Grazie alla preziosa
collaborazione della docente Maria Luigia Longo, StraStorie ExtraLarge si
arricchisce ulteriormente. Ecco gli spunti su come continuare la StraStoria di
alcuni degli studenti delle classi prime e seconde del Liceo Artistico Medardo
Rosso di Lecco. Avventuratevi con noi in questo incredibile caleidoscopio di
idee e possibilità!
SPUNTO DI MICHELANGELO, I C
Decisi di estrarre la mappa
dalla tasca di Luca e con i miei dentoni multiuso l’aprii delicatamente davanti
agli occhi di Luca. Picchiettai con la zampa su una di quelle misteriose croci
e a furia di occhiolini riuscii a convincere il mio amico ad andare proprio lì
per fare un sopralluogo: “Chissà, forse avremmo potuto trovare un indizio!”.
“Dobbiamo partire dalla mappa” pensò Jake “... è la nostra unica speranza di
ritrovare il Malandato”. “Ok, ok” fece Luca con un tono di voce un po’ stanco
“Dopo ci andiamo, ma prima fammi sgranocchiare qualcosa, ormai è ora di pranzo
e ho un certo appetito.” Luca non era molto convinto di voler intraprendere
questa indagine, ma del resto, cos’altro aveva da fare?
Al refettorio, tra i vari
rumori mangerecci della mensa, il ragazzo udì ad un certo punto, una flebile
parola che cominciò a rimbalzargli nella mente: “Jean Valjean”. Alzò subito lo
sguardo e vide la donna che l’aveva pronunciata... era una giovane vestita in
un modo un po’ scombinato, come se fosse uscita da un circo, ma dai lineamenti
perfetti e stava parlando con Don Giuliano. Erano entrambi in piedi che
parlottavano sottovoce nella tavolata a fianco alla sua e nessuno dei due si
era accorto di essere ascoltato. Luca, continuando a mangiare come se niente
fosse, cominciò ad aguzzare l’udito cercando di cogliere più informazioni
possibili, ma le voci erano così sommesse e confuse che non capì nulla. Tempo
un minuto e i due scomparirono dal Refettorio uscendo dalla porta posteriore...
“Zona off limits, maledizione!”.
Involtolò tutto quello che
aveva nel piatto e a passo svelto se ne tornò nella sua dimora e, mentre Jake
lo osservava con gli occhi sgranati per quel suo fare stranamente energico, si
riguardò uno dietro l’altro tutti i suoi dvd. “Jean Valajan...Jean Valejan...
questo nome, Bob, mi ricorda qualcosa. Qualcosa che forse ho visto qua dentro.”
Jake non capì come mai facesse quel nome, ma sapeva benissimo chi era Jean
Valejan: era il protagonista de “I miserabili”! Era uno dei suoi film
preferiti. Luca gli aveva letto la trama del dvd così tante volte quando si
erano conosciuti! Possibile che non se lo ricordasse?
SPUNTO DI RACHELE E ARIANNA, I B
Il Malandato era sdraiato su
dell’erba marcia, le lacrime solcavano le sue guance mentre si stringeva il
petto.
Aveva un enorme foro sotto
al cuore e provava a bloccare l’emorragia con le mani, impietrite dai geloni.
Le sue dita, ormai viola
quasi sfrigolavano sotto al calore del sangue che usciva a fiotti.
Sapeva cosa fare, avrebbe
potuto gridare a pieni polmoni, ma l’aria era troppo fredda per esalare anche
un solo, breve, respiro.
Non voleva lasciarsi andare,
non voleva mollare.
Quel bastardo gli aveva
rubato la copia dei Miserabili che aveva preso in prestito da Carcarlo…
E ora era lì, sdraiato per
terra, con il petto inzuppato di sangue e il viso contratto da una smorfia di
dolore, negli ultimi attimi della sua vita pensò alle persone che l’avevano
reso l’uomo che era: pensò a sua madre, che lo crebbe da sola dal giorno della
sua nascita, pensò alla moglie e alle sue figlie, che perse in seguito a un
incidente autostradale causato dalla sua ebbrezza, da quel giorno l’alcool era
il suo migliore amico e riusciva ad abbandonarsi solo al caldo rivolo di
liquido che scendeva lungo la sua gola.
“Perfetto!” Pensò “Sto per
morire e sono pure sobr-”
Si girò di lato e sputò un
consistente e denso grumo di sangue.
Rimase inorridito dalla
vista del suo stesso sangue e per un secondo sentì il vomito risalire per il
suo esofago, prima di venire rimpiazzato da ciò che doveva essere nelle sue
vene in quel momento.
Decise di non lottare,
sentiva le voci delle sue bambine sussurrargli nelle orecchie, si sdraiò
dolcemente sul terreno e lasciò che i suoi angeli lo liberassero di quel
fardello che era la sua vita.
Sentiva i sensi mano a mano
affievolirsi sempre di più, ma vide una figura nera avvicinarsi, e con una
semplicità enorme sollevare il suo gracile corpo quasi morto.
Vide una donna, dai lunghi
capelli neri e gli occhi blu scuro, gettarlo in un canale.
Sentì un tonfo prima di
chiudere per sempre gli occhi, e un libro dal valore inestimabile, galleggiò
attorno al suo cadavere, nella fredda, scura e paludosa acqua dei canali di Milano.
Quel giorno fu più plumbeo
degli altri, Milano risuonava di suoni tetri, cupi, corvi e sirene.
Ci fu una denuncia quel
giorno, alle 4 del pomeriggio, due ragazze stavano passeggiando, mano nella
mano, quando videro il corpo di un uomo galleggiare nei navigli, una di loro
svenne, mentre l’altra chiamò presa dal panico poliziotti e medici.
In meno di 20 minuti furono
lì, il corpo esangue aveva un ghigno spaventato stampato sul viso.
Mentre i poliziotti agivano
sul corpo, una delle ragazze, Ginevra, vide la copia dei Miserabili, la
raccolse e provò ad asciugarla, nascondendola sotto al maglione.
Dopo 3 ore di interrogatorio
riuscirono a liberarsi dei poliziotti tornarono a casa, ma Ginevra continuava a
sentire dei passi dietro di sé,
Si girò, e vide una donna
dai lunghi capelli neri allontanarsi, ridendo.
SPUNTO DI BENEDETTA E
GAIA, II B
Tutto così strano. Luca rigirava in continuazione le stesse foto
senza trovarci alcun collegamento con il Malandato attuale, era così diverso,
ora non era nient’altro un senzatetto... ma cosa l’aveva portato ad essere ciò
che era diventato? Mentre io ero sempre più incuriosito da quella fatidica
mappa piena di crocette su luoghi differenti. C’erano così tanti dubbi che mi
affliggevano, domande senza alcuna risposta, le uniche cose che sapevamo erano
quelle scritte nel retro di ogni foto. Ciascuna foto presentava una
“didascalia”, la data del suo matrimonio, i nomi dei figli Lauren e Samuel, la
moglie Michelle, diverse foto della loro casa in via Tortona 13, anch’essa molto
lontana da un prototipo di alloggio che un senzatetto potesse permettersi,
presentava un enorme giardino, recintato da un cancello grigio molto
arrugginito, con all’interno un altalena rossa e blu dove in varie foto i
bambini erano stati ripresi, due grandi alberi con appesa un’ amaca, con un
piccolo sentiero costituito da pietre di varie misure si poteva arrivare
all’ingresso dell’abitazione, si accedeva al pianoterra dove vi era una taverna
nel quale passavano quasi tutti i Natali in famiglia, c’erano ben 8 foto di 8
Natali consecutivi scattate in quella taverna, al prima piano vi erano la
cucina e il soggiorno dove in ogni foto il malandato appariva seduto sulla
poltrona con una pipa in bocca mentre leggeva il giornale, al piano di sopra
ognuno la propria camera da letto, prendendo tra le mani un ultima foto Luca
vide il malandato insieme ad un uomo, sembravano molto felici, la girò e lesse
“Io e Adrian Desuie, compleanno Michelle”, pensammo subito fosse un suo caro
amico e che potrebbe magari farci chiarezza su questa sua situazione il quale a
noi era molto sfocata. Luca posò il quaderno sul tavolo, si alzò e per sbaglio
lo scostò con il gomito facendolo cadere, tutti i fogli si sparsero sul
pavimento e nel raccoglierli trovò un documento al quanto strano. Era una
denuncia di scomparsa, esattamente la denuncia fatta dal malandato per la
scomparsa di Michelle, Lauren e Samuel. Tutto si faceva sempre più strano, i
dubbi aumentavano e la voglia di scoprire cosa ci fosse sotto anche, nonostante
inizialmente Luca fosse disinteressato al tutto, ora talmente accecati dalla
curiosità ci mettemmo a fare delle ricerche per rintracciare l’amico Adrian, e
dopo vari tentativi nulli riuscimmo a trovarlo, risiedeva esattamente nella
stessa via del malandato, la casa accanto, via Tortora 15. Ci recammo subito
nella via indicata, arrivati trovammo lo stesso cancello arrugginito nella
foto, e come risaputo, affianco sorgeva la casa del malandato. Un piccolo
cancello delineava l’ingresso, e in piccolo sfoggiava un prezioso campanello
dorato, con sopra scritto “Desuie”, suonammo e passato qualche secondo, con
grande dispiacere, nessuno rispose. Decidemmo così di allontanarci per poi
ritornare qualche altro giorno, ma con sorpresa il cancello si aprì,
inizialmente eravamo scossi e titubanti nell’entrare o meno. Luca mi prese e
corse dentro. Entrammo e ci trovammo davanti ad un’enorme casa, sembrava quasi
un castello, c’erano molte scale che condividevano in vari luoghi, fuori uscì
dal balcone una sagoma, maschile presupponevamo, in penombra sembrava molto
gracile e minuto. Più si avvicinava a noi, più le somiglianze con Adrian si
facevano sempre più simili, fino a quando non si presentò a noi dicendo
“Buongiorno, sono Adrian, cercavate me?”, lì capimmo quindi che era lui. Luca si precipitò, quindi, nel rispondergli
“Buongiorno, si stavamo cercando proprio lei... io sono Luca e lui è Jake,
abbiamo trovato questo quadernetto contenente queste foto e documenti,
risalgono ad un certo Malandato, ed inoltre abbiamo trovato una vostra foto e
volendone sapere di più siamo venuti da lei per farci chiarezza su questa
situazione, lei può aiutarci?” “Oh, be’… sì, accomodiamoci pure dentro!”
