo incredulo come se avesse un punto di domanda dinanzi agli occhi. Gli ho fatto capire che doveva seguirlo e sapeva per certo che lo avrebbe fatto pur non sapendo né dove stessero andando né tantomeno il perché.
I due si trascinavano per un luogo mai visitato e nutrivano la speranza di poterci arrivare sani e salvi. Sebbene loro avessero molto coraggio e voglia di scoprire la verità, un problema li ostacolava: come sarebbero arrivati fino alla meta non avendo né soldi né un mezzo di trasporto? A Jake venne subito in mente un’idea. Pensò al suo amico Bombolone, chiamato così per la buffa forma a sfera che lo differenziava dalle altre nutrie, e al suo padrone, un vecchio barbone che Luca gli aveva presentato pochi mesi prima. Quest’ultimo possedeva poche cose: Bombolone, degli stracci come vestiti e una bicicletta. Quell’uomo non viveva molto lontano dal ponte di Luca, quindi, Jake, decise di raggiungere il suo covo per chiedergli in prestito la bicicletta che, seppur vecchia, poteva aiutarli nella loro avventura. In pochi minuti di cammino incontrarono Bombolone e il barbone, i quali acconsentirono alla loro richiesta permettendo a Luca di saltare in sella e alla nutria nel cestino. I due si misero in cammino, o meglio, iniziarono a pedalare da sentieri a viottoli e poi a strade trafficate, seguendo i pochi cartelli che segnalavano il centro.
Il viaggio sembrava eterno ma il tutto durò solo mezza giornata. Davanti ai loro occhi scorrevano immagini nemmeno mai fantasticate dalla loro mente: case in mattone, muri trasparenti, torri alte centomila volte più di loro e persone vestite con abiti puliti e tutti differenti l’uno dall’altro. La città, un termine di cui avevano solo sentito parlare, era immensa e stupenda. Piena di vita e particolarità. Era tutto talmente diverso da dove vivevamo che si persero dietro a ogni minimo dettaglio, rischiando più e più volte di schiantarsi contro un palo. Non avevano mai visto il Duomo fino ad ora, ma se lo immaginavo grande, imponente, fantastico e da lasciare senza fiato. Questi tutti aggettivi che il monumento ha confermato nel momento in cui l’hanno visto. Prima di quello spettacolo, la cosa più grande mai vista prima era stato l’albero saggio del bosco vicino al covo del Malandato, quello sì che sembrava loro grande, ma ora, si trovavano davanti al re delle cose giganti: un insieme di migliaia e migliaia di alberi saggi sovrapposti per formare il DUOMO. La struttura era talmente possente da impaurire una piccola nutria come Jack. I cinque ingressi erano incorniciati da massicci pilastri che partivano da terra e terminavano in alto con lunghi puntali a solleticare il cielo. Ogni portale era sormontato da una finestra serrata con cornici decorate di contorno. Tutto meraviglioso e perfetto dall’esterno. Non vedevano l’ora di visitare l’interno Jack così picchietta con la zampa sulla gamba di Luca per fargli intuire che voleva entrare. Lui lo seguiva senza fare domande. Varcata la soglia, è stato come entrare in un paradiso: colonne, pilastri, migliaia di sedie, sculture e tanto altro. Ogni singolo angolo di quella chiesa era decorato e colorato in modo vivace. La luce delle finestre rifletteva sullo sfondo dorato e si espandeva in tutta la struttura. Luca sembra attratto da tutto proprio come Jack. Forse stanno riflettendo sul fatto che hanno vissuto in periferia per molto tempo e non erano consapevoli dell’incanto del centro di Milano. Giusto per pochi minuti si erano dimenticati del compito che li aveva portati fin lì: dovevano indagare.
Jake la Nutria si allontanò velocemente da Luca per il semplice fatto che non sarebbe riuscito a spiegargli cosa dovevano fare e avrebbero perso solo tempo, così preferiva sbrigarsela da solo. Camminava lentamente con la paura di essere scoperto e cacciato, essendo una piccola nutria dispersa in un Duomo. Vagava con la speranza di trovare un indizio che lo potesse aiutare fino a quando non gli venne in mente la foto dove il Malandato era vestito da matrimonio accanto alla sua ipotetica sposa. Capì subito che quell’immagine era collegata a quello che stavano cercando. Pensò ai tanti film che aveva visto sotto il ponte con Luca, nei quali c’erano due persone vestite come il Malandato nella foto che stavano davanti all’altare per chiedere unione. Jake si alzò in piedi, reggendosi sulle sole due zampe posteriori, per osservare e intercettare l’altare. Dopo averlo avvistato, si mise a correre velocemente lungo la navata centrale evitando di essere visto. Quando finalmente è giunto all’altare, ha iniziato a girare attorno al parallelepipedo cercando un minimo particolare che lo potesse aiutare. Cercava, cercava e cercava. Era ormai giunto al settimo giro e ancora non aveva trovato niente, fino a quando, sfinito, si è seduto accanto al leggio per riposare un secondo. I suoi occhi si misero a studiare ogni singola piastrella del presbiterio giusto per far passare il tempo. D’un tratto la sua attenzione è caduta sull’unica piastrella che sembrava diversa dalle altre: aveva un aspetto ligneo rispetto alla ceramica circostante, al centro aveva una specie di macchia nera e sembrava leggermente rialzata. Senza pensarci due volte si è avvicinato con fare curioso. Come aveva appunto notato da lontano, il pavimento, in quel punto, era effettivamente rialzato e fatto di legno. Avvicinando lo sguardo si accorse che, quello che sembrava un punto nero nel nucleo della piastrella, era in realtà una serie di cerchi concentrici, uno più grande dell’altro, che si propagavano per poco sulla superficie.
Quel simbolo era lo stesso disegnato sulla mappa del Malandato. Finalmente aveva trovato qualcosa che poteva fare al caso loro. Era felice, ma allo stesso tempo in preda alla curiosità. A questo punto non restava altro che sollevare quella piastrella e vedere cosa nascondesse o proteggesse. Con le zampe anteriori, ormai stanche e affaticate, ne prende l’angolo e, con forza, la solleva. Dopo molta fatica il legno si stacca improvvisamente e lui cade all’indietro, battendo la testa ma, fortunatamente, non abbastanza forte da fargli perdere conoscenza. Incuriosito, si è alzato di scatto ed è corso vicino al buco. Guardando dentro, vide degli oggetti che non credeva di trovare: una mappa con segnati gli stessi posti della precedente tranne il Duomo, una foto del Malandato seduto su un sasso in un bosco e, a sua sorpresa, alcune pagine de “ I Miserabili” evidentemente strappate dal resto del libro.
Jake arrivò a pensare che il mistero non era un rapimento ma una vera e propria fuga di un uomo che vuole divertirsi vedendo gli altri cercarlo.
Jack sapeva che questa avventura sarebbe durata a lungo e ciò, in parte, lo divertiva: doveva continuare a cercare indizi per riuscire a trovare il resto del libro; voleva farlo non solo per mettersi alla prova, ma anche per riportare al povero Carcarlo il suo prezioso libro. L’unica cosa da fare era capire il perché di quella foto e quale sarebbe stata la loro prossima mossa.


