Biagio Cavanna, scopritore di Girardengo e Coppi, è una figura chiave nella storia del bandito e del campione. Gino Cervi, protagonista con Matteo Speroni di StraStorie a BookCity Milano, ne canta le gesta in rima.
L'Orbo di Novi faceva così:
toccava i ciclisti un po' qui e un po' lì.
Diceva profetico come a Delfi l'oracolo:
“Per metterti in sella ci vuole un miracolo:
hai spalle cadenti, scapole magre,
non vinci neppure un salame alle sagre!”
Palpava polpacci, auscultava garoni:
scartava i pollastri, teneva i campioni.
“Anche se corri tu andrai sempre adagio:
parola di mago, di Cavanna Biagio.”
Un giorno arrivò uno tutt'ossa e naso:
lo toccò e ritoccò, non era persuaso.
Ginocchia e polmoni, cosce e caviglie:
“In sella, per Dio, farai meraviglie!
Mai visto un destrier che più forte galoppi:
Su, dimmi il tuo nome!” “Io? Fausto Coppi!”
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