Entrammo in casa e come ci aspettavamo aveva un aspetto molto lussuoso ed
elegante, muri tappezzati di quadri, specchi e sui soffitti c’erano molti
lampadari di cristallo che riflettevano luce in tutta la casa, dando così
brillantezza. In tono garbato Adrian ci chiese “Vi porto qualcosa da
bere?” “Sì, grazie, se lo avete dello
scotch, con ghiaccio” rispose Luca. Ci fece poi accomodare su un divano color
panna che si intonava perfettamente con le pareti color tortora. Adrian si
sedette e iniziò...
SPUNTO
DI RICCARDO E FRANCESCO, I B
Improvvisamente si spaventano del rumore del
motore di una macchina che, a fatica, arranca, ma che sta per arrivare.
Rimangono immobili, l’impressione che qualcosa
è successo è forte, ma non riescono a focalizzare di cosa si tratti.
L’unico rumore che sentono è il loro forte
respiro e il veloce battito del loro cuore.
Poi di colpo Scolo si muove e coraggiosamente
fa capolino dalle lamiere, per vedere cosa succede fuori.
“Ragazzi, tranquilli era solo un umano che svuota i contenitori lungo la
ciclabile”.
Luca non connetteva più, era tornato in uno
stato di trance, non si poteva permettergli di fare così ancora una volta.
Quindi come due nutrie che si rispettino, Jack
e Scolo decisero di imboccare il sentiero che si diparte sulla destra della
stradina e che, passando tra boschi e prati, esce sul lato nord del Naviglio,
una zona molto tranquilla, dove avrebbero potuto esaminare con la dovuta calma,
il foglietto.
Qua e là, nei prati, s'intravvedono ancora
sprazzi di neve che ancora resiste al primo caldo e alle piogge, a tratti
torrenziali, di ieri.
Luca, alla maniera di un’aquila che stringe la
preda tra gli artigli, custodiva gelosamente il foglietto.
Arrivati, s’interrogano sulla provenienza di
quel foglietto, che era stato conservato con così tanta cura dal Malandato.
Luca parlava con un tono di voce sommesso, come
se avesse avuto paura che qualcuno li stesse ascoltando.
“Ragazzi, non riesco proprio a capire …” non
finì la frase che videro sopra di loro delle macchie nere, Luca si stropicciò
gli occhi per aiutarli a dare un contorno reale alle immagini.
“Ciao Raf, che piacere vederti” Scolo era molto
agitato e non si capiva come mai.
“Vi ho visto dall’alto e mi sono detta, che ci
fanno quei tre da queste parti, visto che non è la vostra zona abituale”
“Siamo venuti a vedere se riusciamo a trovare
una zona più tranquilla, dove magari trasferirci, sai, sta diventando un vero
casino nella nostra zona, non si riesce più a stare tranquilli, tra le
biciclette, gli umani che non ci lasciano mai in pace, notte e giorno”.
“Comunque, sono già passata da queste parti e
vi devo dire che non è poi una zona così tranquilla, se fossi in voi rimarrei
vicino alle sponde del Naviglio, zona sì più trafficata, ma sicuramente più
sicura, qui ho visto più volte cacciatori con i loro cani”.
Jake sobbalzò, al solo sentir parlare di
cacciatori, si era agitato.
“Ok, grazie Raf, terremo presente i tuoi
consigli”.
Scolo cercava in tutti i modi di far andare via
quella curiosa cornacchia, che invece continuava a stare lì ferma a fissarli.
“Fate come volete, ci si vede in giro allora!”.
Con un grande balzo finalmente Raf riprese il
volo e se ne andò lasciandoli soli.
Jake e Scolo decisero di proseguire per non
destare sospetti e Luca li seguì in silenzio, come era solito fare.
SPUNTO DI MEGAN E MICHELE, II B
“SCOPRIRE LA CITTÀ”
Era passata un’altra notte
di gelo e solitudine sotto al ponte, con Luca. La precedente sera, Jake la
Nutria aveva lasciato addormentare Luca, sul divano, per poi lasciarlo nel
mondo dei sogni per raggiungere, a pochi metri da lì, il suo covo segreto.
Nessuno lo aveva mai notato sebbene fosse solo una fossa poco profonda nel
terreno, ricoperta in parte da erbacce. In questo luogo, Jake la Nutria, era
rimasto ad osservare con molta attenzione la mappa piena di x, chiedendosi
continuamente cosa fossero, cosa significassero e se il Malandato le avesse
messe per far sì che si potesse davvero raggiungere quei luoghi. Insomma, un
enigma che una nutria aveva il sogno di risolvere. Arrivò l’alba e Jake
studiava ancora quel pezzo di carta. All’improvviso pensò che la cosa migliore
da fare fosse esternare la sua impulsività e compiere la prossima mossa senza
pensare molto. Così prese con le zampe quel pezzo di carta e puntò gli occhi
sul simbolo più evidente, il cerchio con delle linee che segnalava il cuore di
Milano, il Duomo. Un sorriso misto di stanchezza e felicità si stampò sul suo
muso ed esclamò: “Ok! Andiamo in centro a Milano”.
Luca dormiva ancora quando
gli arrivò accanto. Doveva far capire al suo amico che insieme, dovevano
raggiungere una chiesa, ma non una chiesa qualsiasi alla quale potevamo
arrivare facilmente: il monumento in questione si trova al centro del capoluogo
lombardo e loro “vivevano” nella più periferica possibile e immaginabile delle
zone del mondo. Insomma, una lunga avventura che, sicuramente, lui e Luca,
sarebbero riusciti a superare. Con poca prudenza ha afferrato la manica della
veste che porta 365 giorno l’anno, che sia freddo o caldo. Tirando con i denti
e tutte le forze che una nutria deve usare per svegliare un essere umano se pur
piccolo e magro che sia, si è svegliato e lo ha subito guardato con uno sguardo
incredulo come se avesse un punto di domanda dinanzi agli occhi. Gli ho fatto
capire che doveva seguirlo e sapeva per certo che lo avrebbe fatto pur non
sapendo né dove stessero andando né tantomeno il perché.
I due si trascinavano per un
luogo mai visitato e nutrivano la speranza di poterci arrivare sani e salvi.
Sebbene loro avessero molto coraggio e voglia di scoprire la verità, un
problema li ostacolava: come sarebbero arrivati fino alla meta non avendo né soldi
né un mezzo di trasporto? A Jake venne subito in mente un’idea. Pensò al suo
amico Bombolone, chiamato così per la buffa forma a sfera che lo differenziava
dalle altre nutrie, e al suo padrone, un vecchio barbone che Luca gli aveva
presentato pochi mesi prima. Quest’ultimo possedeva poche cose: Bombolone,
degli stracci come vestiti e una bicicletta. Quell’uomo non viveva molto
lontano dal ponte di Luca, quindi, Jake, decise di raggiungere il suo covo per
chiedergli in prestito la bicicletta che, seppur vecchia, poteva aiutarli nella
loro avventura. In pochi minuti di cammino incontrarono Bombolone e il barbone,
i quali acconsentirono alla loro richiesta permettendo a Luca di saltare in
sella e alla nutria nel cestino. I due si misero in cammino, o meglio,
iniziarono a pedalare da sentieri a viottoli e poi a strade trafficate,
seguendo i pochi cartelli che segnalavano il centro.
Il viaggio sembrava eterno
ma il tutto durò solo mezza giornata. Davanti ai loro occhi scorrevano immagini
nemmeno mai fantasticate dalla loro mente: case in mattone, muri trasparenti,
torri alte centomila volte più di loro e persone vestite con abiti puliti e
tutti differenti l’uno dall’altro. La città, un termine di cui avevano solo
sentito parlare, era immensa e stupenda. Piena di vita e particolarità. Era
tutto talmente diverso da dove vivevamo che si persero dietro a ogni minimo
dettaglio, rischiando più e più volte di schiantarsi contro un palo. Non
avevano mai visto il Duomo fino ad ora, ma se lo immaginavo grande, imponente,
fantastico e da lasciare senza fiato. Questi tutti aggettivi che il monumento
ha confermato nel momento in cui l’hanno visto. Prima di quello spettacolo, la
cosa più grande mai vista prima era stato l’albero saggio del bosco vicino al
covo del Malandato, quello sì che sembrava loro grande, ma ora, si trovavano
davanti al re delle cose giganti: un insieme di migliaia e migliaia di alberi
saggi sovrapposti per formare il DUOMO. La struttura era talmente possente da
impaurire una piccola nutria come Jack. I cinque ingressi erano incorniciati da
massicci pilastri che partivano da terra e terminavano in alto con lunghi
puntali a solleticare il cielo. Ogni portale era sormontato da una finestra
serrata con cornici decorate di contorno. Tutto meraviglioso e perfetto
dall’esterno. Non vedevano l’ora di visitare l’interno Jack così picchietta con
la zampa sulla gamba di Luca per fargli intuire che voleva entrare. Lui lo
seguiva senza fare domande. Varcata la soglia, è stato come entrare in un
paradiso: colonne, pilastri, migliaia di sedie, sculture e tanto altro. Ogni
singolo angolo di quella chiesa era decorato e colorato in modo vivace. La luce
delle finestre rifletteva sullo sfondo dorato e si espandeva in tutta la
struttura. Luca sembra attratto da tutto proprio come Jack. Forse stanno
riflettendo sul fatto che hanno vissuto in periferia per molto tempo e non
erano consapevoli dell’incanto del centro di Milano. Giusto per pochi minuti si
erano dimenticati del compito che li aveva portati fin lì: dovevano indagare.