SPUNTO DI GABRIELE E DARIO, I C
Luca, mentre guardava le copertine dei suoi vecchi cd, entrò di nuovo in trance. “LUCA! LUCA! DOBBIAMO MUOVERCI. Luca! Luuuu….” Non fece neanche in tempo a finire la frase, che Jake collassò sul petto di Luca. Il loro riposo fu interrotto da un leggero ronzio, che finì per aumentare in versi non comuni a quelli umani, che soltanto una nutria di loro conoscenza avrebbe potuto emettere. Si sentì il rumore simile a quello che produce un oggetto lanciato da molto in alto in acqua. In questo caso, l’oggetto in questione era Scolo. Sobbalzarono, ormai fradici e senza capire cosa stesse succedendo il loro sguardo cadde su una zampa spelacchiata che, con tutte le sue forze, stava cercando di risalire dal Naviglio.
“Ragazzi!” disse Scolo scuotendosi e strizzandosi la coda per far uscire l’acqua.
“Non ci crederete!”
“Che cosa?” dissero in coro Jake e Luca. Scolo starnutì ci volle un po' prima che riuscì a riprendersi e a riprendere il discorso.
“Raf, che tra l’altro mi ha appena gettato in acqua facendomi perdere una delle tante vite di noi Nutrie, ha beccato il nostro famigerato Malandato mentre rivendeva un libro che sembrava molto prezioso in cambio di un grande diamante. Si è poi diretto verso una casa, vicino a Parco Sempione. Ha bussato, più volte, perché il proprietario tardava ad aprire. Dopo due sbuffate del Malandato, una donna aprii la porta e alla sua vista, rimase sorpresa. Il Malandato tirò fuori l’anello e inizio a parlarle. A Raf parve, dal modo in cui gesticolava e dalla sua espressione, quasi supplicatoria, che le stesse chiedendo di rimettersi insieme. La donna però, gli chiuse brutalmente la porta in faccia.”
Luca si fermò nuovamente a guardare il vuoto, ma questa volta non per una delle sue immotivate pause.
“Andiamo! Sono sicuro che tornerà” disse alzandosi di colpo e prendendo i due sotto le braccia. Come Luca abbia indovinato che il Malandato sarebbe tornato, non si sa. Luca e le Nutrie arrivarono il più velocemente possibile. Sul posto c’era anche Raf. Si misero tutti sul tetto della casa di fronte ad aspettare l’arrivo del Malandato. Egli non tardò ad arrivare. Bussò con aria atterrita e consapevole di quello che aveva fatto in passato. Questa volta, però, la reazione della donna non fu così contenuta.
“Ti ho detto di non tornare più! Sai quello che hai combinato!” Il Malandato però non ebbe neanche il tempo di controbattere che venne accecato dai fari di un’ambulanza che precedettero le sirene.
“Il mi- il mio libro! Male-mal-male-maledetto!”.
Era Carcarlo che, riuscito a evadere dall’ospedale psichiatrico, aveva dirottato un’ambulanza e si dirigeva a tutta velocità contro il Malandato. Per grazia divina e per le scarse doti di guida di Carcarlo, l’ambulanza urtò una recinzione prima di colpire, non così tanto violentemente, il Malandato.
“È Carcarlo!” disse Jake “Forza scendiamo!”.
I quattro scesero di corsa e fermarono appena in tempo Carcarlo, il quale stava per gettarsi sul Malandato per terminalo.
“Fermo!” urlò Luca appena in tempo “Sappiamo dov’è il tuo libro!” Carcarlo, con una mano stretta sulla camicia del Malandato e con l’altra chiusa in un pugno, tutta sanguinante e pronta per sferrare il colpo decisivo al Malandato, si fermò e guardò Luca. “Ve-ve ver- veramente?” chiese, con un barlume di speranza. “Sì! Perché non vieni con noi invece di distruggere quest’uomo”. Propose Luca.
Carcarlo accettò. I quattro andarono al negozio al quale il Malandato aveva venduto il libro. Visto le condizioni di Carcarlo, il venditore fu magnanimo e gli restituì il libro gratuitamente. Intanto, l’ex moglie del Malandato, si impietosì alla vista del poveretto, sdraiato per terra, che versava litri di lacrime per il dolore. Lo perdonò per tutte le malefatte del passato e lo portò all’ospedale.


SPUNTO DI CLAUDIA, CHIARA E MATILDE, I B
Per tutto il giorno la nutria restò con la famosa cartina in mano a spremersi le meningi pur di capirci qualcosa, ma senza risultato.
Per questo il giorno seguente decise all'oscuro del suo amico Luca di ritornare dove avevano trovato gli indizi sperando di trovarne altri o anche solo una traccia; lì trovò Scolo ad aspettarlo impazientemente, continuava a guardare a destra e poi a sinistra, avanti e poi dietro, sembrava anche un po’ scosso, quando incrociò lo sguardo di Jack sbarrò gli occhi e gli zampettò incontro. “Hai Scoperto qualc-” non fece in tempo a finire la frase che Scolo gli prese una zampa e lo trascinò dove prima si trovava il rifugio del Malandato “Shhh, abbassa la voce. Stupido!” “Ma io-“ di nuovo non fece in tempo a completare la frase che Scolo gli mise una mano sopra la testa e lo fece abbassare con lui dietro un grande pezzo di legno. “Zitto e guarda.”
Vide arrivare una bella donna, alta, magra, bionda con gli occhi azzurri e con addosso un lungo vestito che sembrava di alta moda di color rosso, essa incominciò a rovistare nel cassone contenente i vestiti e precedentemente la cartina .
Lei, ignara della presenza delle due nutrie, svuotò tutto il cassone ma evidentemente non trovò quel che cercava perché emise un verso di frustrazione, lasciò sopra la valigia una busta e, a passo leggero ma svelto, scappò verso la ciclabile, e continuò con indifferenza il suo tragitto.
Per Jack fu uno shock poiché non aveva mai visto in vita sua una donna cosi incantevole ed elegante come quella che fino a 2 minuti prima era a 10 metri da lui e poiché non riusciva a capacitarsi del motivo per la quale si trovava in quel posto cosi sporco a rovistare nel vecchio rifugio del Malandato. “Dalla tua espressione confusa deduco che tu non abbia riconosciuto la donna” “ perché avrei dovuto? Non la conosco, saprei riconoscere una donna del genere se l’avessi già vista prima.” “È la moglie, o meglio, ex moglie del Malandato” “come fai a saperlo?” “Elementare, mio caro Watson, è la stessa donna che abbiamo visto nella foto all’interno del quaderno che abbiamo trovato dentro alla valigia” “giusto, mi sembra sensato, ma cosa avrà lasciato all’interno della busta?” “Scopriamolo!” Presero la busta e quando l’aprirono rimasero molto sorpresi, all’interno della busta c’era un bel gruzzoletto di soldi “e ora che facciamo?” “Io ora devo andare via Jack, tu fai quel che vuoi con quei soldi, ci troviamo qui anche domani.” Jack non rispose perché troppo impegnato a decidere che fare con quei soldi, avrebbe potuto portarli a Luca, gli avrebbe sicuramente cambiato la vita, ma avrebbe potuto far scoppiare un casino dato che non sapeva a chi erano indirizzati quei soldi e perché erano stati lasciati la. Decise di prendere solo 50€ dalla busta, in confronto al resto erano un’inezia, a chiunque fossero indirizzati non si sarebbe accorto e così Luca avrebbe potuto comprarsi del cibo o qualche vestito. Glielo portò dicendo di averli visti cadere dalla tasca a un vecchio signore che passeggiava con il cane. Il giorno dopo ritornò al vecchio rifugio del Malandato ma Scolo non si fece vedere. Lo aspettò per l’intera giornata ma lui non si fece vivo. Non si preoccupò era suo solito dimenticarsi le cose, però era molto strano, sembrava molto serio il giorno prima e anche un po’ misterioso, sicuramente , c’era qualcosa che non gli aveva rivelato e questo forse lo ha messo in pericolo. Cercò di rimanere positivo, e decise di tornare anche i giorni successivi, passò una settimana ma di Scolo nessuna traccia, e questo significava solo una cosa: un altro mistero!
Così decise di approfittare della pausa pranzo al refettorio di Luca per fare il ruolo di Sherlock Holmes la nutria e ricavò molte informazioni dalla sua ricerca.
Rivide la donna che poi scoprì chiamarsi Aurora dalla collana che teneva al collo con scritto il suo nome, poi capì che quella donna doveva essere molto ricca e potente dato che nei giorni successivi arrivò al rifugio con una limousine con i vetri oscurati e i sui vestiti e accessori erano tutti di alta moda. Notò anche che non portava nessuna fede al dito, ma come aveva già detto Scolo, era l’ex moglie non la moglie quindi non aveva più nessun motivo per portare la fede. E come ultima cosa ma non meno importante notò che la busta con i soldi era rimasta esattamente dove l’aveva lasciata lui. Ma quegli indizi non gli bastavano doveva sapere di più così rimase appostato dietro ad un pezzo di legno. Passavano 2 ore nella quale la nutria rischiò pure di addormentarsi, ma ad un certo punto sfuocato e in lontananza vide un uomo zoppicante procedere verso la busta, l’aprì e tirò fuori un foglio di carta. Come diavolo aveva fatto a non accorgersi di quel foglietto? Era un indizio importantissimo e adesso non avrebbe più potuto sapere cosa c’era scritto. Guardò meglio l’uomo e solo in quel momento capì che l'uomo era il povero Malandato dall'occhio di vetro. Guardandolo non riusciva a capacitarsi di come uno straccione come lui fosse potuto stare con un fiore come lei, cosa aveva lui in più di me? Si chiese la nutria.
Evidentemente agitato e emozionato poiché tremava e gli scendevano le lacrime dal suo vero occhio il Malandato incominciò a cercare freneticamente qualcosa che non trovava, la nutria sapeva che era la cartina che aveva con lei, ma proprio non riusciva a capire a cosa serviva e cosa voleva farsene per questo tornò di corsa dal suo amico per raccontargli tutto ciò che aveva scoperto sul Malandato.
Gli raccontò della donna, dei soldi, del Malandato, del foglio, della probabile scomparsa di Scolo e si tutti i dettagli sia quelli più importanti sia quelli più insignificanti. Luca non sapeva che dire, era molto sorpreso di tutto e anche un po’ arrabbiato perché il suo amico non gli aveva detto tutte quelle cose prima, avrebbe fatto sicuramente la differenza. A Luca frullavano per la testa milioni di domande, cosa c'entrava la moglie? Perché gli lasciava i soldi? Il Malandato stava bene, perché non aveva avvisato nessuno? Era in pericolo? Cosa c’era scritto di così importante su quel foglio da fargli avere quelle reazioni? Luca era molto indeciso se chiamare la polizia o meno, ma poi decise di non farlo perché magari avrebbe messo tutto ancora più nei casini. Decise così di prendere la cartina, la studiò attentamente. Ma certo! Come non aveva potuto pensarlo prima, quei punti sulla cartina potevano essere altri rifugi del Malandato. Decise così che il giorno seguente insieme a Bob sarebbe andato in quei posti a cercare il Malandato. Dopo averlo cercato per alcuni giorni lo trovarono lungo il naviglio Martesana mentre leggeva il libro che gli era stato dato in prestito. I due gli chiesero spiegazioni riguardo la sua scomparsa e lui non rispose. Allora decisero di andarsene e dopo qualche giorno cercarono la ex moglie nel rifugio del Malandato e la portarono al naviglio; li ritrovarono il Malandato e l’ex moglie chiese insistentemente perché se ne fosse  andato col libro.


SPUNTO DI ALESSIA V. E SERENA, I C
Luca è lento. Davvero troppo lento. Dovevamo capirci qualcosa, e l’unico modo per farlo era andare nei punti contrassegnati. Perciò stavamo correndo, o almeno, io lo stavo facendo. “Non sono mai andato al Duomo”, disse Luca con aria sognante. “Ma tu sei di Milano, devi esserci stato!” Replicai. Saremmo andati avanti così per tutto il tempo impiegato per arrivare alla grande Piazza del Duomo, immagino. Luca era a dir poco stupito, davanti a quella perfetta cattedrale gotica. Le ‘x’, però, erano abbastanza vaghe, non indicavano un luogo preciso, per cui ci guardammo in giro spaesati. Forse non avevamo scelto l’orario più opportuno per recarci in quel posto, la Piazza, infatti, era colma di gente che ci guardava con aria sospettosa.
“Bob, cosa dovremmo cercare esattamente?” chiese Luca. Non lo ascoltavo nemmeno, e non perché non volessi dargli una risposta, ma perché non ne avevo la minima idea, nonostante la mia intelligenza sopra la media.
“Diamo un’occhiata in giro?” dissi quasi come se fosse un’affermazione. Lui annuì, fantasticando su come potessero essere i ristoranti lì vicino e le opere nei musei, riservate a chi si poteva permettere il biglietto.
“La gente mi osserva troppo, se non vogliamo che chiamino i disinfestatori di animali indesiderati, sarebbe meglio se mi nascondessi da qualche parte là sotto”, dissi indicando il suo cappotto malconcio e rattoppato. Luca si abbassò, mi fece spazio e io mi intrufolai nella tasca più grande a mia disposizione. Il cappotto era decisamente largo per il suo fisico mingherlino e smagrito, ma era decisamente utile per nascondere degli oggetti, o, in questo caso, animali.  Jack prese quindi il controllo della situazione tenendo sempre un occhio sulla mappa, ma il desiderio di Luca di visitare il Duomo era troppo forte, e malgrado le continue negazioni di Jack, cercò di entrarvi. Si ritrovò in coda, sapendo di non poter comprare il biglietto. Jack era infastidito, sarebbe stato troppo pericoloso uscire dal suo nascondiglio e trascinare via Luca, anche perché era consapevole che sarebbe potuto essere l’unico modo per scoprire il significato del contenuto della valigia del Malandato. “Posso fare qualcosa per lei?” disse una voce delicata e femminile, che si rivelò essere quella appartenente alla ragazza che consegnava i pass all’entrata.  Luca non poteva non notarlo, c’era qualcosa di troppo familiare in lei. Io invece scorsi delle somiglianze con il Malandato.
“Per tutte le nutrie! È sua figlia!” biascicai incredulo. Mi rivolsi svelto a Luca, che era di nuovo in quei suoi quindici minuti di trance.
“Luca! Svegliati! Non noti nulla? È la figlia del Malandato!” Luca, dopo la mia asserzione, si voltò di scatto verso la ragazza, tirando fuori da una tasca la foto del Malandato, mostrandola alla giovane. Di primo acchito quella non capì, mentre dopo aver osservato la foto più attentamente sgranò gli occhi.
“Dove l’hai trovata?” chiese guardinga scrutando Luca da sotto i suoi grandi e tondi occhiali.
“Sai per caso dove si trova il Malandato?” chiese Luca, andando dritto al sodo.
“Chi?!” chiese lei ancora più stupita di prima.
“Questo è mio padre!” esclamò la ragazza con frustrazione. 
“Non lo vedo da dieci anni, sai come sta?” Luca abbassò lo sguardo, non sapendo se dovesse mentirle o dirle la verità. Dopotutto era suo padre… come avrebbe reagito alla notizia del suo possibile rapimento? Decise di fare la cosa più opportuna per lui, cioè fuggire via. S’incamminò frettolosamente verso l’uscita, cercando di non destare sospetti tra le persone presenti.
“Ehi! Dove stai andando? Aspettami! Ho bisogno di sapere cosa è successo a mio padre!” Lasciò i pass che aveva in mano al suo collega di lavoro, raggiungendo Luca fuori dal Duomo, il suo cuore batteva forte, la voce le tremava e le mani sudate. Forse avrebbe potuto sapere qualcosa in più sull’uomo che dieci anni prima l’aveva lasciata con mille domande senza risposta.