Jake la Nutria si allontanò
velocemente da Luca per il semplice fatto che non sarebbe riuscito a spiegargli
cosa dovevano fare e avrebbero perso solo tempo, così preferiva sbrigarsela da
solo. Camminava lentamente con la paura di essere scoperto e cacciato, essendo
una piccola nutria dispersa in un Duomo. Vagava con la speranza di trovare un
indizio che lo potesse aiutare fino a quando non gli venne in mente la foto
dove il Malandato era vestito da matrimonio accanto alla sua ipotetica sposa.
Capì subito che quell’immagine era collegata a quello che stavano cercando.
Pensò ai tanti film che aveva visto sotto il ponte con Luca, nei quali c’erano
due persone vestite come il Malandato nella foto che stavano davanti all’altare
per chiedere unione. Jake si alzò in piedi, reggendosi sulle sole due zampe
posteriori, per osservare e intercettare l’altare. Dopo averlo avvistato, si
mise a correre velocemente lungo la navata centrale evitando di essere visto.
Quando finalmente è giunto all’altare, ha iniziato a girare attorno al
parallelepipedo cercando un minimo particolare che lo potesse aiutare. Cercava,
cercava e cercava. Era ormai giunto al settimo giro e ancora non aveva trovato
niente, fino a quando, sfinito, si è seduto accanto al leggio per riposare un
secondo. I suoi occhi si misero a studiare ogni singola piastrella del
presbiterio giusto per far passare il tempo. D’un tratto la sua attenzione è
caduta sull’unica piastrella che sembrava diversa dalle altre: aveva un aspetto
ligneo rispetto alla ceramica circostante, al centro aveva una specie di
macchia nera e sembrava leggermente rialzata. Senza pensarci due volte si è
avvicinato con fare curioso. Come aveva appunto notato da lontano, il
pavimento, in quel punto, era effettivamente rialzato e fatto di legno. Avvicinando
lo sguardo si accorse che, quello che sembrava un punto nero nel nucleo della
piastrella, era in realtà una serie di cerchi concentrici, uno più grande
dell’altro, che si propagavano per poco sulla superficie.
Quel simbolo era lo stesso
disegnato sulla mappa del Malandato. Finalmente aveva trovato qualcosa che
poteva fare al caso loro. Era felice, ma allo stesso tempo in preda alla
curiosità. A questo punto non restava altro che sollevare quella piastrella e
vedere cosa nascondesse o proteggesse. Con le zampe anteriori, ormai stanche e
affaticate, ne prende l’angolo e, con forza, la solleva. Dopo molta fatica il
legno si stacca improvvisamente e lui cade all’indietro, battendo la testa ma,
fortunatamente, non abbastanza forte da fargli perdere conoscenza. Incuriosito,
si è alzato di scatto ed è corso vicino al buco. Guardando dentro, vide degli
oggetti che non credeva di trovare: una mappa con segnati gli stessi posti
della precedente tranne il Duomo, una foto del Malandato seduto su un sasso in un
bosco e, a sua sorpresa, alcune pagine de “ I Miserabili” evidentemente
strappate dal resto del libro.
Jake arrivò a pensare che il
mistero non era un rapimento ma una vera e propria fuga di un uomo che vuole
divertirsi vedendo gli altri cercarlo.
Jack sapeva che questa
avventura sarebbe durata a lungo e ciò, in parte, lo divertiva: doveva
continuare a cercare indizi per riuscire a trovare il resto del libro; voleva
farlo non solo per mettersi alla prova, ma anche per riportare al povero
Carcarlo il suo prezioso libro. L’unica cosa da fare era capire il perché di
quella foto e quale sarebbe stata la loro prossima mossa.
SPUNTO DI
GABRIELE E DARIO, I C
Luca, mentre guardava le copertine dei suoi vecchi cd,
entrò di nuovo in trance. “LUCA! LUCA! DOBBIAMO MUOVERCI. Luca! Luuuu….” Non
fece neanche in tempo a finire la frase, che Jake collassò sul petto di Luca.
Il loro riposo fu interrotto da un leggero ronzio, che finì per aumentare in
versi non comuni a quelli umani, che soltanto una nutria di loro conoscenza
avrebbe potuto emettere. Si sentì il rumore simile a quello che produce un
oggetto lanciato da molto in alto in acqua. In questo caso, l’oggetto in
questione era Scolo. Sobbalzarono, ormai fradici e senza capire cosa stesse
succedendo il loro sguardo cadde su una zampa spelacchiata che, con tutte le
sue forze, stava cercando di risalire dal Naviglio.
“Ragazzi!” disse Scolo scuotendosi e strizzandosi la
coda per far uscire l’acqua.
“Non ci crederete!”
“Che cosa?” dissero in coro Jake e Luca. Scolo starnutì
ci volle un po' prima che riuscì a riprendersi e a riprendere il discorso.
“Raf, che tra l’altro mi ha appena gettato in acqua
facendomi perdere una delle tante vite di noi Nutrie, ha beccato il nostro
famigerato Malandato mentre rivendeva un libro che sembrava molto prezioso in
cambio di un grande diamante. Si è poi diretto verso una casa, vicino a Parco
Sempione. Ha bussato, più volte, perché il proprietario tardava ad aprire. Dopo
due sbuffate del Malandato, una donna aprii la porta e alla sua vista, rimase
sorpresa. Il Malandato tirò fuori l’anello e inizio a parlarle. A Raf parve,
dal modo in cui gesticolava e dalla sua espressione, quasi supplicatoria, che
le stesse chiedendo di rimettersi insieme. La donna però, gli chiuse
brutalmente la porta in faccia.”
Luca si fermò nuovamente a guardare il vuoto, ma
questa volta non per una delle sue immotivate pause.
“Andiamo! Sono sicuro che tornerà” disse alzandosi di
colpo e prendendo i due sotto le braccia. Come Luca abbia indovinato che il
Malandato sarebbe tornato, non si sa. Luca e le Nutrie arrivarono il più
velocemente possibile. Sul posto c’era anche Raf. Si misero tutti sul tetto
della casa di fronte ad aspettare l’arrivo del Malandato. Egli non tardò ad
arrivare. Bussò con aria atterrita e consapevole di quello che aveva fatto in
passato. Questa volta, però, la reazione della donna non fu così contenuta.
“Ti ho detto di non tornare più! Sai quello che hai
combinato!” Il Malandato però non ebbe neanche il tempo di controbattere che
venne accecato dai fari di un’ambulanza che precedettero le sirene.
“Il mi- il mio libro! Male-mal-male-maledetto!”.
Era Carcarlo che, riuscito a evadere dall’ospedale
psichiatrico, aveva dirottato un’ambulanza e si dirigeva a tutta velocità
contro il Malandato. Per grazia divina e per le scarse doti di guida di Carcarlo,
l’ambulanza urtò una recinzione prima di colpire, non così tanto violentemente,
il Malandato.
“È Carcarlo!” disse Jake “Forza scendiamo!”.
I quattro scesero di corsa e fermarono appena in tempo
Carcarlo, il quale stava per gettarsi sul Malandato per terminalo.
“Fermo!” urlò Luca appena in tempo “Sappiamo dov’è il
tuo libro!” Carcarlo, con una mano stretta sulla camicia del Malandato e con
l’altra chiusa in un pugno, tutta sanguinante e pronta per sferrare il colpo
decisivo al Malandato, si fermò e guardò Luca. “Ve-ve ver- veramente?” chiese,
con un barlume di speranza. “Sì! Perché non vieni con noi invece di distruggere
quest’uomo”. Propose Luca.
Carcarlo
accettò. I quattro andarono al negozio al quale il Malandato aveva venduto il
libro. Visto le condizioni di Carcarlo, il venditore fu magnanimo e gli
restituì il libro gratuitamente. Intanto, l’ex moglie del Malandato, si
impietosì alla vista del poveretto, sdraiato per terra, che versava litri di lacrime
per il dolore. Lo perdonò per tutte le malefatte del passato e lo portò
all’ospedale.
SPUNTO DI CLAUDIA, CHIARA E MATILDE, I B
Per tutto il giorno la
nutria restò con la famosa cartina in mano a spremersi le meningi pur di
capirci qualcosa, ma senza risultato.
Per questo il giorno
seguente decise all'oscuro del suo amico Luca di ritornare dove avevano trovato
gli indizi sperando di trovarne altri o anche solo una traccia; lì trovò Scolo
ad aspettarlo impazientemente, continuava a guardare a destra e poi a sinistra,
avanti e poi dietro, sembrava anche un po’ scosso, quando incrociò lo sguardo
di Jack sbarrò gli occhi e gli zampettò incontro. “Hai Scoperto qualc-” non
fece in tempo a finire la frase che Scolo gli prese una zampa e lo trascinò dove
prima si trovava il rifugio del Malandato “Shhh, abbassa la voce. Stupido!” “Ma
io-“ di nuovo non fece in tempo a completare la frase che Scolo gli mise una
mano sopra la testa e lo fece abbassare con lui dietro un grande pezzo di
legno. “Zitto e guarda.”
Vide arrivare una bella
donna, alta, magra, bionda con gli occhi azzurri e con addosso un lungo vestito
che sembrava di alta moda di color rosso, essa incominciò a rovistare nel
cassone contenente i vestiti e precedentemente la cartina .
Lei, ignara della presenza
delle due nutrie, svuotò tutto il cassone ma evidentemente non trovò quel che
cercava perché emise un verso di frustrazione, lasciò sopra la valigia una
busta e, a passo leggero ma svelto, scappò verso la ciclabile, e continuò con
indifferenza il suo tragitto.
Per Jack fu uno shock poiché
non aveva mai visto in vita sua una donna cosi incantevole ed elegante come
quella che fino a 2 minuti prima era a 10 metri da lui e poiché non riusciva a
capacitarsi del motivo per la quale si trovava in quel posto cosi sporco a
rovistare nel vecchio rifugio del Malandato. “Dalla tua espressione confusa
deduco che tu non abbia riconosciuto la donna” “ perché avrei dovuto? Non la
conosco, saprei riconoscere una donna del genere se l’avessi già vista prima.”
“È la moglie, o meglio, ex moglie del Malandato” “come fai a saperlo?”
“Elementare, mio caro Watson, è la stessa donna che abbiamo visto nella foto
all’interno del quaderno che abbiamo trovato dentro alla valigia” “giusto, mi
sembra sensato, ma cosa avrà lasciato all’interno della busta?” “Scopriamolo!”
Presero la busta e quando l’aprirono rimasero molto sorpresi, all’interno della
busta c’era un bel gruzzoletto di soldi “e ora che facciamo?” “Io ora devo
andare via Jack, tu fai quel che vuoi con quei soldi, ci troviamo qui anche
domani.” Jack non rispose perché troppo impegnato a decidere che fare con quei
soldi, avrebbe potuto portarli a Luca, gli avrebbe sicuramente cambiato la
vita, ma avrebbe potuto far scoppiare un casino dato che non sapeva a chi erano
indirizzati quei soldi e perché erano stati lasciati la. Decise di prendere
solo 50€ dalla busta, in confronto al resto erano un’inezia, a chiunque fossero
indirizzati non si sarebbe accorto e così Luca avrebbe potuto comprarsi del
cibo o qualche vestito. Glielo portò dicendo di averli visti cadere dalla tasca
a un vecchio signore che passeggiava con il cane. Il giorno dopo ritornò al
vecchio rifugio del Malandato ma Scolo non si fece vedere. Lo aspettò per
l’intera giornata ma lui non si fece vivo. Non si preoccupò era suo solito
dimenticarsi le cose, però era molto strano, sembrava molto serio il giorno
prima e anche un po’ misterioso, sicuramente , c’era qualcosa che non gli aveva
rivelato e questo forse lo ha messo in pericolo. Cercò di rimanere positivo, e
decise di tornare anche i giorni successivi, passò una settimana ma di Scolo
nessuna traccia, e questo significava solo una cosa: un altro mistero!
Così decise di approfittare
della pausa pranzo al refettorio di Luca per fare il ruolo di Sherlock Holmes
la nutria e ricavò molte informazioni dalla sua ricerca.
Rivide la donna che poi
scoprì chiamarsi Aurora dalla collana che teneva al collo con scritto il suo
nome, poi capì che quella donna doveva essere molto ricca e potente dato che
nei giorni successivi arrivò al rifugio con una limousine con i vetri oscurati
e i sui vestiti e accessori erano tutti di alta moda. Notò anche che non
portava nessuna fede al dito, ma come aveva già detto Scolo, era l’ex moglie
non la moglie quindi non aveva più nessun motivo per portare la fede. E come
ultima cosa ma non meno importante notò che la busta con i soldi era rimasta
esattamente dove l’aveva lasciata lui. Ma quegli indizi non gli bastavano
doveva sapere di più così rimase appostato dietro ad un pezzo di legno. Passavano
2 ore nella quale la nutria rischiò pure di addormentarsi, ma ad un certo punto
sfuocato e in lontananza vide un uomo zoppicante procedere verso la busta,
l’aprì e tirò fuori un foglio di carta. Come diavolo aveva fatto a non
accorgersi di quel foglietto? Era un indizio importantissimo e adesso non
avrebbe più potuto sapere cosa c’era scritto. Guardò meglio l’uomo e solo in
quel momento capì che l'uomo era il povero Malandato dall'occhio di vetro.
Guardandolo non riusciva a capacitarsi di come uno straccione come lui fosse
potuto stare con un fiore come lei, cosa aveva lui in più di me? Si chiese la
nutria.
Evidentemente agitato e
emozionato poiché tremava e gli scendevano le lacrime dal suo vero occhio il Malandato
incominciò a cercare freneticamente qualcosa che non trovava, la nutria sapeva
che era la cartina che aveva con lei, ma proprio non riusciva a capire a cosa
serviva e cosa voleva farsene per questo tornò di corsa dal suo amico per
raccontargli tutto ciò che aveva scoperto sul Malandato.
Gli raccontò della donna,
dei soldi, del Malandato, del foglio, della probabile scomparsa di Scolo e si
tutti i dettagli sia quelli più importanti sia quelli più insignificanti. Luca
non sapeva che dire, era molto sorpreso di tutto e anche un po’ arrabbiato
perché il suo amico non gli aveva detto tutte quelle cose prima, avrebbe fatto
sicuramente la differenza. A Luca frullavano per la testa milioni di domande,
cosa c'entrava la moglie? Perché gli lasciava i soldi? Il Malandato stava bene,
perché non aveva avvisato nessuno? Era in pericolo? Cosa c’era scritto di così
importante su quel foglio da fargli avere quelle reazioni? Luca era molto
indeciso se chiamare la polizia o meno, ma poi decise di non farlo perché
magari avrebbe messo tutto ancora più nei casini. Decise così di prendere la
cartina, la studiò attentamente. Ma certo! Come non aveva potuto pensarlo
prima, quei punti sulla cartina potevano essere altri rifugi del Malandato.
Decise così che il giorno seguente insieme a Bob sarebbe andato in quei posti a
cercare il Malandato. Dopo averlo cercato per alcuni giorni lo trovarono lungo
il naviglio Martesana mentre leggeva il libro che gli era stato dato in
prestito. I due gli chiesero spiegazioni riguardo la sua scomparsa e lui non
rispose. Allora decisero di andarsene e dopo qualche giorno cercarono la ex
moglie nel rifugio del Malandato e la portarono al naviglio; li ritrovarono il Malandato
e l’ex moglie chiese insistentemente perché se ne fosse andato col libro.
SPUNTO DI ALESSIA V.
E SERENA, I C
Luca
è lento. Davvero troppo lento. Dovevamo capirci qualcosa, e l’unico modo per
farlo era andare nei punti contrassegnati. Perciò stavamo correndo, o almeno,
io lo stavo facendo. “Non sono mai andato al Duomo”, disse Luca con aria
sognante. “Ma tu sei di Milano, devi esserci stato!” Replicai. Saremmo andati
avanti così per tutto il tempo impiegato per arrivare alla grande Piazza del
Duomo, immagino. Luca era a dir poco stupito, davanti a quella perfetta
cattedrale gotica. Le ‘x’, però, erano abbastanza vaghe, non indicavano un
luogo preciso, per cui ci guardammo in giro spaesati. Forse non avevamo scelto
l’orario più opportuno per recarci in quel posto, la Piazza, infatti, era colma
di gente che ci guardava con aria sospettosa.
“Bob,
cosa dovremmo cercare esattamente?” chiese Luca. Non lo ascoltavo nemmeno, e
non perché non volessi dargli una risposta, ma perché non ne avevo la minima
idea, nonostante la mia intelligenza sopra la media.
“Diamo
un’occhiata in giro?” dissi quasi come se fosse un’affermazione. Lui annuì,
fantasticando su come potessero essere i ristoranti lì vicino e le opere nei
musei, riservate a chi si poteva permettere il biglietto.
“La
gente mi osserva troppo, se non vogliamo che chiamino i disinfestatori di
animali indesiderati, sarebbe meglio se mi nascondessi da qualche parte là
sotto”, dissi indicando il suo cappotto malconcio e rattoppato. Luca si
abbassò, mi fece spazio e io mi intrufolai nella tasca più grande a mia
disposizione. Il cappotto era decisamente largo per il suo fisico mingherlino e
smagrito, ma era decisamente utile per nascondere degli oggetti, o, in questo
caso, animali. Jack prese quindi il
controllo della situazione tenendo sempre un occhio sulla mappa, ma il
desiderio di Luca di visitare il Duomo era troppo forte, e malgrado le continue
negazioni di Jack, cercò di entrarvi. Si ritrovò in coda, sapendo di non poter
comprare il biglietto. Jack era infastidito, sarebbe stato troppo pericoloso
uscire dal suo nascondiglio e trascinare via Luca, anche perché era consapevole
che sarebbe potuto essere l’unico modo per scoprire il significato del
contenuto della valigia del Malandato. “Posso fare qualcosa per lei?” disse una
voce delicata e femminile, che si rivelò essere quella appartenente alla
ragazza che consegnava i pass all’entrata.
Luca non poteva non notarlo, c’era qualcosa di troppo familiare in lei.
Io invece scorsi delle somiglianze con il Malandato.
“Per
tutte le nutrie! È sua figlia!” biascicai incredulo. Mi rivolsi svelto a Luca,
che era di nuovo in quei suoi quindici minuti di trance.
“Luca!
Svegliati! Non noti nulla? È la figlia del Malandato!” Luca, dopo la mia
asserzione, si voltò di scatto verso la ragazza, tirando fuori da una tasca la
foto del Malandato, mostrandola alla giovane. Di primo acchito quella non capì,
mentre dopo aver osservato la foto più attentamente sgranò gli occhi.