SPUNTO DI ALINA, II B
Prima di avviarci sulle tracce del Malandato, ho deciso che sarebbe stato meglio, prima di tutto, informarci in modo breve ma completo sul suo passato, e chi se non Lucy sapeva tutto di tutti? Lucy era anche lei una nutria, nonché una delle mie amiche più strette, tutti la trovavo buffa per la sua grossa pancia, le piccole zampette e con gli occhi rotondi e piccoli e neri, ma allo stesso è molto carina infatti molti si fermavano a farle perfino le foto dato che passava la maggior parte della sue giornate, come una statua, a prendere il sole nel fiumiciattolo dei Navigli sempre in posizione diversa o stava semplicemente stesa da qualche parte a rilassarsi ma sempre al centro dell’attenzione. Ella poteva anche non preoccuparsi di procurarsi il cibo, perché aveva fatto tante conoscenze con diverse persone, sia di ceto basso che di ceto alto, loro tutti si prendevano cura di lei come se fosse una divinità. In aggiunta molte persone, dalla disperazione e dallo stress quotidiano, venivano da lei a confessarsi in continuazione perché era l’unico essere in grado di ascoltare. Il suo unico compito era quello di osservare ed udire le novità e i pettegolezzi freschi del momento. Inoltre era grande amica della maggior parte dei senzatetto perché, ripeteva in continuazione, che loro erano delle persone di buon cuore e con molta bella storia alle loro spalle, quindi sapeva di per certo qualcosa sulla mia vittima scomparsa. La distanza che ci divideva era pari a due quartieri, perciò ho avvisato Luca che dovevo andare a trovare una mia amica e mi sono avviato attraverso le scorciatoie che solo io conoscevo. Era ormai tardo pomeriggio, con un bellissimo tramonto che colorava il cielo del mio colore preferito cioè d’arancio e delle sue fantastiche sfumature, quindi sapevo di sicuro che Lucy era già nella sua piccola ma assai accogliente tana, disposta ad accogliere me e le mie domande. “Ciao Lucy, da quanto tempo?” dissi io. “Ma chi sei tu? Non mi ricordo” scherzò lei, “Ciao Jack, come stai?”. “A dir la verità ci sono delle domande che continuano a frullarmi nella testa e tu sei l’unica che può darmi delle risposte concrete”. “Oh! Certo Jack dimmi pure, lo sai che sono sempre disposta ad aiutare i miei amici” disse lei con aria un po' preoccupata. “Qualche giorno fa, è scomparso un senzatetto, il così detto Malandato, quindi stamattina io e Luca ci siamo diretti nel posto il cui lui viveva cioè sotto il Ponte Nuovo e lì abbiamo trovato una valigia con dentro dei vestiti e delle foto che lo ritraevano nel suo passato, penso fosse il suo matrimonio ma, la cosa più strana secondo me, era un foglio con sopra degli scarabocchi. Sembrava una mappa che ritraeva i posti più noti di Milano con delle x” dissi per farle capire il mistero. “Il Malandato?! Spero non gli sia successo nulla di grave. Lo conosco bene, veniva da me molto spesso…” “Davvero?!” la interruppi io, “Quindi conosci bene il suo passato? Perché prima di avviarmi alla sua ricerca ho ritenuto fosse opportuno capire al meglio il suo passato”. “Il Malandato mi raccontò la gran parte della sua vita, anche se non so quanto può essere plausibile tutto ciò, perché sembra una storiella per ragazzini ribelli” disse lei. “Da quanto ho capito lui era una persona onesta, penso davvero che ciò che ti ha detto fosse vero” cerco di convincerla. “Va bene, io ti racconterò ciò che so ma poi spetta a te valutare. Allora, lui proviene da una famiglia molto ricca, ha sempre avuto tutto quello che desiderava, e a scuola era un ragazzo modello che tutti invidiavano sia per le capacità di apprendere tutto velocemente che per la sua bellezza estetica, sembrava che non avere nessun diffetto, ma dopo un sogno, che fece da adulto e che non mi volle mai raccontare per paura di ricordare, la sua vita andò in rovina. Tutte le belle cose che gli sono capitate non riesce più a ricordarsele. A parte il matrimonio perché come prova c’è il suo album fotografico tuttavia se lo ricorda solo grazie al suo unico occhio, e non con il cuore. Mi raccontò anche la perdita dell’altro occhio, disse che qualcuno lo volle trasformarlo in una persona non vedente apposta per non fargli vedere l’unica cosa positiva che riusciva a percepire. Successivamente dopo pochissimo tempo mi disse che se ne andò di casa perché non voleva far del male anche alla sua amata. E semplicemente si è ritirato perché non ce la faceva più, e disse alla sua moglie di non cercarlo più e di non preoccuparsi ma soprattutto, che almeno lei, doveva ricordare il loro amore. Un amore sincero e puro. Da lì il suo cuore spezzato che non ha mai avuto modo di essere ricostruire. Ti ho avvisato, non so quanto queste informazioni ti abbiano potuto chiarire le idee ma è tutto ciò che mi disse”. Dopo aver ringraziato di cuore e salutato Lucy, sono ripartito per andare a casa ma questa volta facendo la strada più lunga in modo da riuscire, almeno un po', a rielaborare le cose che ho appena sentito perché sicuramente di mezzo c’è u mistero o una metafora che bisogna decifrare in modo da capire dove è potuto scappare o chi lo ha rapito. So di per certo che qualcuno gli voleva del male, una morte lenta e dolorosa dato che non voleva che egli ricordasse il lato positivo della sua vita, ma cosa centrava il sogno? La sua bella adolescenza centra qualcosa? E la sua ricchezza? E perché sua moglie lo ha lasciato andare così? Quando sono finalmente arrivato a casa, Luca già dormiva con le foto del Malandato in mano, si vedeva che era tanto preoccupato, ed io lo volevo proteggere a tutti i costi.