“Dove
l’hai trovata?” chiese guardinga scrutando Luca da sotto i suoi grandi e tondi
occhiali.
“Sai
per caso dove si trova il Malandato?” chiese Luca, andando dritto al sodo.
“Chi?!”
chiese lei ancora più stupita di prima.
“Questo
è mio padre!” esclamò la ragazza con frustrazione.
“Non
lo vedo da dieci anni, sai come sta?” Luca abbassò lo sguardo, non sapendo se
dovesse mentirle o dirle la verità. Dopotutto era suo padre… come avrebbe
reagito alla notizia del suo possibile rapimento? Decise di fare la cosa più
opportuna per lui, cioè fuggire via. S’incamminò frettolosamente verso
l’uscita, cercando di non destare sospetti tra le persone presenti.
“Ehi!
Dove stai andando? Aspettami! Ho bisogno di sapere cosa è successo a mio
padre!” Lasciò i pass che aveva in mano al suo collega di lavoro, raggiungendo
Luca fuori dal Duomo, il suo cuore batteva forte, la voce le tremava e le mani
sudate. Forse avrebbe potuto sapere qualcosa in più sull’uomo che dieci anni
prima l’aveva lasciata con mille domande senza risposta.
SPUNTO DI ALINA, II B
Prima
di avviarci sulle tracce del Malandato, ho deciso che sarebbe stato meglio,
prima di tutto, informarci in modo breve ma completo sul suo passato, e chi se
non Lucy sapeva tutto di tutti? Lucy era anche lei una nutria, nonché una delle
mie amiche più strette, tutti la trovavo buffa per la sua grossa pancia, le
piccole zampette e con gli occhi rotondi e piccoli e neri, ma allo stesso è
molto carina infatti molti si fermavano a farle perfino le foto dato che
passava la maggior parte della sue giornate, come una statua, a prendere il
sole nel fiumiciattolo dei Navigli sempre in posizione diversa o stava
semplicemente stesa da qualche parte a rilassarsi ma sempre al centro
dell’attenzione. Ella poteva anche non preoccuparsi di procurarsi il cibo,
perché aveva fatto tante conoscenze con diverse persone, sia di ceto basso che
di ceto alto, loro tutti si prendevano cura di lei come se fosse una divinità. In
aggiunta molte persone, dalla disperazione e dallo stress quotidiano, venivano
da lei a confessarsi in continuazione perché era l’unico essere in grado di
ascoltare. Il suo unico compito era quello di osservare ed udire le novità e i
pettegolezzi freschi del momento. Inoltre era grande amica della maggior parte
dei senzatetto perché, ripeteva in continuazione, che loro erano delle persone
di buon cuore e con molta bella storia alle loro spalle, quindi sapeva di per
certo qualcosa sulla mia vittima scomparsa. La distanza che ci divideva era
pari a due quartieri, perciò ho avvisato Luca che dovevo andare a trovare una
mia amica e mi sono avviato attraverso le scorciatoie che solo io conoscevo.
Era ormai tardo pomeriggio, con un bellissimo tramonto che colorava il cielo
del mio colore preferito cioè d’arancio e delle sue fantastiche sfumature,
quindi sapevo di sicuro che Lucy era già nella sua piccola ma assai accogliente
tana, disposta ad accogliere me e le mie domande. “Ciao Lucy, da quanto tempo?”
dissi io. “Ma chi sei tu? Non mi ricordo” scherzò lei, “Ciao Jack, come stai?”.
“A dir la verità ci sono delle domande che continuano a frullarmi nella testa e
tu sei l’unica che può darmi delle risposte concrete”. “Oh! Certo Jack dimmi
pure, lo sai che sono sempre disposta ad aiutare i miei amici” disse lei con
aria un po' preoccupata. “Qualche giorno fa, è scomparso un senzatetto, il così
detto Malandato, quindi stamattina io e Luca ci siamo diretti nel posto il cui
lui viveva cioè sotto il Ponte Nuovo e lì abbiamo trovato una valigia con
dentro dei vestiti e delle foto che lo ritraevano nel suo passato, penso fosse
il suo matrimonio ma, la cosa più strana secondo me, era un foglio con sopra
degli scarabocchi. Sembrava una mappa che ritraeva i posti più noti di Milano
con delle x” dissi per farle capire il mistero. “Il Malandato?! Spero non gli
sia successo nulla di grave. Lo conosco bene, veniva da me molto spesso…”
“Davvero?!” la interruppi io, “Quindi conosci bene il suo passato? Perché prima
di avviarmi alla sua ricerca ho ritenuto fosse opportuno capire al meglio il
suo passato”. “Il Malandato mi raccontò la gran parte della sua vita, anche se
non so quanto può essere plausibile tutto ciò, perché sembra una storiella per
ragazzini ribelli” disse lei. “Da quanto ho capito lui era una persona onesta,
penso davvero che ciò che ti ha detto fosse vero” cerco di convincerla. “Va
bene, io ti racconterò ciò che so ma poi spetta a te valutare. Allora, lui
proviene da una famiglia molto ricca, ha sempre avuto tutto quello che
desiderava, e a scuola era un ragazzo modello che tutti invidiavano sia per le
capacità di apprendere tutto velocemente che per la sua bellezza estetica,
sembrava che non avere nessun diffetto, ma dopo un sogno, che fece da adulto e
che non mi volle mai raccontare per paura di ricordare, la sua vita andò in
rovina. Tutte le belle cose che gli sono capitate non riesce più a
ricordarsele. A parte il matrimonio perché come prova c’è il suo album
fotografico tuttavia se lo ricorda solo grazie al suo unico occhio, e non con
il cuore. Mi raccontò anche la perdita dell’altro occhio, disse che qualcuno lo
volle trasformarlo in una persona non vedente apposta per non fargli vedere
l’unica cosa positiva che riusciva a percepire. Successivamente dopo pochissimo
tempo mi disse che se ne andò di casa perché non voleva far del male anche alla
sua amata. E semplicemente si è ritirato perché non ce la faceva più, e disse
alla sua moglie di non cercarlo più e di non preoccuparsi ma soprattutto, che
almeno lei, doveva ricordare il loro amore. Un amore sincero e puro. Da lì il
suo cuore spezzato che non ha mai avuto modo di essere ricostruire. Ti ho
avvisato, non so quanto queste informazioni ti abbiano potuto chiarire le idee
ma è tutto ciò che mi disse”. Dopo aver ringraziato di cuore e salutato Lucy,
sono ripartito per andare a casa ma questa volta facendo la strada più lunga in
modo da riuscire, almeno un po', a rielaborare le cose che ho appena sentito
perché sicuramente di mezzo c’è u mistero o una metafora che bisogna decifrare
in modo da capire dove è potuto scappare o chi lo ha rapito. So di per certo
che qualcuno gli voleva del male, una morte lenta e dolorosa dato che non
voleva che egli ricordasse il lato positivo della sua vita, ma cosa centrava il
sogno? La sua bella adolescenza centra qualcosa? E la sua ricchezza? E perché
sua moglie lo ha lasciato andare così? Quando sono finalmente arrivato a casa,
Luca già dormiva con le foto del Malandato in mano, si vedeva che era tanto
preoccupato, ed io lo volevo proteggere a tutti i costi.
SPUNTO DI GLORIA E
ALESSIA G., I C
Un
altro sonoro sbadiglio ruppe il silenzio angosciante che regnava nel canneto,
una nuvoletta densa di fiato si sprigionò dalla bocca di Luca. Il freddo quella
notte aveva impedito al giovane di dormire; ma come poteva dormire quando i
ricordi del giorno precedente ronzavano nella sua testa? Alla fine Scolo aveva stabilito che la
ricerca nella cascina era pressoché inutile, così, decise di passare la nottata
in compagnia dei due amici. Si era rannicchiato sotto un cespuglio abbastanza
lontano dal divano, sul quale si trovavano Luca e Jake.
Il
Sole stava sorgendo e produceva dei riflessi di luce incantevoli nel canneto;
Luca, stufo dei molteplici tentativi vani di dormire, si alzò dal divano logoro
e scomodo. Aveva delle occhiaie violacee che si prolungavano fino agli zigomi e
i lunghi capelli scompigliati più del solito. Si sistemò la giacca di cotone,
che indossava sempre e, mentre si allacciava l’ultimo bottone, sentì un fruscio
proveniente dalla sacca sportiva biancoazzurra. Tutti i suoi dvd erano sparsi
sul terreno e Jake vagava con lo sguardo attento su di essi.
“Bob,
non è il momento di guardare un film! Dobbiamo capire cosa significa quella
bizzarra mappa!”, ma la nutria gli porse con il muso da roditore un dvd. Luca
lo prese in mano e lesse il titolo “Sherlock Holmes e il mistero del caso
irrisolto”.
“Bob,
sei proprio un genio! Grazie a questo film riusciremo a diventare dei
fantastici detectives e potremo trovare un’idea!”
Passarono
così l’intera mattinata a guardarlo e, giunti ai titoli di coda, Luca si girò
per capire cosa stesse facendo Scolo, ma il posticino sotto il cespuglio era
vuoto, solo l’erba bagnata a rimpiazzarlo. Jake guardava confuso nei dintorni e
annusava freneticamente l’aria. Trascorsero un’ora a cercare la nutria, ma di
lui nessuna traccia. La mente di Luca venne offuscata da un presentimento:
corse verso il divano, spostò il cuscino che c’era su di esso, per controllare
che il quaderno del Malandato con all’interno la mappa fosse ancora al sicuro,
e quando vide la copertina rovinata del quaderno, sospirò di sollievo.