SPUNTO DI GLORIA E ALESSIA G., I C
Un altro sonoro sbadiglio ruppe il silenzio angosciante che regnava nel canneto, una nuvoletta densa di fiato si sprigionò dalla bocca di Luca. Il freddo quella notte aveva impedito al giovane di dormire; ma come poteva dormire quando i ricordi del giorno precedente ronzavano nella sua testa?  Alla fine Scolo aveva stabilito che la ricerca nella cascina era pressoché inutile, così, decise di passare la nottata in compagnia dei due amici. Si era rannicchiato sotto un cespuglio abbastanza lontano dal divano, sul quale si trovavano Luca e Jake.
Il Sole stava sorgendo e produceva dei riflessi di luce incantevoli nel canneto; Luca, stufo dei molteplici tentativi vani di dormire, si alzò dal divano logoro e scomodo. Aveva delle occhiaie violacee che si prolungavano fino agli zigomi e i lunghi capelli scompigliati più del solito. Si sistemò la giacca di cotone, che indossava sempre e, mentre si allacciava l’ultimo bottone, sentì un fruscio proveniente dalla sacca sportiva biancoazzurra. Tutti i suoi dvd erano sparsi sul terreno e Jake vagava con lo sguardo attento su di essi.
“Bob, non è il momento di guardare un film! Dobbiamo capire cosa significa quella bizzarra mappa!”, ma la nutria gli porse con il muso da roditore un dvd. Luca lo prese in mano e lesse il titolo “Sherlock Holmes e il mistero del caso irrisolto”.
“Bob, sei proprio un genio! Grazie a questo film riusciremo a diventare dei fantastici detectives e potremo trovare un’idea!”
Passarono così l’intera mattinata a guardarlo e, giunti ai titoli di coda, Luca si girò per capire cosa stesse facendo Scolo, ma il posticino sotto il cespuglio era vuoto, solo l’erba bagnata a rimpiazzarlo. Jake guardava confuso nei dintorni e annusava freneticamente l’aria. Trascorsero un’ora a cercare la nutria, ma di lui nessuna traccia. La mente di Luca venne offuscata da un presentimento: corse verso il divano, spostò il cuscino che c’era su di esso, per controllare che il quaderno del Malandato con all’interno la mappa fosse ancora al sicuro, e quando vide la copertina rovinata del quaderno, sospirò di sollievo.
 “Menomale, Bob! Pensavo fosse scomparso anche questo” disse prendendolo in mano, girò la copertina e la mappa era ancora lì, rispetto al giorno precedente il colore sembrava diverso, ma sicuramente era colpa della luce che faceva brutti scherzi.
Aprì il pezzo di carta piegato in tre o quattro parti ma sfortunatamente scoprì che quello era un semplice foglio bianco! Le sue dita incominciarono a tremare e la paura si manifestò nel suo corpo. Guardò con preoccupazione Jake la nutria il quale era sconvolto, sapeva benissimo cos’era successo… Scolo.
Lo conosceva da moltissimo tempo, erano amici di vecchia data, per questo era a conoscenza di ciò che era in grado di fare. Scolo gli aveva confidato il suo sogno: voleva guadagnarsi rispetto e adorazione con il titolo di "NutriaMan" (l’eroe di tutte le nutrie) e, in questo modo, evitare l’oblio ed essere ricordato per sempre. 
Erano stati sicuramente ingannati! I problemi stavano aumentando e ora erano rimasti senza traccia, cosa succederà poi?


SPUNTO DI VIOLA, GRETA, GLORIA D., I C
Luca si trovava al refettorio insieme al suo caro amico Bob, nonché compagno d’avventura. Stavano mangiando un gustoso e appetitoso piatto di riso con i funghi quando a Luca venne un colpo di genio ossia di prendere la mappa e guardarla più attentamente. Era indeciso se lasciar perdere la mappa perché la riteneva inutile e una perdita di tempo, oppure se iniziare a seguire le indicazioni su di essa. Alla fine, chiedendo il consenso al suo fidato amico Bob, decise di seguire le tracce sulla mappa. Così i due amici dopo pochi giorni, s’incamminarono verso la prima meta. Camminarono per giorni e giorni elemosinando cibo, chiedendo aiuto per la notte a varie persone incontrate lungo il tragitto. Dopo svariati tentativi i due riuscirono a convincere una donna di nome Morticia: era una donna sulla sessantina, aveva capelli lunghi e neri come il carbone,  occhi verdi come l’erba di primavera inoltrata e il viso pallido con rughe che lo scolpivano. Indossava una lunga gonna nera che le arrivava fino alle caviglie accompagnata anch’esso da un maglioncino nero che si confondeva con i suoi lunghi capelli. La donna li fece camminare per svariati chilometri, dopo un paio d’ore arrivarono alla sua bellissima dimora: aveva un giardino immenso con tanto di aiuole e con stupende rose rosse che spuntavano fuori. La casa era bianca e le persiane verde smeraldo. Poco dopo la signora fece segno ai due amici di entrare in casa dove li presentò ai due figli, Giuseppina e Alfredo e al cane Kira. All’interno la casa aveva anch’essa le pareti bianche con qualche sfumatura rossa, con qualche quadro appeso al muro che davano brio alla casa. Giuseppina gli fece visitare la casa fino a quando arrivarono alla loro stanza dove depositarono le loro cose. A tarda sera vennero chiamati da Morticia che li fece accomodare a tavola per la cena, dove trovarono un bel pasto caldo con delle squisite lasagne al forno e del buonissimo petto di pollo e infine il tiramisù. I due amici pieni e sazi ringraziarono Morticia e i due figli e se ne andarono a letto pronti a riposare perché il giorno dopo sarebbero dovuti ripartire in cerca del posto della prima traccia sulla mappa. La mattina dopo ben svegliati e riposati decisero subito di incamminarsi per riprendere l’avventura, cosi salutarono la padrona di casa e se ne andarono. Iniziarono ad incamminarsi e dopo tanta fatica e stanchezza arrivarono sulla prima x della mappa, scavarono a fondo su quel punto e alla fine trovarono un piccolo talismano tondo, un po' arrugginito con delle figure sopra rappresentate di cui non si capiva il significato. Luca e Bob, dispiaciuti e delusi dal fatto che dopo tutta quella fatica abbiano trovato solo un piccolo talismano senza valore, decidono di abbandonare questa avventura con la mappa e tornare a Milano dove al refettorio tutti li aspettavano. 


SPUNTO DI FEDERICO, I C
Scolo andò ad indagare nella cascina, lì trovò Raf e gli disse: “Raf, ho bisogno di aiuto, hai presente il Malandato? Ecco io e dei miei amici abbiamo seriamente bisogno di sapere dove sia andato, tu sai qualcosa?” Raf rispose: “Scolo, se fosse stato tutto come un anno fa fra me e te, ti farei questo piacere più che volentieri, ma come sai, non è così, io so dove il Malandato è finito ma, non vorrei lasciarci le penne, c’è una forza maggiore che non vuole questa informazione da nessuna parte” Scolo, disperato provando a corromperla disse “dai Raf, per favore se me lo dici ti giuro che ti dico un parco dove i vecchietti della casa di riposo si fermano ogni giovedì e anche se le pensioni non sono cospicue, è lo stesso un affare!” ma egli rispose “Piantala con questi stereotipi sulle cornacchie! Ho chiuso con quella vita, detto questo non ti darò le informazioni che ti sono necessarie!” e volò via.
Intanto Jake continuò a cercare di decifrare cosa quella mappa stesse a significare “Un matrimonio eh…” mormorò fra sé e sé.
Luca trovò una foto rovinata di un’altra persona, era un ragazzo molto alto con un naso alzato gli occhi verdi ed un sorriso smagliante vestito in un completo di velluto ed i capelli ingellati, non si capiva bene dove il ragazzo si trovi perché il resto della foto è riempito di scritte rosse, molto probabilmente rivolte verso di lui: Ti odio!!!,perché lei?, avrò la mia vendetta! eccetera eccetera.
Luca diede la foto a Jake, egli girò la foto e vide un indirizzo: via Alessandro Magno 54. Luca riconobbe l’indirizzo, e disse “questa è la via dove lavoravo io prima di finire qui, la so la strada, potremmo andarci” “D’accordo” rispose Jake.
Dopo un’oretta e mezza di camminata riuscirono ad arrivare all’indirizzo, un quartiere per lo più usato per costruire uffici, pieno di macchine e di uomini in giacca e cravatta con la 24 ore che guardano male Luca e Jake, si poteva benissimo leggere dalla loro faccia un :”cosa ci fa un barbone ed il suo sporco ratto in questo quartiere”. Dopo un po’ di ricerca i due riuscirono a trovare il numero 54,un ufficio uguale agli altri, suonarono al citofono e gli rispose una segretaria:”Chi è?” chiese lei
“Sono qui per consegnare una foto” rispose lui “Perché?” richiese lei “C’è scritto il vostro indirizzo dietro”
“Oh no, ancora!!” rispose lei.
Dopo un po’ di conversazione si scoprì che era da circa da 3 mesi che l’ufficio riceveva queste foto ed erano dedicate ad un lavoratore che lavorava lì e si dice anche che questo lavoratore aveva una moglie che prima era sposata con un uomo più vecchio e che dopo la separazione fu impazzito, sarà il Malandato? Il mistero si infittisce….