“Menomale, Bob! Pensavo fosse scomparso anche
questo” disse prendendolo in mano, girò la copertina e la mappa era ancora lì,
rispetto al giorno precedente il colore sembrava diverso, ma sicuramente era
colpa della luce che faceva brutti scherzi.
Aprì
il pezzo di carta piegato in tre o quattro parti ma sfortunatamente scoprì che
quello era un semplice foglio bianco! Le sue dita incominciarono a tremare e la
paura si manifestò nel suo corpo. Guardò con preoccupazione Jake la nutria il
quale era sconvolto, sapeva benissimo cos’era successo… Scolo.
Lo
conosceva da moltissimo tempo, erano amici di vecchia data, per questo era a
conoscenza di ciò che era in grado di fare. Scolo gli aveva confidato il suo
sogno: voleva guadagnarsi rispetto e adorazione con il titolo di
"NutriaMan" (l’eroe di tutte le nutrie) e, in questo modo, evitare
l’oblio ed essere ricordato per sempre.
Erano
stati sicuramente ingannati! I problemi stavano aumentando e ora erano rimasti
senza traccia, cosa succederà poi?
SPUNTO DI VIOLA, GRETA, GLORIA D., I C
Luca si trovava al
refettorio insieme al suo caro amico Bob, nonché compagno d’avventura. Stavano
mangiando un gustoso e appetitoso piatto di riso con i funghi quando a Luca
venne un colpo di genio ossia di prendere la mappa e guardarla più
attentamente. Era indeciso se lasciar perdere la mappa perché la riteneva
inutile e una perdita di tempo, oppure se iniziare a seguire le indicazioni su
di essa. Alla fine, chiedendo il consenso al suo fidato amico Bob, decise di
seguire le tracce sulla mappa. Così i due amici dopo pochi giorni,
s’incamminarono verso la prima meta. Camminarono per giorni e giorni
elemosinando cibo, chiedendo aiuto per la notte a varie persone incontrate
lungo il tragitto. Dopo svariati tentativi i due riuscirono a convincere una
donna di nome Morticia: era una donna sulla sessantina, aveva capelli lunghi e
neri come il carbone, occhi verdi come
l’erba di primavera inoltrata e il viso pallido con rughe che lo scolpivano.
Indossava una lunga gonna nera che le arrivava fino alle caviglie accompagnata
anch’esso da un maglioncino nero che si confondeva con i suoi lunghi capelli.
La donna li fece camminare per svariati chilometri, dopo un paio d’ore
arrivarono alla sua bellissima dimora: aveva un giardino immenso con tanto di
aiuole e con stupende rose rosse che spuntavano fuori. La casa era bianca e le
persiane verde smeraldo. Poco dopo la signora fece segno ai due amici di entrare
in casa dove li presentò ai due figli, Giuseppina e Alfredo e al cane Kira.
All’interno la casa aveva anch’essa le pareti bianche con qualche sfumatura
rossa, con qualche quadro appeso al muro che davano brio alla casa. Giuseppina
gli fece visitare la casa fino a quando arrivarono alla loro stanza dove
depositarono le loro cose. A tarda sera vennero chiamati da Morticia che li
fece accomodare a tavola per la cena, dove trovarono un bel pasto caldo con
delle squisite lasagne al forno e del buonissimo petto di pollo e infine il
tiramisù. I due amici pieni e sazi ringraziarono Morticia e i due figli e se ne
andarono a letto pronti a riposare perché il giorno dopo sarebbero dovuti
ripartire in cerca del posto della prima traccia sulla mappa. La mattina dopo ben svegliati e riposati
decisero subito di incamminarsi per riprendere l’avventura, cosi salutarono la
padrona di casa e se ne andarono. Iniziarono ad incamminarsi e dopo tanta
fatica e stanchezza arrivarono sulla prima x della mappa, scavarono a fondo su
quel punto e alla fine trovarono un piccolo talismano tondo, un po' arrugginito
con delle figure sopra rappresentate di cui non si capiva il significato. Luca
e Bob, dispiaciuti e delusi dal fatto che dopo tutta quella fatica abbiano
trovato solo un piccolo talismano senza valore, decidono di abbandonare questa
avventura con la mappa e tornare a Milano dove al refettorio tutti li
aspettavano.
SPUNTO DI FEDERICO, I C
Scolo andò ad indagare nella
cascina, lì trovò Raf e gli disse: “Raf, ho bisogno di aiuto, hai presente il
Malandato? Ecco io e dei miei amici abbiamo seriamente bisogno di sapere dove
sia andato, tu sai qualcosa?” Raf rispose: “Scolo, se fosse stato tutto come un
anno fa fra me e te, ti farei questo piacere più che volentieri, ma come sai,
non è così, io so dove il Malandato è finito ma, non vorrei lasciarci le penne,
c’è una forza maggiore che non vuole questa informazione da nessuna parte”
Scolo, disperato provando a corromperla disse “dai Raf, per favore se me lo
dici ti giuro che ti dico un parco dove i vecchietti della casa di riposo si
fermano ogni giovedì e anche se le pensioni non sono cospicue, è lo stesso un
affare!” ma egli rispose “Piantala con questi stereotipi sulle cornacchie! Ho
chiuso con quella vita, detto questo non ti darò le informazioni che ti sono
necessarie!” e volò via.
Intanto Jake continuò a
cercare di decifrare cosa quella mappa stesse a significare “Un matrimonio eh…”
mormorò fra sé e sé.
Luca trovò una foto rovinata
di un’altra persona, era un ragazzo molto alto con un naso alzato gli occhi
verdi ed un sorriso smagliante vestito in un completo di velluto ed i capelli
ingellati, non si capiva bene dove il ragazzo si trovi perché il resto della
foto è riempito di scritte rosse, molto probabilmente rivolte verso di lui: Ti
odio!!!,perché lei?, avrò la mia vendetta! eccetera eccetera.
Luca diede la foto a Jake,
egli girò la foto e vide un indirizzo: via Alessandro Magno 54. Luca riconobbe
l’indirizzo, e disse “questa è la via dove lavoravo io prima di finire qui, la
so la strada, potremmo andarci” “D’accordo” rispose Jake.
Dopo un’oretta e mezza di
camminata riuscirono ad arrivare all’indirizzo, un quartiere per lo più usato
per costruire uffici, pieno di macchine e di uomini in giacca e cravatta con la
24 ore che guardano male Luca e Jake, si poteva benissimo leggere dalla loro
faccia un :”cosa ci fa un barbone ed il suo sporco ratto in questo quartiere”.
Dopo un po’ di ricerca i due riuscirono a trovare il numero 54,un ufficio
uguale agli altri, suonarono al citofono e gli rispose una segretaria:”Chi è?”
chiese lei
“Sono qui per consegnare una
foto” rispose lui “Perché?” richiese lei “C’è scritto il vostro indirizzo
dietro”
“Oh no, ancora!!” rispose
lei.
Dopo un po’ di conversazione
si scoprì che era da circa da 3 mesi che l’ufficio riceveva queste foto ed
erano dedicate ad un lavoratore che lavorava lì e si dice anche che questo
lavoratore aveva una moglie che prima era sposata con un uomo più vecchio e che
dopo la separazione fu impazzito, sarà il Malandato? Il mistero si infittisce….
SPUNTO DI DAVIDE, I C
Il mistero si faceva fitto.
Il Malandato era sparito e con lui il libro di Carcarlo, ma la cosa che mandava
più in confusione Luca e Bob era quella benedetta cartina di Milano.
Luca era immerso nei
pensieri e a Bob venne in mente un’ipotesi: “Magari il Malandato aveva scoperto
che l’edizione del libro I Miserabili che gli aveva prestato Calcarlo era
particolarmente rara e di un certo valore”.
Bob cercò di far capire quello
che pensava a Luca che però era infastidito dal suo squittire.
Passò di lì nuovamente
l’amico Scolo e Bob tutto agitato perché pensava di aver risolto il mistero lo
bloccò e gli raccontò la sua teoria: “Bob, amico mio, almeno tu stammi a
sentire! Secondo me il Malandato ha scoperto che la versione del libro che gli
aveva prestato Carcarlo era preziosa e perciò ha pensato bene di andare a
venderlo per farci un gruzzoletto.
Sulla mappa ha segnato le
librerie più importanti di Milano partendo dal Duomo, quindi il Malandato non è
sparito ma semplicemente è indaffarato a cercare di vendere al miglior prezzo
quel libro. Cosa ne pensi?”
Scolo era in preda alla
solita sbornia da birra e come sempre non era molto lucido. L’unica cosa che
riuscì a dire prima di cadere in un sonno profondo da sbronza fu: “Ah,
gruzzoletto… mooolto interessante!”.
Bob, innervosito e smarrito
perché nessuno lo ascoltava, cercò nuovamente di attirare l’attenzione di Luca
tirandogli il lembo di un pantalone.
Voleva dirigersi verso il Duomo,
nel punto segnato sulla mappa, per cercare tracce del Malandato.
SPUNTO DI RICCARDO, I C
Luca,
dopo aver compreso che il Malandato, prima di finire a vivere in strada, anche
lui aveva una vita normale, tornò nella sua fase di trance, pensando alle foto
che aveva appena visto.
Jake,
durante il solito quarto d’ora di Luca, riprese in zampa la mappa e le foto, e
si rese conto che le x erano collocate nei punti dove erano state scattate le
foto del Malandato. Così, durante la notte, dovette lasciare Luca da solo, Jake
era estremamente preoccupato di lasciarlo da solo per un’intera notte, ma
doveva farlo per cercare di capire come poteva aiutarlo. Jake passò in rassegna
tutti i posti segnati dalle x, aiutato da svariati amici.
La
mattina seguente Jake tornò da Luca, il quale si trovava ancora addormentato
nel canneto, dopo un’intera nottata passata a cercare informazioni sul
Malandato Jake non scoprì nulla.
Luca
verso mezzogiorno s’incamminò verso il refettorio, durante il tragitto continuò
a pensare a quelle foto e a quanto sembrasse felice il Malandato in quei
momenti.
Jake
intanto, che era rimasto sul naviglio, continuò a riguardare quelle foto
cercando una qualsiasi informazione utile, pensò anche a come poteva un uomo
con dei cuccioli, una moglie e un lavoro fosse riuscito a perdere tutto
ritrovandosi per strada, finché trovò la risposta in una delle vicende di Luca
che gli raccontava sempre, Luca mi aveva parlato del ex professore di nome
Carlo che vedeva al refettorio, e gli disse in che scuola insegnasse, poi prese
la mappa del Malandato e vide che su di essa una x era posizionata sulla
medesima scuola, sul suo cervellino da Nutria iniziava a mettere insieme
possibili teorie.
Ad
un certo punto arrivò Scolo un po’ brillo e gli chiese:”Ehi, Jake, come vanno
le tue in-indagini” a quel punto Jake gli fece vedere le foto del Malandato e
gli chiese:” Scolo, hai mai visto questi cuccioli di umano o questa donna”
Scolo che conosceva buona parte dei cittadini milanesi gli disse:” Be’, certo,
sono i cuccioli del Malandato, e questa è la sua consorte…… ma ora che ci penso
bene qualche mese fa, quando il Malandato era già per strada, ho visto la
stessa donna con Carcarlo, il vecchio professore”
Jake
allora, notando che Scolo sapeva molte cose a riguardo continuò a chiedergli:”
Sicuro che sia tutto qui?” e Scolo:” Jake, in questo momento non posso esserti
utile, devi spettare almeno due ore, ma ti assicuro che poi sarò a tua completa
disposizione”.
Luca
tornato dal refettorio si sedette sul divano, fissando l’acqua Jake, capendo a
cosa pensasse Luca, non riusciva a credere che stesse ancora riflettendo sulle
foto del Malandato, ma la verità è che Luca non stava solo pensando a quelle
immagini ma iniziava a ponderare quanto anche la sua vecchia vita non fosse poi
tanto male, Luca che fino ad allora sembrava non essere interessato a nulla,
salvo Jake, stava iniziando a provare una sensazione strane che da molto tempo
non sentiva.
All’arrivo
di Scolo, stavolta abbastanza sobrio da poter essere d’aiuto, Jake gli disse:” Scolo
adesso tu mi devi dire tutto ciò che sai sul Malandato e Carcarlo” Scolo allora
senza batter ciglio disse:” Jake, come ti ho già detto, quando il Malandato ha
iniziato a vivere per strada, ho visto diverse volte Carcarlo con la moglie del
Malandato, al parco, a scuola, alcune volte al cinema, altre ancora a casa di
uno dei due, e questi incontri andarono avanti per diversi mesi forse anche
anni, finché Carcarlo non ebbe quel brutto incidente che lo portò alla vita di
strada, proprio come il povero Malandato”
Jake
pensò:” È possibile che il Malandato quando aveva ancora la sua vita, un giorno
sia tornato a casa e la moglie gli abbiamo chiesto una cosa che si fa per
annullare il loro legame sentimentale? E che un giorno il Malandato
ossessionato dal voler sapere il perché di tale decisione presa dalla moglie un
giorno l’abbia seguita per poi vederlo assieme al Carcarlo? Ed infine seguendo
quest’ultimo abbia anche scoperto che era diventato il suo rimpiazzo nella
scuola nella quale lavorava?
Jake
allora capì, il Malandato vedendo il Carcarlo al refettorio, lo ha
riconosciuto, ha iniziato a parlargli dicendogli che anche lui era un
professore e che gli avrebbe fatto piacere poter leggere il volume dei
Miserabili di Carcarlo così da poter avere qualcosa alla quale lui tenesse
particolarmente, glielo rubò per ripicca per quello che Carcarlo aveva fatto
alla sua vita, lo distrusse e infine, sapendo che molti senzatetto avrebbero
potuto aiutare Carcarlo a trovarlo siccome il suo “riparo” era abbastanza
conosciuto, inscenò la sua scomparsa per mezzo di una finta aggressione.
Luca
improvvisamente aprì gli occhi, sentendo la voce di sua madre sussurrargli:”
Luca svegliati, è ora di andare a scuola, campione” Luca si preparò per andare
a scuola, fece colazione insieme ai suoi genitori, salutò Jake la sua lontra
domestica, andò a scuola e raccontò a tutti i suoi compagni lo stranissimo
sogno fatto quella notte.
SPUNTO DI NOEMI E GIUSY, I B
Finalmente arrivò il
mattino: “Anche questa notte è passata!” pensò Jake con un sospiro di sollievo.
La paura di perdere il suo amico barbone, lo fece trasalire e come un gatto si
strusciò su Luca per svegliarlo da quella fredda notte. Luca accarezzò
dolcemente il suo “gattone” e senza perder tempo già aveva in mente cosa
avrebbero fatto quella mattina.
“È giunto il momento di fare
luce sui Miserabili” esclamò a gran voce! “Oggi si va all’avventura” la nutria
Jake immaginava già cosa li aspettava.
Si misero in cammino per
raggiungere il covo del malandato seguendo le indicazioni che lui stesso aveva
confidato a Jake.
La giornata, seppur fredda,
era baciata da un sole tiepido che stentava a riscaldare le prime ore del
mattino; lo smog della città non lasciava filtrare il calore dei raggi e i
rumori del traffico rendevano l’atmosfera ovattata. Ma Luca e Jake con la fame
che si faceva sentire, non si lasciarono scoraggiare e proseguirono il cammino
fino al raggiungimento del covo.
Lo scenario che si presentò
loro non fu proprio quello che si aspettavano: più che un covo sembrava una
libreria a cielo aperto, disseminata da rifiuti di ogni genere ma
incredibilmente ricca di una varietà infinita di capolavori letterari.
Luca rimase davvero senza
parole, mentre Jake pensava solo a soddisfare la sua fame di libri mordicchiando
qua e là la carta vecchia e ammuffita “Dopotutto sono un roditore mica un gatto
in cerca di gomitoli”
Con trepidazione Luca voleva
a tutti i costi ritrovare il libro che il prof Carcarlo ingenuamente aveva
perduto per averlo prestato, pur sapendo quanto valesse, a colui che pensava
essere l’unica persona di cui fidarsi.
Il senso della giustizia
fece di Luca un paladino sempre pronto ad aiutare il prossimo: in questo caso
trovare il libro aveva come unico scopo quello di ridare la pace e il sorriso
al prof Carcarlo!
Un libro dopo l’altro,
polvere e rifiuti, Jake che aiutava a far pulizia come solo una nutria può
fare, ed ecco che finalmente dopo ore di ricerca apparve ai loro occhi il
capolavoro “I miserabili” edizione 1946.
Luca sentì che il sole da tiepido
era divenuto caldo come un abbraccio e come il sorriso che avrebbe ricevuto da
Carcarlo.
Non vedeva l’ora di
riportarlo al suo legittimo proprietario, anche se sapeva che non l’avrebbe
trovato lì al solito posto al refettorio, e questo lo disturbò tantissimo. Lo
scenario gioioso di colpo aveva perso di entusiasmo.
Jake aveva timore che il
Malandato arrivasse lì all’improvviso e per questo con un balzo si lanciò
contro Luca come per dargli uno scossone: “Ehi, muoviti! Sveglia! Dobbiamo
allontanarci, non vorrai che portino via anche te!”
Luca si rese conto, vista
l’ora, che era meglio filarsela dal covo e si diresse in gran fretta al
refettorio dove lo aspettava don Giuliano.
Jake lo aveva seguito ma per
sua natura preferì nascondersi nel “covo” di Luca sotto il ponte ferroviario;
lo avrebbe atteso per la sera scavando di tana in tana.
Una volta raggiunto il
refettorio, Luca si rivolse subito a Don Giuliano pregandolo di riconsegnare al
legittimo proprietario il prezioso libro ritrovato. Il parroco fu piacevolmente
colpito dal gesto altruista di Luca, tanto da sentirsi in colpa per non aver
avuto lui altrettanta compassione nei confronti del povero Carcarlo.
Luca non amava le urla e non
amava le ambulanze; quel gesto per lui aveva un solo significato: annullare
tutto quello che le sue orecchie avevano udito il giorno prima.
Finalmente seduto al tavolo
della mensa, Luca poté consumare il pasto che oggi sembrava avere un gusto
particolare: quel pollo arrosto con patate novelle per un attimo fecero
dimenticare tutto anche i suoi amati dvd.
Non si dimenticò però di
nascondere nella sua tasca una coscia di pollo e due patate da portare al suo
amico Bob così com’era solito fare ogni giorno.
SPUNTO DI Matilde F.,
Giorgia e Belinda, IB
Quando Luca tornò in
refettorio si accorse che il parroco stava parlando con un uomo dai modi molto
eleganti e ben vestito, con una giacca grigio topo e delle francesine nere.
Incuriosito dalla situazione, iniziò ad ascoltare la conversazione ma ne colse
ben poco e, quando quell’uomo se ne andò, chiese al parroco chi fosse: era un
ricco imprenditore francese di nome Luis Bernard che chiedeva indicazioni su
dove potesse trovare il signor Carcarlo. Luca chiese il perché e il don rispose
che non ne aveva la più pallida idea.