SPUNTO DI DAVIDE, I C
Il mistero si faceva fitto. Il Malandato era sparito e con lui il libro di Carcarlo, ma la cosa che mandava più in confusione Luca e Bob era quella benedetta cartina di Milano.
Luca era immerso nei pensieri e a Bob venne in mente un’ipotesi: “Magari il Malandato aveva scoperto che l’edizione del libro I Miserabili che gli aveva prestato Calcarlo era particolarmente rara e di un certo valore”.
Bob cercò di far capire quello che pensava a Luca che però era infastidito dal suo squittire.
Passò di lì nuovamente l’amico Scolo e Bob tutto agitato perché pensava di aver risolto il mistero lo bloccò e gli raccontò la sua teoria: “Bob, amico mio, almeno tu stammi a sentire! Secondo me il Malandato ha scoperto che la versione del libro che gli aveva prestato Carcarlo era preziosa e perciò ha pensato bene di andare a venderlo per farci un gruzzoletto.
Sulla mappa ha segnato le librerie più importanti di Milano partendo dal Duomo, quindi il Malandato non è sparito ma semplicemente è indaffarato a cercare di vendere al miglior prezzo quel libro. Cosa ne pensi?”
Scolo era in preda alla solita sbornia da birra e come sempre non era molto lucido. L’unica cosa che riuscì a dire prima di cadere in un sonno profondo da sbronza fu: “Ah, gruzzoletto… mooolto interessante!”.
Bob, innervosito e smarrito perché nessuno lo ascoltava, cercò nuovamente di attirare l’attenzione di Luca tirandogli il lembo di un pantalone.
Voleva dirigersi verso il Duomo, nel punto segnato sulla mappa, per cercare tracce del Malandato.


SPUNTO DI RICCARDO, I C
Luca, dopo aver compreso che il Malandato, prima di finire a vivere in strada, anche lui aveva una vita normale, tornò nella sua fase di trance, pensando alle foto che aveva appena visto.
Jake, durante il solito quarto d’ora di Luca, riprese in zampa la mappa e le foto, e si rese conto che le x erano collocate nei punti dove erano state scattate le foto del Malandato. Così, durante la notte, dovette lasciare Luca da solo, Jake era estremamente preoccupato di lasciarlo da solo per un’intera notte, ma doveva farlo per cercare di capire come poteva aiutarlo. Jake passò in rassegna tutti i posti segnati dalle x, aiutato da svariati amici.
La mattina seguente Jake tornò da Luca, il quale si trovava ancora addormentato nel canneto, dopo un’intera nottata passata a cercare informazioni sul Malandato Jake non scoprì nulla.
Luca verso mezzogiorno s’incamminò verso il refettorio, durante il tragitto continuò a pensare a quelle foto e a quanto sembrasse felice il Malandato in quei momenti.
Jake intanto, che era rimasto sul naviglio, continuò a riguardare quelle foto cercando una qualsiasi informazione utile, pensò anche a come poteva un uomo con dei cuccioli, una moglie e un lavoro fosse riuscito a perdere tutto ritrovandosi per strada, finché trovò la risposta in una delle vicende di Luca che gli raccontava sempre, Luca mi aveva parlato del ex professore di nome Carlo che vedeva al refettorio, e gli disse in che scuola insegnasse, poi prese la mappa del Malandato e vide che su di essa una x era posizionata sulla medesima scuola, sul suo cervellino da Nutria iniziava a mettere insieme possibili teorie.
Ad un certo punto arrivò Scolo un po’ brillo e gli chiese:”Ehi, Jake, come vanno le tue in-indagini” a quel punto Jake gli fece vedere le foto del Malandato e gli chiese:” Scolo, hai mai visto questi cuccioli di umano o questa donna” Scolo che conosceva buona parte dei cittadini milanesi gli disse:” Be’, certo, sono i cuccioli del Malandato, e questa è la sua consorte…… ma ora che ci penso bene qualche mese fa, quando il Malandato era già per strada, ho visto la stessa donna con Carcarlo, il vecchio professore”
Jake allora, notando che Scolo sapeva molte cose a riguardo continuò a chiedergli:” Sicuro che sia tutto qui?” e Scolo:” Jake, in questo momento non posso esserti utile, devi spettare almeno due ore, ma ti assicuro che poi sarò a tua completa disposizione”.
Luca tornato dal refettorio si sedette sul divano, fissando l’acqua Jake, capendo a cosa pensasse Luca, non riusciva a credere che stesse ancora riflettendo sulle foto del Malandato, ma la verità è che Luca non stava solo pensando a quelle immagini ma iniziava a ponderare quanto anche la sua vecchia vita non fosse poi tanto male, Luca che fino ad allora sembrava non essere interessato a nulla, salvo Jake, stava iniziando a provare una sensazione strane che da molto tempo non sentiva.
All’arrivo di Scolo, stavolta abbastanza sobrio da poter essere d’aiuto, Jake gli disse:” Scolo adesso tu mi devi dire tutto ciò che sai sul Malandato e Carcarlo” Scolo allora senza batter ciglio disse:” Jake, come ti ho già detto, quando il Malandato ha iniziato a vivere per strada, ho visto diverse volte Carcarlo con la moglie del Malandato, al parco, a scuola, alcune volte al cinema, altre ancora a casa di uno dei due, e questi incontri andarono avanti per diversi mesi forse anche anni, finché Carcarlo non ebbe quel brutto incidente che lo portò alla vita di strada, proprio come il povero Malandato”
Jake pensò:” È possibile che il Malandato quando aveva ancora la sua vita, un giorno sia tornato a casa e la moglie gli abbiamo chiesto una cosa che si fa per annullare il loro legame sentimentale? E che un giorno il Malandato ossessionato dal voler sapere il perché di tale decisione presa dalla moglie un giorno l’abbia seguita per poi vederlo assieme al Carcarlo? Ed infine seguendo quest’ultimo abbia anche scoperto che era diventato il suo rimpiazzo nella scuola nella quale lavorava?
Jake allora capì, il Malandato vedendo il Carcarlo al refettorio, lo ha riconosciuto, ha iniziato a parlargli dicendogli che anche lui era un professore e che gli avrebbe fatto piacere poter leggere il volume dei Miserabili di Carcarlo così da poter avere qualcosa alla quale lui tenesse particolarmente, glielo rubò per ripicca per quello che Carcarlo aveva fatto alla sua vita, lo distrusse e infine, sapendo che molti senzatetto avrebbero potuto aiutare Carcarlo a trovarlo siccome il suo “riparo” era abbastanza conosciuto, inscenò la sua scomparsa per mezzo di una finta aggressione.
Luca improvvisamente aprì gli occhi, sentendo la voce di sua madre sussurrargli:” Luca svegliati, è ora di andare a scuola, campione” Luca si preparò per andare a scuola, fece colazione insieme ai suoi genitori, salutò Jake la sua lontra domestica, andò a scuola e raccontò a tutti i suoi compagni lo stranissimo sogno fatto quella notte.



SPUNTO DI NOEMI E GIUSY, I B
Finalmente arrivò il mattino: “Anche questa notte è passata!” pensò Jake con un sospiro di sollievo. La paura di perdere il suo amico barbone, lo fece trasalire e come un gatto si strusciò su Luca per svegliarlo da quella fredda notte. Luca accarezzò dolcemente il suo “gattone” e senza perder tempo già aveva in mente cosa avrebbero fatto quella mattina.
“È giunto il momento di fare luce sui Miserabili” esclamò a gran voce! “Oggi si va all’avventura” la nutria Jake immaginava già cosa li aspettava.
Si misero in cammino per raggiungere il covo del malandato seguendo le indicazioni che lui stesso aveva confidato a Jake.
La giornata, seppur fredda, era baciata da un sole tiepido che stentava a riscaldare le prime ore del mattino; lo smog della città non lasciava filtrare il calore dei raggi e i rumori del traffico rendevano l’atmosfera ovattata. Ma Luca e Jake con la fame che si faceva sentire, non si lasciarono scoraggiare e proseguirono il cammino fino al raggiungimento del covo.
Lo scenario che si presentò loro non fu proprio quello che si aspettavano: più che un covo sembrava una libreria a cielo aperto, disseminata da rifiuti di ogni genere ma incredibilmente ricca di una varietà infinita di capolavori letterari.
Luca rimase davvero senza parole, mentre Jake pensava solo a soddisfare la sua fame di libri mordicchiando qua e là la carta vecchia e ammuffita “Dopotutto sono un roditore mica un gatto in cerca di gomitoli”
Con trepidazione Luca voleva a tutti i costi ritrovare il libro che il prof Carcarlo ingenuamente aveva perduto per averlo prestato, pur sapendo quanto valesse, a colui che pensava essere l’unica persona di cui fidarsi.
Il senso della giustizia fece di Luca un paladino sempre pronto ad aiutare il prossimo: in questo caso trovare il libro aveva come unico scopo quello di ridare la pace e il sorriso al prof Carcarlo!
Un libro dopo l’altro, polvere e rifiuti, Jake che aiutava a far pulizia come solo una nutria può fare, ed ecco che finalmente dopo ore di ricerca apparve ai loro occhi il capolavoro “I miserabili” edizione 1946.
Luca sentì che il sole da tiepido era divenuto caldo come un abbraccio e come il sorriso che avrebbe ricevuto da Carcarlo.
Non vedeva l’ora di riportarlo al suo legittimo proprietario, anche se sapeva che non l’avrebbe trovato lì al solito posto al refettorio, e questo lo disturbò tantissimo. Lo scenario gioioso di colpo aveva perso di entusiasmo.
Jake aveva timore che il Malandato arrivasse lì all’improvviso e per questo con un balzo si lanciò contro Luca come per dargli uno scossone: “Ehi, muoviti! Sveglia! Dobbiamo allontanarci, non vorrai che portino via anche te!”
Luca si rese conto, vista l’ora, che era meglio filarsela dal covo e si diresse in gran fretta al refettorio dove lo aspettava don Giuliano.
Jake lo aveva seguito ma per sua natura preferì nascondersi nel “covo” di Luca sotto il ponte ferroviario; lo avrebbe atteso per la sera scavando di tana in tana.
Una volta raggiunto il refettorio, Luca si rivolse subito a Don Giuliano pregandolo di riconsegnare al legittimo proprietario il prezioso libro ritrovato. Il parroco fu piacevolmente colpito dal gesto altruista di Luca, tanto da sentirsi in colpa per non aver avuto lui altrettanta compassione nei confronti del povero Carcarlo.
Luca non amava le urla e non amava le ambulanze; quel gesto per lui aveva un solo significato: annullare tutto quello che le sue orecchie avevano udito il giorno prima.
Finalmente seduto al tavolo della mensa, Luca poté consumare il pasto che oggi sembrava avere un gusto particolare: quel pollo arrosto con patate novelle per un attimo fecero dimenticare tutto anche i suoi amati dvd. 
Non si dimenticò però di nascondere nella sua tasca una coscia di pollo e due patate da portare al suo amico Bob così com’era solito fare ogni giorno.


SPUNTO DI Matilde F., Giorgia e Belinda, IB
Quando Luca tornò in refettorio si accorse che il parroco stava parlando con un uomo dai modi molto eleganti e ben vestito, con una giacca grigio topo e delle francesine nere. Incuriosito dalla situazione, iniziò ad ascoltare la conversazione ma ne colse ben poco e, quando quell’uomo se ne andò, chiese al parroco chi fosse: era un ricco imprenditore francese di nome Luis Bernard che chiedeva indicazioni su dove potesse trovare il signor Carcarlo. Luca chiese il perché e il don rispose che non ne aveva la più pallida idea.
Luca, allora, decise di andare all’ospedale dove avrebbe incontrato Carcarlo e probabilmente questo signor Bernard. Davanti alle porte dell’ospedale si fermò per i suoi soliti 15 minuti e poi cercò la stanza, nella quale vide Carcarlo proprio insieme Luis. E li fissò con un sguardo perso, finché Carcarlo non si accorse di lui e chiese: “Co-cosa ci fai qu-qua Luca?” e Luca - che timidamente era entrato nella stanza - rispose: “Volevo sapere cosa cerca quest’uomo.” Luis allora si presentò con fare gentile: “Bonjour, sono Luis Bernard e sono qua perché ho saputo che il signor Carcarlo possiede una delle poche rarissime copie de I Miserabili”.
Carcarlo disse che aveva prestato il libro al Malandato e che quest’ultimo, però, era scomparso. Luis voleva avere a tutti i costi quella copia nelle sue mani e decise di ingaggiare il suo amico, il detective Jonson, che avrebbe collaborato con Luca e Carcarlo per ritrovare l’uomo scomparso. 
Il mattino seguente Luca si recò al refettorio dove incontrò il detective appena arrivato da New York per seguire le indagini; insieme interrogarono alcune persone tra cui don Giuliano e dei clochard che frequentavano il refettorio, ma non ebbero molte risposte utili finché un misterioso uomo seduto all’angolo di un tavolino in fondo alla sala si avvicinò e disse che un paio di giorni prima, mendicando, aveva visto il Malandato andarsene insieme a un uomo tra la folla della metro sulla linea rossa.