Luca, allora, decise di
andare all’ospedale dove avrebbe incontrato Carcarlo e probabilmente questo
signor Bernard. Davanti alle porte dell’ospedale si fermò per i suoi soliti 15
minuti e poi cercò la stanza, nella quale vide Carcarlo proprio insieme Luis. E
li fissò con un sguardo perso, finché Carcarlo non si accorse di lui e chiese:
“Co-cosa ci fai qu-qua Luca?” e Luca - che timidamente era entrato nella stanza
- rispose: “Volevo sapere cosa cerca quest’uomo.” Luis allora si presentò con
fare gentile: “Bonjour, sono Luis Bernard e sono qua perché ho saputo che il
signor Carcarlo possiede una delle poche rarissime copie de I Miserabili”.
Carcarlo disse che aveva
prestato il libro al Malandato e che quest’ultimo, però, era scomparso. Luis
voleva avere a tutti i costi quella copia nelle sue mani e decise di ingaggiare
il suo amico, il detective Jonson, che avrebbe collaborato con Luca e Carcarlo
per ritrovare l’uomo scomparso.
Il mattino seguente Luca si
recò al refettorio dove incontrò il detective appena arrivato da New York per
seguire le indagini; insieme interrogarono alcune persone tra cui don Giuliano
e dei clochard che frequentavano il refettorio, ma non ebbero molte risposte
utili finché un misterioso uomo seduto all’angolo di un tavolino in fondo alla sala
si avvicinò e disse che un paio di giorni prima, mendicando, aveva visto il
Malandato andarsene insieme a un uomo tra la folla della metro sulla linea
rossa.
SPUNTO DI LUCIA E RICCARDO I., I B
Dopo aver trovato la mappa,
i 2 amici cercarono di capire cosa significassero i luoghi segnati. Dato che il
Duomo era circondato da cerchi concentrici, decisero di iniziare
quest’avventura partendo da lì. Attraversando ponti e strade, Jack e Luca
arrivarono al centro della città.
Stanchi per la lunga camminata
presero dal cestino qualche cibo gettato dai passanti. Jack trovò qualche
scarto merende, forse di una scolaresca venuta in gita, e Luca si prese metà
panino con insalata e pomodoro. Dopo il pranzo improvvisato, si guardarono
intorno in cerca di qualche indizio. Passarono alcuni minuti, ma niente
risultati finché, in lontananza, videro una volontaria che serviva al
refettorio. Impossibile non ricordarsela, con quei lunghi capelli rossi
inconfondibili. “Guarda c’è Giulia, la volontaria molto amica del Malandato, la
sua presenza qui sarà sicuramente collegata al rompicapo!” disse Luca
entusiasta di questa intuizione. Prese in braccio il suo amico Bob e, con una
velocità inaspettata, corse vero Giulia.
Arrivati di fronte a lei
decisero di chiederglielo. “Ciao Giulia, cosa ci fai in giro per il duomo?” Le
chiese Luca. Ella rispose: “Sto aspettando il mio amico Joseph, mi ha detto che
mi deve parlare di un tizio che viene a
mangiare al refettorio. Gli servo perché deve risolvere un rompicapo.”
Subito Luca rispose
chiedendole :”Me lo presenti? Potrei aiutarlo anche io.”
Giulia disse: “Certamente
arriverà tra trenta minuti con la metro, lo aspetti con me?”
“No mi dispiace. Devo fare
una commissione, tornerò più tardi.”
Questo fu quello che le
disse, ma in realtà il suo piano era quello di spiare il dialogo tra i due
amici così da risolvere il rompicapo per primi.
Jack intanto, ancora tra le
braccia del suo padrone, non capiva cosa stesse dicendo Luca perché essi non
avevano nessuna commissione da risolvere ma nonostante ciò se ne stette in
silenzio.
Seguendo il piano inventato
di Luca, si diressero verso il Mediaworld più vicino per comperare un
registratore che avrebbero poi dato a Giulia per ascoltare la loro
conversazione
Dopo circa mezz’ora Luca e
Jack si diressero al Duomo, dove erano già lì ad aspettare Giulia e Joseph.
Luca senza farsi vedere
trovò il modo di nascondere nello zaino della volontaria il registratore e se
ne andò senza aria sospetta.
Agli occhi di Giulia e
Joseph, i due amici se ne erano andati, ma in realtà si nascosero per seguirli
senza farsi vedere.
Giulia e il suo amico
passeggiarono a lungo per le vie di Milano, seguiti da Luca e Jack, finché non
si mise a piovere bruscamente e i due si misero a correre. Fu così che dallo
zaino di Giulia cadde il registratore. Luca con un balzo lo prese e lo mise al
sicuro per poi ascoltarlo.
SPUNTO DI ALICE, II B
IL
MISTERIOSO ROMPICAPO
Non riesco a togliermi dalla
testa quella mappa, tutte quelle x e tutte quelle foto, qualcosa non mi quadra,
in realtà tutta la faccenda non mi quadra affatto. Luca sta dormendo, sul suo
amato divano, prima gli ho rimboccato le coperte perché non vorrei che si
ammalasse, è noioso quando sta male e me ne devo prendere cura quando sta così.
Finalmente si è svegliato e
fra non molto partirà per andare a fare colazione, come al solito, e io mi
dovrò arrangiare con qualche pesciolino arrivato a riva e sgranocchierò qualche
rametto come dolce. Sono felicissimo perché Luca ha deciso di andare ad
indagare su questa faccenda e vuole che io vada con lui, credo di essere un
fantastico socio come Watson per Sherlock, no?.
Come prima tappa, andremo
dal mio amico Scolo che a quest’ora spero abbia scoperto qualcosa.
L’espressione sul volto di
Scolo non sembra affatto buona, anzi sembra sconvolta. Cos’è successo? Sta per
pronunciare qualcosa ma si ferma prima di farlo, come se dovesse divulgare
un’informazione estremamente riservata , finalmente prende coraggio e inizia
“Ragazzi, credo proprio che il vostro amico sia in guai seri, sapete per caso
se fosse in affari con qualcuno e gli dovese dei soldi? “
A quelle parole rimanemmo
pietrificati, non c’erano veramente parole adatte…
SPUNTO DI YLENIA E FABIO, I B
Adesso potremmo dire che il
Malandato appaia felice, insolitamente allegro e pieno di vita. Luca, però,
vedeva qualcosa di strano in questo, qualcosa lo insospettiva. Qualcosa che
forse per gli altri non era niente, ma per lui una cosa fondamentale.
Poco dopo vide il Malandato
andarsene, con una moto sportiva e molto pulita, ancora un po’ e ci si sarebbe
specchiato. Oggi noi questo lo potremmo tradurre come "la goccia che ha
fatto traboccare il vaso", poiché Luca, incuriosito come non mai, decise
di andare a rovistare tra le cose di questo pover’uomo. Lì trovò delle
immagini molto vaghe e strane, non riuscì a trovare nessun collegamento con
l'attuale Malandato.
Quindi, decise di aspettare
che tornasse per poi spiarlo nella sua baracchina.
Dopo qualche ora tornò ma a
piedi senza quella fantastica moto e nel momento in cui fece per aprire la
porta gli cadde dalla tasca una busta e senza accorgersene chiuse.
Luca pensò subito di
prendere quella busta per vedere cosa fosse però aspetto la notte per essere
sicuro che il malandato dormisse. Giunte le 2 si alzò dal suo appostamento e con
molta cautela si avvicinò alla porta per prendere la busta.
Si chinò, la prese e con il
batticuore si allontanò, tornò al divano dove insieme a Jake scoprì il suo
contenuto.
All’interno c’era un foglio
piegato a metà, Luca l’aprì e si mise a leggere,
- Questo è un
avvertimento, non provare più a seguirmi o cercarmi oppure finisce male.-
Il malandato lo aveva
scoperto. Era più furbo di quando pensasse. Luca si insospettì ancora di
più, doveva per forza sapere la sua storia, da dove veniva, chi era e cosa ci
faceva proprio lì. Jack decise di ritirarsi, non voleva finire nei guai.
Sembrava non gli interessasse più. Nonostante questo, non si fece
impaurire e continuò con le ricerche.
DUE MESI DOPO...
Il giorno, quel giorno tanto
atteso arrivò; Luca dopo 70 ricerche, 5 interrogatori agli "amici"
più cari del malandato, riuscì a scorgere il malandato, giacca e cravatta.
Sembrava un modello. Stava entrando in un piccolo ufficio, un piccolo distretto
di polizia. Non era solo, aveva qualcuno al suo fianco, qualcuno di
famigliare agli occhi di Luca.
-Ecco- disse
Luca, riconobbe il poliziotto che malmenò il Malandato un paio di
settimane prima, però non sembrava molto arrabbiato con lui.
Li segui fino a un garage,
non fece in tempo a vedere cosa c’era dentro che lo avevano già chiuso però a
lato si trovava una piccola finestra da cui Luca riusciva a vedere molti
computer super tecnologici e altri aggeggi a lui sconosciuti.
A un certo punto sentì
parlare di un certo agente 211 e subito pensò a un film o a qualche tipo di
truffa. Ma al calar del sole arrivò una macchina bianca da cui scesero 2
bambini e una bellissima donna, tutti abbracciarono il malandato e Luca
ovviamente sentii i bambini dire -: Mi sei mancato, papà- Da quella frase
capì: era un agente segreto!
Luca si fece coraggio,
uscì allo scoperto. Tutti si girarono a guardarlo i piccoli e la donna si
spaventarono e il malandato afferrò Luca chiedendogli chi lo mandasse. Lui
rispose nessuno e allora raccontò tutto fin dall’inizio.
Dopo 3 mesi dall’accaduto il
malandato divenne il migliore amico di Luca, viveva in una grande Villa insieme
ai figli dell’agente e con i soldi che guadagnava dal suo nuovo lavoro di spia
segreta comprava viveri per i senzatetto di Milano.
Nessun commento:
Posta un commento