SPUNTO DI LUCIA E RICCARDO I., I B
Dopo aver trovato la mappa, i 2 amici cercarono di capire cosa significassero i luoghi segnati. Dato che il Duomo era circondato da cerchi concentrici, decisero di iniziare quest’avventura partendo da lì. Attraversando ponti e strade, Jack e Luca arrivarono al centro della città.
Stanchi per la lunga camminata presero dal cestino qualche cibo gettato dai passanti. Jack trovò qualche scarto merende, forse di una scolaresca venuta in gita, e Luca si prese metà panino con insalata e pomodoro. Dopo il pranzo improvvisato, si guardarono intorno in cerca di qualche indizio. Passarono alcuni minuti, ma niente risultati finché, in lontananza, videro una volontaria che serviva al refettorio. Impossibile non ricordarsela, con quei lunghi capelli rossi inconfondibili. “Guarda c’è Giulia, la volontaria molto amica del Malandato, la sua presenza qui sarà sicuramente collegata al rompicapo!” disse Luca entusiasta di questa intuizione. Prese in braccio il suo amico Bob e, con una velocità inaspettata, corse vero Giulia.
Arrivati di fronte a lei decisero di chiederglielo. “Ciao Giulia, cosa ci fai in giro per il duomo?” Le chiese Luca. Ella rispose: “Sto aspettando il mio amico Joseph, mi ha detto che mi deve parlare di un tizio che viene  a mangiare al refettorio. Gli servo perché deve risolvere un rompicapo.”
Subito Luca rispose chiedendole :”Me lo presenti? Potrei aiutarlo anche io.”
Giulia disse: “Certamente arriverà tra trenta minuti con la metro, lo aspetti con me?”
“No mi dispiace. Devo fare una commissione, tornerò più tardi.”
Questo fu quello che le disse, ma in realtà il suo piano era quello di spiare il dialogo tra i due amici così da risolvere il rompicapo per primi.
Jack intanto, ancora tra le braccia del suo padrone, non capiva cosa stesse dicendo Luca perché essi non avevano nessuna commissione da risolvere ma nonostante ciò se ne stette in silenzio.
Seguendo il piano inventato di Luca, si diressero verso il Mediaworld più vicino per comperare un registratore che avrebbero poi dato a Giulia per ascoltare la loro conversazione
Dopo circa mezz’ora Luca e Jack si diressero al Duomo, dove erano già lì ad aspettare Giulia e Joseph.
Luca senza farsi vedere trovò il modo di nascondere nello zaino della volontaria il registratore e se ne andò senza aria sospetta.
Agli occhi di Giulia e Joseph, i due amici se ne erano andati, ma in realtà si nascosero per seguirli senza farsi vedere.
Giulia e il suo amico passeggiarono a lungo per le vie di Milano, seguiti da Luca e Jack, finché non si mise a piovere bruscamente e i due si misero a correre. Fu così che dallo zaino di Giulia cadde il registratore. Luca con un balzo lo prese e lo mise al sicuro per poi ascoltarlo.


SPUNTO DI ALICE, II B
IL MISTERIOSO ROMPICAPO
Non riesco a togliermi dalla testa quella mappa, tutte quelle x e tutte quelle foto, qualcosa non mi quadra, in realtà tutta la faccenda non mi quadra affatto. Luca sta dormendo, sul suo amato divano, prima gli ho rimboccato le coperte perché non vorrei che si ammalasse, è noioso quando sta male e me ne devo prendere cura quando sta così.
Finalmente si è svegliato e fra non molto partirà per andare a fare colazione, come al solito, e io mi dovrò arrangiare con qualche pesciolino arrivato a riva e sgranocchierò qualche rametto come dolce. Sono felicissimo perché Luca ha deciso di andare ad indagare su questa faccenda e vuole che io vada con lui, credo di essere un fantastico socio come Watson per Sherlock, no?.
Come prima tappa, andremo dal mio amico Scolo che a quest’ora spero abbia scoperto qualcosa.
L’espressione sul volto di Scolo non sembra affatto buona, anzi sembra sconvolta. Cos’è successo? Sta per pronunciare qualcosa ma si ferma prima di farlo, come se dovesse divulgare un’informazione estremamente riservata , finalmente prende coraggio e inizia “Ragazzi, credo proprio che il vostro amico sia in guai seri, sapete per caso se fosse in affari con qualcuno e gli dovese dei soldi? “
A quelle parole rimanemmo pietrificati, non c’erano veramente parole adatte…


SPUNTO DI YLENIA E FABIO, I B
Adesso potremmo dire che il Malandato appaia felice, insolitamente allegro e pieno di vita. Luca, però, vedeva qualcosa di strano in questo, qualcosa lo insospettiva. Qualcosa che forse per gli altri non era niente, ma per lui una cosa fondamentale. 
Poco dopo vide il Malandato andarsene, con una moto sportiva e molto pulita, ancora un po’ e ci si sarebbe specchiato. Oggi noi questo lo potremmo tradurre come "la goccia che ha fatto traboccare il vaso", poiché Luca, incuriosito come non mai, decise di andare a rovistare tra le cose di questo pover’uomo. Lì trovò delle immagini molto vaghe e strane, non riuscì a trovare nessun collegamento con l'attuale Malandato. 
Quindi, decise di aspettare che tornasse per poi spiarlo nella sua baracchina.
Dopo qualche ora tornò ma a piedi senza quella fantastica moto e nel momento in cui fece per aprire la porta gli cadde dalla tasca una busta e senza accorgersene chiuse. 
Luca pensò subito di prendere quella busta per vedere cosa fosse però aspetto la notte per essere sicuro che il malandato dormisse. Giunte le 2 si alzò dal suo appostamento e con molta cautela si avvicinò alla porta per prendere la busta. 
Si chinò, la prese e con il batticuore si allontanò, tornò al divano dove insieme a Jake scoprì il suo contenuto.
All’interno c’era un foglio piegato a metà, Luca l’aprì e si mise a leggere,
 - Questo è un avvertimento, non provare più a seguirmi o cercarmi oppure finisce male.-
Il malandato lo aveva scoperto. Era più furbo di quando pensasse. Luca si insospettì ancora di più, doveva per forza sapere la sua storia, da dove veniva, chi era e cosa ci faceva proprio lì. Jack decise di ritirarsi, non voleva finire nei guai. Sembrava non gli interessasse più. Nonostante questo, non si fece impaurire e continuò con le ricerche.
DUE MESI DOPO...
Il giorno, quel giorno tanto atteso arrivò; Luca dopo 70 ricerche, 5 interrogatori agli "amici" più cari del malandato, riuscì a scorgere il malandato, giacca e cravatta. Sembrava un modello. Stava entrando in un piccolo ufficio, un piccolo distretto di polizia. Non era solo, aveva qualcuno al suo fianco, qualcuno di famigliare agli occhi di Luca. 
-Ecco-  disse Luca,  riconobbe il poliziotto che malmenò il Malandato un paio di settimane prima, però non sembrava molto arrabbiato con lui.
Li segui fino a un garage, non fece in tempo a vedere cosa c’era dentro che lo avevano già chiuso però a lato si trovava una piccola finestra da cui Luca riusciva a vedere molti computer super tecnologici e altri aggeggi a lui sconosciuti. 
A un certo punto sentì parlare di un certo agente 211 e subito pensò a un film o a qualche tipo di truffa. Ma al calar del sole arrivò una macchina bianca da cui scesero 2 bambini e una bellissima donna, tutti abbracciarono il malandato e Luca ovviamente sentii i bambini dire -: Mi sei mancato, papà-  Da quella frase capì: era un agente segreto! 
Luca si fece coraggio, uscì  allo scoperto. Tutti si girarono a guardarlo i piccoli e la donna si spaventarono e il malandato afferrò Luca chiedendogli chi lo mandasse. Lui rispose nessuno e allora raccontò tutto fin dall’inizio. 
Dopo 3 mesi dall’accaduto il malandato divenne il migliore amico di Luca, viveva in una grande Villa insieme ai figli dell’agente e con i soldi che guadagnava dal suo nuovo lavoro di spia segreta comprava viveri per i senzatetto di Milano.

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